Protocollo anti inflazione/Prezzi calmierati? L’industria non ci sta e la filiera si divide

Il pensiero di Federdistribuzione con il vicepresidente Giorgio Santambrogio invitato a un nostro #markuptalk

Il protocollo anti inflazione per contenere i prezzi al consumo -da ottobre a dicembre 2023-, proposto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha trovato accoglienza positiva, seppure non entusiasta, da parte della distribuzione moderna e un no secco da parte delle associazioni industriali.

“Con la firma della lettera d’intenti sull’iniziativa ‘Trimestre antinflazione’, le aziende della distribuzione moderna rinnovano la propria disponibilità a collaborare con il Governo per contrastare gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto degli italiani -dichiara in una nota carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione-. Nei giorni scorsi, avevamo condiviso con il Governo i contenuti di un protocollo antinflazione ed eravamo pronti a firmare, ma abbiamo dovuto prendere atto del no da parte dell’industria di trasformazione. Ciononostante, con grande senso di responsabilità, abbiamo deciso di proseguire il percorso già iniziato per trovare insieme alle istituzioni soluzioni concrete di contrasto all’inflazione, con l’obiettivo di tutelare le famiglie e la tenuta dei consumi. Ne è un altro esempio il supporto dato dalla Distribuzione Moderna all’iniziativa ‘Dedicata a te’, la carta istituita dal Governo a sostegno delle famiglie più fragili e a basso reddito per l’acquisto di beni di prima necessità. L’impegno del settore nel contrasto all’aumento dei prezzi dura ormai da diciotto mesi, in cui le aziende distributive hanno messo in campo uno sforzo economico straordinario, sacrificando i propri margini, per contenere il più possibile l’impatto inflattivo al consumo derivante dai rincari dei prezzi di produzione”.

Di diverso avviso, Centromarca e Ibc (Industrie Beni di Consumo) da un lato e Assica, Assitol, Assocarni, Assolatte, Italmopa e Unione italiana food dall’altra che sottolineano come un’azione quella proposta andrebbe ad inficiare il sistema di libera concorrenza tra imprese, oltre alla non prevedibilità dei prezzi di materie prime e inflazione nell’autunno. In una nota, Centromarca e Ibc scrivono: “Pur non mettendo in dubbio la validità delle motivazioni che portano il Governo, attraverso il Mimit, a promuovere interventi a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie, Centromarca e Ibc, hanno ritenuto non praticabile la sottoscrizione del protocollo. La decisione è stata presa tenendo conto sia di aspetti sostanziali sia di valutazioni di carattere formale e giuridico”. La controproposta al governo è il taglio dell’IVA e del cuneo fiscale.

Una posizione che il retail non ha preso affatto bene, Carlo Alberto Buttarelli ha così dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera: “Sono mesi che chiediamo all'industria di mostrare senso di responsabilità verso le famiglie, abbassando, dove possibile, i propri listini di vendita”, ma “l'industria di trasformazione, sollevando argomentazioni pretestuose e strumentali, si dichiara indisponibile: la distribuzione moderna conferma invece la volontà di continuare la collaborazione con il governo”. A questo proposito abbiamo sentito Giorgio Santambrogio, vicepresidente di Federdistribuzione, che spiega il punto di vista della distribuzione e lancia qualche sassolino all’industria…

La posizione è stata confermata anche da Coop: “Esprimiamo il nostro profondo rammarico per la mancata disponibilità dell’industria alimentare a favore di una iniziativa comune della difesa del potere d’acquisto degli italiani. Un’azione congiunta avrebbe certamente permesso migliori risultati. Ciononostante, dopo il fattivo sostegno già assicurato ai possessori della carta per gli indigenti ‘Dedicata a te’ promossa dal Masaf, il nostro senso di responsabilità verso le famiglie italiane ci ha resi nuovamente disponibili ad una collaborazione con il Mimit per individuare le migliori modalità per calmierare i prezzi dei prodotti alimentari -ha commentato Albino Russo, direttore generale Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori)-. Negli ultimi 18 mesi abbiamo trattenuto una parte importante dell’aumento dei listini industriali senza riversarli sui consumatori, ma i bilanci delle nostre cooperative ormai limitano la possibilità di  impegni ulteriori se non nell’ambito di una fattiva collaborazione istituzionale. Auspichiamo quindi che il governo comprenda i problemi strutturali del settore distributivo e lo metta in grado di recuperare quei livelli di efficienza necessari a supportare questo nuovo sforzo di responsabilità sociale”. Nei primi giorni di settembre questi temi verranno discussi in fase di definizione delle modalità operative del protocollo.

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