Zuccheri e dolcificanti, senza una rotta univoca

Il lockdown ha ridato forte impulso a segmenti precedentemente in fase di contrazione. Si riapre una concettualizzazione dello zucchero meno punitiva sul versante della salute

Nel complesso il comparto aggrega i mondi dello zucchero, della dolcificazione e del miele. È da tempo in rosso a volume e valore. Nel 2019 le vendite di zucchero nei canali della distribuzione moderna (esclusi i discount) si sono attestati a 211 milioni di euro. Hanno chiuso l'anno teminante a maggio 2020 a quota 191 milioni. Si registra fra l'altro un riequilibrio dei fatturati fra vendite B2C e B2B a favore dei flussi verso l'industria alimentare.

Nel retail il trend salutista è ben consolidato. Ma è stato oggettivamente riscontrato che nei due mesi di lockdown le abitudini salutistiche degli italiani sono state temporaneamente accantonate in funzione della maggiore dedizione alla cucina di cui tanto si è già scritto. L'auspicio è che si sia aperta una finestra sul concetto che, all’interno di una dieta equilibrata, possa essere incluso anche lo zucchero che, al pari di qualsiasi altro alimento, non deve essere assunto in eccesso.

No quote, Italia al margine

Nel panel dei produttori mondiali l’Italia si trova a margine. Ciò è dovuto alla decisione presa a Bruxelles nel 2006 di eliminare le quote zucchero. Il settore bieticolo-saccarifero europeo ha vissuto un processo di razionalizzazione fino a che, dal primo ottobre 2017, è venuto a cessare un sistema di regole di mercato che durava dal 1968. Da quel momento allo zucchero è stato applicato un regime di libero mercato all’interno dell’Ue, dove le aziende più competitive hanno potuto sottrarre quote di mercato ai player minori. Risultato: il prezzo della materia prima è drasticamente calato e 15 zuccherifici su 19 attivi fino a quel momento in Italia hanno chiuso, con conseguente ridimensionamento della relativa filiera agricola.

Gli zuccherifici ancora in produzione attualmente sono soltanto due, a Minerbio (Bo) e Pontelongo (Pd), entrambi afferenti alla cooperativa bolognese Coprob, ultimo baluardo del made in Italy nel settore, grazie a un pool di 5mila aziende (più 2mila che conferiscono materia prima) con oltre 30mila ettari di bacino bieticolo tra Emilia-Romagna e Veneto e 250mila tonnellate di zucchero prodotte.

Un altro dei colossi in produzione sul territorio nazionale è Eridania, la cui proprietà non è più italiana: dal 2016 -dopo l’uscita di scena del Gruppo Maccaferri- l’azienda è interamente in mano ai francesi di Cristal Union, secondo gruppo francese e quarto player in Europa per la produzione specifica. A Bologna si trova la sede legale e operativa e a Russi c’è un importante stabilimento dedicato al confezionamento del prodotto. Far parte di un grande gruppo internazionale ha consentito allo storico marchio della tradizione di avere forza globale.
Per consumo quello italiano è il terzo mercato europeo, in cui il produttore nazionale arriva a coprire il 15% del fabbisogno nazionale. Durante l’emergenza sanitaria Italia Zuccheri -il marchio della coop bolognese- ha registrato un +41,8%. Risultato che si spiega rispetto al dato medio di mercato con la maggiore attenzione dei consumatori, in particolare durante il periodo di lockdown, al made in Italy. Coprob ha scelto la strada dell’innovazione in campo agronomico per raggiungere obiettivi multi-filiera: un esempio è la costruzione da zero della coltivazione biologica della barbabietola che in due anni ha raggiunto i 1.800 ettari, permettendo ad agricoltori di regioni in cui era sparita -a causa della riforma- di reintrodurla nel piano colturale.

