Pride 2023: l’opinione degli italiani sui temi Lgbt+ (e il monito del caso Target)

Foto di Boris Štromar da Pixabay
Secondo il sondaggio internazionale di Ipsos in Italia il 61% è favorevole al matrimonio egualitario. Sì del 64% anche all'adozione per le coppie Lgbt+

Ultimo aggiornamento al 13 giugno 2023

In vista del Pride 2023 la polemica istituzionale non è mancata, in particolare sul tema del patrocinio dell'evento ritirato da parte della Regione Lazio. Ma qual è il punto di vista degli italiani su tematiche calde e istanze della comunità Lgbt+?
Stando al report annuale di Ipsos sul tema, la popolazione del nostro Paese sembrerebbe decisamente più progressista in larga maggioranza del Governo attuale. Vediamo a seguire i risultati.

Il sondaggio, innanzitutto, rileva che il 9% degli adulti intervistati a livello internazionale si definisce come Lgbt+. Lo stesso dato di media coincide con quello per l'Italia, dove, nello specifico, il 2% si definisce omosessuale, il 3% bisessuale, l’1% pansessuali/omnisessuale e l’1% asessuato. C’è poi un 4% che si definisce transgender/genderfluid/non-binario.
Anche analizzando il tema della visibilità Lgbtq+, ovvero l'atto di essere apertamente visibili e riconoscibili come persone queer nella società, registriamo un aumento rispetto alla precedente rilevazione. Infatti, nei 30 Paesi esaminati quest’anno, in media il 47% afferma di avere un parente, un amico o un collega di lavoro che è lesbica/gay/bisessuale/transgender, con un aumento di 5 punti rispetto al 2021.
In merito al matrimonio tra persone dello stesso sesso, nei 30 Paesi esaminati, il 56% afferma in media che questa possibilità dovrebbe essere legale, mentre il 16% sostiene che dovrebbero poter ottenere un certo riconoscimento legale ma non sposarsi e solo il 14% afferma che non dovrebbero potersi sposare o ottenere alcun tipo di riconoscimento legale. Nel nostro Paese, anche se non è riconosciuto il matrimonio egualitario, il 61% degli italiani si dice a favore. Il 21% è poi favorevole ad almeno una forma di riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso, mentre il 9% si dice totalmente contrario ad ogni tipo di unione. Da segnalare, però rispetto al 2021 una certa retrocessione su questo tema: dei 23 Paesi intervistati sia nel 2021 che quest'anno, l’Italia registra una diminuzione del 2% rispetto al 2021 e nove mostrano un declino di 4 punti o più nella percentuale di chi afferma che le persone dello stesso sesso dovrebbero potersi a sposarsi legalmente (Canada, Germania, Stati Uniti, Messico, Paesi Bassi, Paesi Bassi, Svezia, Gran Bretagna, Brasile e Turchia). Solo Francia e Perù mostrano un aumento di 4 o più punti.

In tema di genitorialità tra persone dello stesso sesso, a livello internazionale il 65% delle persone intervistate afferma che le coppie dello stesso sesso hanno la medesima probabilità delle coppie eterosessuali di crescere figli con successo e il 64% afferma che dovrebbero avere gli stessi diritti di adottare bambini delle coppie eterosessuali. Queste opinioni sono sostenute dalla maggioranza in ventisei Paesi su trenta, compresi quelli dove le coppie dello stesso sesso non possono adottare bimbi, come l’Italia, dove sul fronte adozioni per le coppie Lgbt+ la maggioranza si è detta a favore, arrivando al 64% con un +5% rispetto al 2021.
Sul fronte delle discriminazioni delle persone transgender, il 67% degli intervistati, a livello internazionale, afferma che le persone transgender subiscono una qualche forma di discriminazione, rispetto al 19% che non ne considera nessuna. La maggioranza delle persone nei 30 Paesi intervistati (in media il 76%) è d'accordo sul fatto che le persone transgender debbano essere protette e tutelate da discriminazioni sul luogo di lavoro, nella ricerca di un alloggio e nell'accesso a esercizi commerciali come ristoranti e negozi. Altre misure, invece, ricevono un sostegno più eterogeneo. In media, il 60% è d'accordo sul fatto che gli adolescenti transgender dovrebbero essere autorizzati a ricevere cure per l'affermazione del proprio genere, come consulenze e trattamenti ormonali sostitutivi, con il consenso dei genitori. Il 55% è d'accordo sul fatto che le persone transgender dovrebbero essere autorizzate a utilizzare strutture monosessuali, come i bagni pubblici, che corrispondono al loro genere. Il 53% è d'accordo sul fatto che i documenti rilasciati dal governo, come i passaporti, dovrebbero avere opzioni diverse da "maschio" e "femmina" per le persone che non si identificano in nessuna delle due categorie. Il 47% è d'accordo sul fatto che i sistemi di assicurazione sanitaria dovrebbero coprire i costi della transizione di genere in modo non diverso dai costi di altre procedure mediche. Tra i 30 Paesi presi in esame, il sostegno alle diverse misure varia di molto: è alto in Thailandia, Spagna e in tutta l'America Latina. Tende invece a essere più basso in Corea del Sud, nell'Europa dell'Est, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove i diritti e le tutele dei transgender sono diventati questioni politiche polarizzanti. Tra i Paesi più aperti con sorpresa emerge l’Italia, con percentuali più alte della media.

Attenzione al brand activism "leggero"

Come sempre non mancano le numerose iniziative di marca anche per questo Pride 2023, un brand activism che non va trattato con leggerezza come ben dimostra il caso di Target negli Usa, che ha scelto di ritirare diversi stand in store con abbigliamento a tema per bambini (e non solo) dopo le accese proteste, minacce e boicottaggio da una parte di audience, che hanno portato tra l'altro a una significativa perdita del titolo in borsa. Della serie: fatelo se ci credete davvero e siete disposti a fronteggiare eventuali conseguenze senza goffe retromarce.
Passando all'Italia, troviamo invece case positive come quella di Pasta Garofalo, che “rinnova il suo supporto al Pride Month con una nuova wave della campagna Ama oltre la Forma. Un’iniziativa all’insegna dell’inclusività per celebrare l’amore in ogni sua forma così come accade in cucina”, comunica in una nota il brand stesso. Per celebrare questa ricorrenza, Pasta Garofalo ha realizzato box con un inedito formato di pasta mista e ha lanciato una call to action che invita a preparare una ricetta inclusiva e a condividere l’iniziativa sul proprio profilo Instagram.

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