Creare futuro con la gestione del rischio (e della qualità)

L’aspettativa di vita dell’impresa diminuisce. Eppure si sovrastima tuttora la longevità del core-business. La spinta al cambiamento registra un’ulteriore accelerazione (da Mark Up n. 256)

La posta in gioco è sempre più alta, mentre l’aspettativa di vita delle imprese si riduce. Essere in grado di gestire efficacemente i rischi e di promuovere il cambiamento è la pre-
condizione per sopravvivere. La trasformazione IT è al centro della scena, perché la rivoluzione digitale impone alle aziende di evolversi a una velocità superiore. Cinquant’anni fa le aziende Fortune 500 avevano un’aspettativa di vita di 75 anni. Oggi un’impresa Fortune 500 ha un’aspettativa di vita di soli 15 anni e continua a diminuire. “Nel 2014 l’88% delle aziende Fortune 500 fondate nel 1955 non esisteva più e questa rivoluzione creativa, dinamica, è un bene per tutti” -American Enterprise Institute, Mark J. Perry, 18 agosto 2014. La transizione esplosiva dalla fotografia analogica a quella digitale si sta verificando anche in altri settori: Kodak ha inventato la macchina fotografica digitale, ma non ci ha creduto abbastanza da sostenere l’investimento, anche cambiando il contesto aziendale, e ne ha pagato le conseguenze. Saper leggere e raccontare il valore di un’organizzazione implica l’adozione di un pensiero e un approccio integrato a un’organizzazione che produce non più solo in termini di valore economico e finanziario ma anche umano, intellettuale, naturale, sociale, manifatturiero e, cioè, dai beni intangibili. Quest’approccio è coerente col fatto che la percentuale di valore di mercato è oggi generato fino all’84% dai beni intangibili rispetto ai beni fisici e finanziari. Tale rapporto si è letteralmente invertito dal 1979 al 2010. Secondo una ricerca Ibm, le principali sfide che un’impresa deve affrontare in un percorso di rinnovamento sono i cambiamenti nella mentalità e negli atteggiamenti (58%), la cultura dell’Organizzazione (49%) e la sottovalutazione della complessità del progetto (35%). I principali fattori di successo riguardano invece: sponsorship del top management (92%), coinvolgimento delle persone (72%), comunicazione chiara e tempestiva (70%). La complessità odierna impone la necessità di superare visioni parziali ed autoreferenziali: nessuna azienda può prescindere da un approccio integrato alla gestione del rischio per accrescere la capacità di generare valore per sé e il proprio territorio. La gestione delle crisi e degli aspetti legali e normativi resta un processo fondamentale, un prerequisito importante, ma da solo non basta più. Occorre anticipare. Rincorrere le emergenze comporta uno spreco insostenibile di energie, che potrebbero altrimenti essere impiegate in attività di prevenzione e innovazione. Una funzione qualità che propone soluzioni, promuove il confronto interno e il dialogo con gli interlocutori rilevanti può integrare e arricchire profittevolmente la strategia di business.

L'intero articolo su Mark Up n.256

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