“Stiamo coltivando la quantità di barbabietola prevista –spiegava alla stampa Claudio Gallerani, presidente Coprob - tra l'altro con un +40% della superficie di biologico”. Lo storico stabilimento di Piove di Sacco, in attività da 100 anni, insieme a quello di Minerbio (Bo), ha prodotto lo scorso anno 280mila tonnellate di zucchero, nelle vesti di unica filiera 100% italiana. Una sfida sempre più complicata per un settore che da tempo chiede alla politica riforme strutturali. Lo zuccherificio locale è approvvigionato, in primis, con le barbabietole coltivate nei 9.500 ettari di terreno delle circa 1.200 aziende agricole venete che hanno scommesso ancora una volta su questa coltura. Il bacino però è ben più ampio (14mila ettari) perché in paese arrivano anche i raccolti del Friuli e della zona di Ferrara.
Dopo gli ingenti investimenti degli ultimi anni fatti sull’ammodernamento dei macchinari, la manutenzione invernale e primaverile si è concentrata sul miglioramento della loro efficienza.

“Vogliamo rendere la coltura della bietola sempre più sostenibile e per fare questo siamo costantemente impegnati nell’affiancare i nostri soci e i bieticoltori con un supporto tecnico puntuale. Durante l’emergenza sanitaria non ci siamo mai fermati. A marzo abbiamo registrato un sostanziale pareggio. Sul bilancio di aprile pesa il blocco dell’industria dolciaria: si è perso tanto, l’80% del nostro zucchero finisce proprio nel canale industriale. Ci avviamo a un ritorno alla normalità, con tutta la prudenza del caso”.

Il progetto di filiera sostenibile è già partito. A tale proposito Coprob ha già lanciato la nuova campagna di posizionamento del suo brand, su piccolo schermo e digital, che pone al centro del concept creativo il racconto dei valori del brand attraverso una giornata di lavoro tipo di diversi coltivatori, per mostrare e valorizzare l’impegno, il rispetto e la passione che stanno dietro a un ingrediente “semplice” come lo zucchero. “Volevamo raccontare l’origine agricola dello zucchero ed in che modo i nostri agricoltori portano avanti, da tanto tempo ormai, l’unica filiera dello zucchero 100% Italiano”, spiega Leandro Cariolo, responsabile marketing & trade marketing di Italia Zuccheri. La campagna è stata on air tra agosto e settembre supportata dalla comunicazione sui canali digitali e, in particolare, sui social network. Coprob è anche impegnata in progetti di economia circolare valorizzando i prodotti che derivano dalla lavorazione della barbabietola.

Molino Rossetto differenzia il portfolio e apre allo zucchero. Lancia una gamma da 4 referenze: classico, extrafine, canna bio e canna golden. Il tutto utilizzando il Vpack in carta Fsc e tappo a vite.

Si tratta dello stesso confezionamento che Molino Rossetto ha recentemente adottato per tutte le sue farine ribaltando il concetto di esposizione a scaffale e di servizio in cucina. La nuova linea si chiama Blucartadazucchero. L'allargamento di assortimento è reso possibile da un accordo con Coprob, gruppo cooperativo di aziende agricole di cui fa parte anche La Molinella, società agricola di proprietà di Molino Rossetto. Due referenze si posizionano così per origine nazionale e a km zero. Le restanti referenze sono frutto di accordo con Altromercato e si ricollegano alla filiera di commercio equosolidale. In tal modo Molino Rossetto prova a consolidare in maniera concreta la spinta al ritorno in cucina che ha caratterizzato il primo semestre 2020: le due categorie di prodotto infatti si accompagnano in molteplici utilizzi, sono complementari e hanno caratteristiche fisiche comuni. L'idea di proporle nel punto di vendita in abbinamento e riconoscibili per confezionamento inedito (e particolarmente incisivo nell'utilizzo pratico) potrebbe portare al mondo dello zucchero un nuovo prodotto di marca di elevata credibilità e specializzazione.

Dal canto suo Eridania Italia, durante le 8 settimane dell’emergenza, ha incrementato la distribuzione del 50%, con oltre 30 milioni di kg di zucchero venduti in tutta Italia. L’azienda ha potuto contare sulla straordinaria flessibilità produttiva e logistica dell’impianto di Russi, il più grande impianto di confezionamento in Europa per lo zucchero. La continuità della disponibilità è stata assicurata anche grazie a due elementi strategici: il terminal ferroviario presso l’impianto che rifornisce con continuità i tre silos con 56 milioni di kg di capacità di stoccaggio, e il flusso di zucchero proveniente dalla raffineria SRB di Brindisi, partner di Eridania Italia, che serve soprattutto l’industria e le regioni del Sud.

