Prodotti Dop e Igp: gli italiani li acquistano ma non ne conoscono appieno il valore

È quanto emerge dal rapporto realizzato da Luiss Business School, con il supporto di Amazon: un quadro positivo dove tuttavia si evidenzia la necessità di interventi per la promozione e la tutela del made in Italy

Oltre il 90% delle persone ha consapevolezza dei prodotti a Denominazione di origine protetta e di Indicazione geografica protetta e il 96% di almeno uno dei due, in più, nell’arco di un mese, il 76% degli italiani ne ha comprato almeno uno. È il risultato della ricerca Conoscenza e percezione di valore delle denominazioni Dop e Igp tra i consumatori in Italia, realizzata da Luiss business school con il supporto di Amazon. La ricerca si basa sul sentiment e il valore attribuito dagli italiani rispetto ai 838 prodotti Ig riconosciuti dall’Unione europea. Dallo studio emerge che quasi tutti i connazionali riconoscono i prodotti Dop e Igp, ma il solo 27% ritiene che ‘la migliore qualità’ sia l'aspetto caratterizzante, mentre il 55,5% attribuisce all’origine territoriale il loro carattere distintivo. Dalla ricerca si comprende che per rendere riconoscibili i marchi presso i consumatori è necessario lavorare per favorire la diffusione di una maggiore consapevolezza del loro valore e delle loro specificità e insistere nel contrasto alla contraffazione. La netta maggioranza degli italiani comprende il significato tecnico dei prodotti Dop e Igp e l'origine territoriale è considerata molto importante dal 58% dei consumatori. È invece, molto poco diffusa la percezione di altri possibili aspetti caratterizzanti: il miglior contenuto nutrizionale, il minor impatto ambientale del processo produttivo e anche un costo più elevato.

Dop e Igp nelle direttrici di acquisto

Se guardiamo al carrello della spesa degli italiani, il 28% dei consumatori dichiara di prestare una notevole attenzione alle denominazioni Dop e Igp in fase di acquisto. La stragrande maggioranza dei consumatori (oltre il 76%) dice infatti di aver acquistato almeno un prodotto Dop o Igp nell’arco di un mese, con una percentuale significativa che ha effettuato numerosi acquisti: il 12% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato oltre dieci prodotti di questo tipo, mentre il 28% ne ha comprati tra i quattro e i dieci. Per la maggioranza dei consumatori le denominazioni rappresentano un riconoscimento significativo di autenticità (81%) e di qualità superiore (69%). Il 62% degli intervistati poi ha sottolineato la connessione tra la qualità di questi prodotti e la precisa origine geografica. Tuttavia, seppur il 35% degli intervistati riconosce a questi prodotti il posizionamento su fasce di prezzo più alte (tra il 6 e il 10% in più rispetto agli altri generi alimentari) l’effettiva disponibilità a spendere è decisamente inferiore, pur rimanendo significativa: l’11 % circa del campione è disponibile a pagare un prezzo superiore al 15%, mentre circa il 30% non più del 5%.

Dop e Igp a rischio contraffazione

Più di due terzi dei consumatori (il 67,5%) ritiene che i prodotti Dop e Igp siano più esposti al problema della contraffazione rispetto agli altri prodotti alimentari ed è consapevole della necessità di implementare azioni a tutela propria, dei marchi e delle imprese produttrici. Per contrastare la contraffazione, i consumatori considerano fondamentale aumentare i controlli e le sanzioni (85%) migliorare la consapevolezza dei consumatori (84,5%) e rafforzare la collaborazione tra produttori e distributori (81,5%). Tra i soggetti individuati per il contrasto alla contraffazione ci sono produttori e i consorzi di

Matteo Caroli, direttore della Bu applied research Luiss business school

tutela, le forze dell'ordine, la gdo e le associazioni dei consumatori. “Il notevole riconoscimento di valore attribuito dalla maggior parte dei consumatori italiani ai prodotti Dop e Igp -dice Matteo Caroli, direttore della Bu applied research Luiss business school-, rende prioritario rafforzare da un lato le politiche di valorizzazione di tali prodotti nei mercati, dall’altro le misure per abbattere il rischio di contraffazione”. La ricerca “conferma il nostro impegno a fianco delle istituzioni per far conoscere e apprezzare le eccellenze made in Italy nel mondo -fa sapere Bianca Maria Martinelli, strategy and policy senior director Amazon Italia-. La crescita delle aziende italiane passa anche dalla protezione dei marchi, e crediamo che la collaborazione tra istituzioni e imprese per garantire l'autenticità dei prodotti Dop e Igp sia fondamentale per valorizzare i territori, facilitare l'export, contrastare la contraffazione e proteggere i clienti”. A questo scopo Amazon, ha sviluppato servizi a protezione della proprietà intellettuale in parallelo a iniziative di formazione e supporto alle oltre 21 mila pmi italiane che vendono sulla piattaforma, di cui oltre la metà ha esportato per 950 milioni di euro nel 2022. Fin dal 2015, Amazon ha riconosciuto l'importanza del marchio italiano avviando numerosi progetti, tra cui la “Vetrina made in Italy”, con un focus particolare sui prodotti regionali. Grazie alla partnership con Ice, la vetrina è oggi disponibile nei negozi online Amazon di 11 paesi. Tra i prodotti disponibili su Amazon, quelli dell’alimentare si collocano tra le categorie più apprezzate nel mondo. Inoltre Amazon nel 2021 ha sottoscritto un protocollo di intesa con il Masaf e con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari (Icqrf) per la tutela dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli italiani Dop e Igp in vendita su Amazon, atto anche a contrastare le pratiche sleali relative alla corretta informazione sugli alimenti. Questo accordo per la tutela del made in Italy agroalimentare ha reso l’Italia il primo Paese al mondo in cui le Istituzioni hanno siglato un memorandum di intesa con Amazon per proteggere i marchi di origine, tutelare i consumatori, le imprese e prevenire la contraffazione agroalimentare. Una contraffazione che impegna notevolmente lo stato italiano. Il capo del Dipartimento ispettorato centrale repressione frodi, Felice assenta, ha testimoniato il costante lavoro a tutela dei prodotti italiani di qualità contro l’Italian sounding. “Nel corso del 2023 abbiamo svolto oltre 15.700 controlli per i prodotti Dop e Igp sul territorio nazionale e abbiamo effettuato circa 400 interventi di rimozione di prodotti ingannevoli in vendita all’estero e sul web, grazie anche alla presenza di protocolli di intesa stipulati con le principali piattaforme e-commerce con le quali abbiamo effettuato nei 10 anni di collaborazione oltre 4 mila interventi”. Gianluca Di Ascenzo, presidente Codacons ha ricordato che il primato italiano dei prodotti Ig va difeso in un quadro in cui il mercato dell’Italian sounding nell’agroalimentare è arrivato a un fatturato di 120 miliardi di euro. Infine, Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura ha fatto il punto la promozione all’estero dei nostri prodotti Ig: “Ci sono margini di miglioramento nel livello di penetrazione dei prodotti Dop e Igp, denominazioni non devono essere percepite come mere etichette, ma come segno di garanzia di qualità e come punta di diamante per la continuità della crescita dell’agroalimentare italiano, nel Paese, in Europa e nel mondo”.

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