Rotture di stock, senza prodotto cresce l’infedeltà del consumatore

di Massimo Gianvito

La disponibilità dei prodotti nel punto di vendita non è solo un problema di gestione dello scaffale o delle aree promozionali, ma anche una situazione in grado generare importanti ricadute sul piano commerciale, sui risultati di vendita e sulla soddisfazione dei clienti. Se la mancanza di prodotto si ripete nel tempo, può portare all’infedeltà del consumatore. Nel 2015 il 3,7% dei prodotti di largo consumo confezionato è andato in out of stock (erano il 4% nel 2014) e le vendite perse sono state del 4,7% (5% nel 2014). Questo miglioramento ha consentito di non perdere vendite per circa 134 milioni di euro. I dati provengono dal Barometro Osa di Ecr Italia, che, in collaborazione con Iri, analizza ogni mese i dati di vendita di oltre 2.300 punti vendita della gdo sul territorio nazionale e misura l’out of stock e le vendite perse nel mondo del largo consumo fino al dettaglio della singola categoria merceologica. Osa (Optimal Shelf Availability) si riferisce alla disponibilità dei prodotti a scaffale per il consumatore, secondo l’assortimento programmato, continuativo o promozionale. Il Barometro è lo strumento di misurazione continua e aggettiva del fenomeno su cui le aziende e la filiera possono basare il perfezionamento e la valutazione dei processi di gestione delle rotture di stock messi a punto in ambito Ecr Italia e applicati dalle imprese. “Nell’attuale contesto di mercati stagnanti”, spiega Bruno Aceto, Ceo di Gs1 Italy, «recuperare efficienza riducendo il fenomeno delle rotture di stock è diventata un’esigenza primaria per le aziende del largo consumo. Osa non è una questione squisitamente logistica, come è stata considerata per molto tempo, ha ricadute importanti sul piano commerciale, sui risultati di vendita e sulla soddisfazione dei clienti e merita di essere affrontato in ottica strategica e collaborativa da industria e distribuzione”. Il fenomeno dell’out of stock produce, infatti, conseguenze significative anche nei comportamenti di acquisto dei consumatori: per esempio, tre volte su sette un consumatore non trova sullo scaffale il prodotto che cerca. Questo quanto emerge dall’analisi fatta da ECR Italia in collaborazione con Iri di 5.500 giri spesa effettuati nel corso di un mese da parte di 780 acquirenti.

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