Milano, via Torino sempre più ricercata, “spacca” con Primark

Via Torino 45 a Milano è un immobile storico per il retail italiano e internazionale: ha ospitato megastore plurilivello, da Standa fino a Trony. L'arrivo di Primark conferma l'interesse per questa location del centro meneghina, in grande ascesa per i flussi pedonali e le nuove insegne

Primark, il retailer irlandese che ha inaugurato due anni fa la sua presenza in Italia con un punto di vendita di 6.000 mq di Gla aperto nel centro commerciale Il Centro di Arese, arriva per la prima volta in un centro urbano: quello di Milano, dove aprirà in via Torino, al posto di Trony -che non ha avuto molta fortuna - in quell'edificio storico all'angolo di via Palla, per anni sede della libreria Fnac, vicino al quale oggi c'è un megastore di Terranova.

Il retailer dell'abbigliamento low cost per la famiglia, nato a Dublino nel 1969, non è dunque superstizioso e non teme l'ugual sorte toccata a non poche e illustri catene e insegne -da Standa a Billa, da Fnac a Trony- che si sono succedute negli anniPrimark si appresta ad aprire sui 7 livelli dell'edificio per complessivi 10.000 mq, con un contratto la cui durata -20 anni- testimonierebbe la sicurezza e la fiducia nella location. Per quanto riguarda il canone di affitto annuo (2,5 milioni di euro), Primark può ritenersi contenta perché 2,5 milioni/anno per 10.000 mq in via Torino angolo via Palla è un cadeau da re Magio.

L'immobile di via Torino 45 fu sede per quasi 70 anni di Standa: lo acquisirono due dei dei fondatori di Standa, i fratelli Franco e Italo Monzino, nel 1931 per 50.000 lire dell'epoca. In questo edificio la francesce Fnac è rimasta per 12 anni prima di chiudere, nel 2012, per ragioni che attengono più alla strategia della Casamadre che all'immobile in se stesso e alla sua posizione. Dopo Billa (l'insegna di Gruppo Rewe) e Trony, l'ultimo inquilino prima di Primark, c'è stato un interregno di vacancy biennale (cioè di sfitto, di vuoto retail) e un tentativo da parte della famiglia proprietaria di vendere l'immobile: gli aspiranti all'acquisizione del palazzo non mancavano, disposti a sborsare circa 90-100 milioni di euro.

Non dimentichiamo che il problema di quella location è solo in minima parte immobiliare, ma dipende anche da (errate) scelte di posizionamento merceologico e commerciale: Fnac, che pure era un gran bel punto di vendita, non poteva competere con l'attrazione delle centralissime, ovvero delle ancor più centrali, laFeltrinelli e Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele (cui aggiungesi Mondadori di Duomo versante Piazza Diaz); e Trony che c'azzeccava con via Torino? Per tacere di Billa: un grande supermercato in via Torino? E chi ci andava a far la spesa? I figli della plutoborghesia milanese? Eppure, la presenza di una forte ristorazione acchiappaflussi e soprattutto di un nuovo magnete food per la spesa "everyday" a basso costo (penso ai turisti più che ai residenti) incrementerebbe il tasso di appeal -già considerevole- di via Torino.

Primark è l'insegna giusta, almeno è la prima insegna giusta dopo vent'anni di misplacement commerciali. E sarebbe stata non meno azzeccata la scelta di H&M che però è ormai mainstream, e quindi non è più una novità.

Comunque, Milano strappa il primato a Roma (nel cui centro si vociferava Primark volesse appuntare la prima bandierina simbolica delle prossime aperture up-town) e permette al retailer la sua prima partita come flagship in una posizione centralissima, dopo i tre megastore aperti nei centri commerciali ad Arese (Il Centro), a Roncadelle (Elnòs), a Campi Bisenzio (I Gigli), e a Verona (Adigeo).

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome