Ovs: “Sostenibilità è prima di tutto trasparenza”

Simone Colombo, head of sustainability di Ovs
Su questo elemento, Ovs ha costruito le operazioni a livello di ambiente, sicurezza, rapporto con fornitori, dipendenti e consumatori che nel 2022 l’hanno portata ad essere prima nel Fashion Transparency Index (da Mark Up 315)

Che la sostenibilità oggi sia al centro dell’interesse di molte aziende è indubbio, con il duplice l’obiettivo di agevolare e incentivare azioni nel rispetto della natura, ma anche armonizzare l’ambiente di lavoro. In concreto come si declina? “Prima di tutto significa saper mantenere un equilibrio tra quello che prelevo dal pianeta e quello che restituisco -sottolinea Simone Colombo, head of sustainability di Ovs-. Il passo successivo è quello di costruire un’economia rigenerativa per ripristinare quello che è stato intaccato nel corso degli ultimi duecento anni. Per quanto ci riguarda, facciamo la nostra parte: nel 2022 Ovs è risultata al primo posto tra i 250 principali brand e retailer di moda al mondo esaminati dal Fashion Transparency Index 2022 di Fashion Revolution”.

Quali sono le operazioni che avete sviluppato nel corso dell’anno e che maggiormente si inquadrano in questo percorso di sostenibilità?
Ci muoviamo su due binari. Da un lato, mettiamo in atto azioni pervasive che riguardano l’intera filiera produttiva di Ovs; un esempio su tutti è l’obiettivo di ridurre del 46,2% le emissioni di CO2 entro il 2030 approvato da Science Based Targets. Iniziative da cui dipendono tutte le scelte in termini di prodotto e gestione della catena di fornitura. Dall’altro lato, invece, ci impegniamo in progetti più piccoli, ma innovativi che pensiamo possano fare da traino per un cambiamento più strutturale. Ad esempio, per la primavera-estate 2023 produrremo circa 10 tonnellate di cotone organico in Sicilia, a fibra lunga, di alta qualità e coltivato con tecniche di agricoltura rigenerativa che garantiscono la cura del suolo e il risparmio di acqua. Il cotone verrà utilizzato per produrre 30.000 capi tra t-shirt, camicie e vestiti. Questa iniziativa rappresenta un modo per iniziare a riportare in Italia una parte della produzione di cotone, la materia prima che utilizziamo di più. Ma ce ne sono altri su cui stiamo lavorando.

In che modo e con quali iniziative coinvolgete anche i consumatori in questo percorso?
Il coinvolgimento dei clienti è molto importante per perseguire questo iter. A partire da luglio 2022, Ovs ha rinnovato l’attività di raccolta di abiti usati, iniziata nel 2013, con la campagna “Dona i tuoi abiti usati a Humana”. I capi raccolti negli oltre 1.200 store della rete Ovs in tutta Italia vengono periodicamente affidati a Humana People to People Italia, organizzazione di cooperazione internazionale che da oltre vent’anni finanzia progetti socio-ambientali in Italia e nel mondo grazie anche alla raccolta, alla selezione e alla vendita degli abiti usati. La meccanica prevede che, a fronte di ogni busta di abiti donata, i clienti ottengano un buono da 5 euro valido per un nuovo acquisto di almeno 40 euro. Un esempio del nostro approccio verso i clienti che è, allo stesso tempo, coinvolgente e scientifico: costruiamo, infatti, una comunicazione con più livelli di approfondimento che permette a chi entra nei nostri punti di vendita e visita il nostro eCommerce di capire l’impatto di ciò che compra e i motivi alla base delle nostre scelte così che possa orientarsi con consapevolezza nel momento degli acquisti.

Inflazione, aumento dei costi, il conflitto in Ucraina. In un contesto di questo tipo, quanto costa la sostenibilità? E come si mantiene la marginalità?
La vera domanda dovrebbe essere quanto costa non avviare una transizione sostenibile. Un prodotto realizzato in modo convenzionale ha dei costi per l’ambiente e la collettività che vengono normalmente esclusi dal prezzo di vendita in negozio. Ci sembra che la sostenibilità costi di più, ma, al contrario, non applicarla ha delle ricadute molto più gravi per tutti.

Sostenibilità significa anche ambiente di lavoro sano. Quali attività mettete in atto nei confronti dei vostri dipendenti?
Da anni organizziamo momenti di formazione per tutti i dipendenti sui temi di sostenibilità per aumentare la consapevolezza e il coinvolgimento. Quest’anno abbiamo fatto un passo in più: abbiamo organizzato un workshop con gruppi di lavoro trasversali tra direzione prodotto e direzione stile, che si sono messi in gioco a fianco di un’organizzazione non profit per ragazzi con disabilità intellettiva. Siamo convinti che da un’interazione di questo genere nascerà un progetto di upcycling di alcuni capi invenduti da vendere per la primavera-estate 2023. Questa iniziativa si inserisce in un programma più ampio di valorizzazione delle persone che lavorano in Ovs e che prevede percorsi di crescita professionale e corsi sul benessere in azienda.

Che rapporto avete instaurato, invece, con i fornitori in linea con i criteri Esg?
Il nostro punto di forza è la trasparenza: la condivisione delle informazioni relative alle attività di business lungo la filiera produttiva stimola la cooperazione e il miglioramento. I nostri fornitori sono iscritti alla piattaforma Higg di Sac, grazie alla quale possiamo avere una visione delle performance dal punto di vista sociale e ambientale e attivare azioni di miglioramento. Grazie alla Fashion Partnership in Bangladesh, ad esempio, abbiamo attivato un’alleanza con i fornitori per realizzare materiali riciclati dagli scarti produttivi. In questo modo le eccedenze di produzione forniscono la materia prima per la creazione di nuove collezioni, evitando la dispersione nell’ambiente di migliaia di tonnellate di tessuti inutilizzati ed evitando gli impatti dovuti alla produzione di nuovi materiali.

La sostenibilità per Ovs equivale a trasparenza

I consumatori vanno coinvolti in questo iter e informati perché possano fare acquisti consapevoli

I nostri obiettivi sono chiari: vogliamo ridurre del 46,2% le emissioni di C02 entro
il 2030

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