PatchAi e lotta al Covid-19: progetto al vaglio del Ministero della Salute

L’app, che chatta con i pazienti raccogliendo dati in tempo reale, ha risposto alla fast call del Governo per telemedicina e sistemi di monitoraggio

PatchAi, startup med-tech già a supporto di pazienti arruolati in sperimentazioni cliniche di farmaci, con la sua app PatchAiCov ha partecipato alla Fast Call per telemedicina e sistemi di monitoraggio ed è fra i progetti al vaglio del Ministero della Salute per provvedere a un servizio di prevenzione, auto-triage, monitoraggio e informazione della popolazione da remoto per la gestione dell’emergenza sanitaria.

PatchAi è una mobile app che incorpora un assistente virtuale in grado di chattare con gli utenti e pazienti in modo empatico, raccogliendo informazioni in tempo reale. Grazie ad un algoritmo costruito in base alle linee guida del Ministero della Salute, e sulle risposte fornite dagli utenti, l’assistente virtuale dà informazioni riguardo le azioni da seguire (per esempio numeri specifici da contattare, raccomandazioni igienico-sanitarie). Nel frattempo, PatchAi monitora l’utente giornalmente, ri-classificandolo e fornendogli informazioni adeguate in base al rischio e all’evoluzione dell’eventuale sintomatologia.

Ulteriore valore aggiunto della app PatchAi Cov risiede nella presenza di una web-dashboard, da mettere a disposizione delle autorità competenti per elaborare statistiche e mappe interattive degli utenti in base al rischio di infezione, sintomatologia e geolocalizzazione oltre che il supporto completo per l’avvio, gestione, manutenzione del servizio verso utenti ed istituzioni.

“In questa emergenza – spiega Alessandro Monterosso, ceo di PatchAi - ci siamo attivati immediatamente per elaborare un prodotto ad hoc che, oltre ad occuparsi delle persone, abbia un valore anche per le istituzioni”. Il programma consente infatti dalla profilazione socio-demografica e geolocalizzazione degli utenti in tempo reale alla stratificazione della popolazione generale per rischio di infezione - con riduzione dell’utilizzo inappropriato delle risorse del servizio sanitario nazionale - sino alla canalizzazione di informazioni e contenuti educativi ufficiali e validati, evitando il rischio di diffusione di fake news.

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