Scelte strategiche

Le scelte strategiche dell’azienda, realizzate in un più ampio progetto di sostenibilità, hanno permesso di gestire la totalità degli arrivi di zucchero all’impianto di confezionamento via treno, consentendo di eliminare dalle strade circa 3.000 container trasportati su gomma.
Il gruppo saccarifero Tereos stima che il suo livello di attività sia tornato all'inizio di giugno “vicino al suo livello pre-crisi. I buoni risultati delle attività relative ad alcol e zuccheri farmaceutici per il grande pubblico in Europa, nonché l'aumento dei volumi venduti dal Brasile e dei prezzi in Europa, hanno consentito di compensare pressoché integralmente i cali di attività in mercati colpiti dalla crisi sanitaria, in particolare l'etanolo e le categorie esposte alla ristorazione fuori casa ”, riferisce il gruppo. Tereos France è oggi il terzo produttore mondiale di zucchero. È presente in Italia dal marzo 2017, con due divisioni, b2b e b2c. “In occasione di Marca 2020 -spiega Vincenzo Vangone, key account manager B to C Tereos Italia- Beghin Say ha introdotto sul mercato un innovativo ed inedito formato: il Doypack da 750 g con tappo dosatore apri-e-chiudi. La sua confezione flessibile ed ermetica permette di preservare gli aromi dello zucchero e proteggerlo dall’umidità. Negli ultimi tre anni l’azienda è cresciuta in maniera soddisfacente –prosegue il manager- e oggi è fornitrice come private label di alcuni player della gdo e punta a lanciare il proprio brand Béghin Say in numerosi formati, al fine di dare una completezza alla gamma e di poter allargare lo scaffale del retailer”.

Dolcificanti artificiali

I dolcificanti artificiali, rispetto a quelli naturali, sono ancora il 60% del mercato a valore e il 65% a unità. Compresse e bustine rappresentano più della metà delle vendite a unità della categoria con un valore di circa 13 milioni di euro, in assenza di significative innovazione negli ultimi anni (Fonte: Dati IRI I+S+LSP ad agosto 2019). Eridania ha presentato sul finire del 2019 una segmentazione dell’offerta che, oltre ai prodotti base, comprende numerose specialità bio, vegan e gluten free, dal cocco al dattero, riso e agave. Protagonisti anche il dolcificante liquido Zero e Truvia, la gamma di dolcificanti di origine naturale a base di stevia. Con una quota di mercato del 16% a due anni dal lancio, 1 milione di euro di vendite a sell out e un 73% di brand awareness, Eridania Zero si posiziona oggi come 2° player del segmento in un mercato complessivo dolcificanti che vale 42 milioni di euro.

Eridania Zero Compresse introduce per la prima volta in Italia le “mini compresse”, offrendo una confezione da mini unità, contenute in un dispenser che utilizza il 23% di plastica in meno rispetto a quelli standard.

La nuova campagna

È andata in onda nel mese di maggio la nuova campagna televisiva di Italia Zuccheri, un messaggio corale che vuole dare voce ai valori della filiera di Coprob. Testimonial è Gerry Scotti, che si unisce, tra le corsie di un supermercato, ad alcuni soci bieticoltori di Coprob per farsi portavoce della produzione nazionale.

La sicurezza spinge anche il miele

“La recente emergenza sanitaria –ha spiegato Nicoletta Maffini, direttore commerciale e marketing Conapi- ha spinto la crescita di alcuni prodotti e categorie merceologiche e tra queste anche il miele. I dati Nielsen evidenziano una crescita importante del segmento e, all’interno di questa, Conapi ha registrato una performance superiore, tant’è che siamo il terzo player come brand”.

Mielizia dolcifica il gelato

È in corso una brand extension per Mielizia verso una linea di gelati a lista breve di ingredienti, in cui l’unico zucchero utilizzato è il miele. L’obiettivo è di ampliare la penetrazione nei punti vendita sia in Italia sia all’estero, dove vanta una presenza in Francia e in Giappone con la linea bio. Lo sguardo è rivolto anche ad altri mercati esteri oltreoceano, a partire dagli Stati Uniti. Un mercato non facile perché in assenza della cultura del miele che c’è in Italia.

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