Primo progetto di agricoltura rigenerativa di Knorr: realizzato con Parboriz e Innova-tech con la collaborazione delle Università di Torino, Pavia, Milano

Riduzione fino al 35% delle emissioni di gas serra, miglioramento della biodiversità e della salute dei terreni e taglio fino al 30% nell’utilizzo di acqua. Sono alcuni dei tratti salienti del progetto Knorr di agricoltura rigenerativa, parte del programma “BuonCibo Knorr”: il pilota che riguarda il riso è portato avanti grazie alla collaborazione di ParborizInnova-tech con ricercatori e professori delle Università di Torino, Pavia, Milano. Anche le tecniche di coltivazione dei prodotti che poi diventano ingredienti dei nostri pasti tutti i giorni impattano sul cambiamento climatico: il sistema alimentare è responsabile per oltre il 30% delle emissioni di gas serra. La sola adozione di pratiche sostenibili, che minimizzano l’impatto ambientale delle colture, oggi non basta, ci vogliono approcci e tecniche ancora più incisivi. Da qui nasce il progetto Knorr di agricoltura rigenerativa.

Agricoltura rigenerativaDa questo progetto ci aspettiamo importanti risultati in termini qualitativi e quantitativi –spiega Aldo Ferrero, professore del dipartimento Disafa dell’Università degli studi di Torino e coordinatore scientifico del progetto-. Al termine della fase pilota, l’obiettivo è ridurre fino a circa il 30% le emissioni di gas serra rispetto alle condizioni ordinarie di coltivazione. Ci aspettiamo anche un importante aumento della presenza di uccelli acquatici, insetti impollinatori e anfibi. Riteniamo di poter ottenere già tra fine di questo anno e l’inizio del prossimo i primi significativi risultati e la conferma del raggiungimento dei nostri obiettivi”.

L’approccio rigenerativo è alla base dell’obiettivo su scala globale che Knorr si è voluta dare da qui al 2025: portare alimenti buoni per le persone e il pianeta su 7 miliardi di piatti implementando 50 progetti di agricoltura rigenerativa che coinvolgeranno l’80% degli ingredienti chiave dei suoi prodotti entro i prossimi 4 anni. Si tratta di progetti a lungo termine con obiettivi specifici il cui impatto potrà essere valutato nel breve e nel lungo periodo. 

IL PROGETTO ITALIANO

Il progetto di agricoltura rigenerativa Knorr Italia è conforme ai principi di agricoltura rigenerativa di Unilever, progettato per contribuire a ridurre le emissioni di carbonio, per favorire la biodiversità e per migliorare la qualità dell’acqua. Per ogni area, adottate specifiche pratiche nel rispetto di flora e fauna del territorio.

Alcune pratiche agronomiche di gestione del suolo e dell’acqua aiutano a ridurre le emissioni di gas serra: per esempio le sommersioni invernali. Pratiche come il sovescio migliorano la fertilità del suolo; il sovescio è la tecnica basata sulla semina di una coltura in successione alla raccolta del riso e poi del suo interramento prima della coltivazione di un nuovo ciclo di riso.

L’aumento della biodiversità nell’ambiente della risaia sarà raggiunto attraverso una serie di interventi che permettano di incrementare la presenza di insetti impollinatori, di anfibi e di uccelli, in particolare degli uccelli acquatici.

“A questo riguardo, è fondamentale la corretta gestione della vegetazione presente sugli argini delle risaie insieme alla presenza costante di acqua, in alcuni solchi della risaia, durante la stagione vegetativa -commenta Edoardo Saluzzo, responsabile R&D di Innova-tech, partner del progetto-. Il principale obiettivo, in questo caso, è quello di favorire lo sviluppo dei cicli naturali, in modo da consentire alla natura stessa di sostenere e migliorare la produzione risicola”.

Agricoltura rigenerativa
Marco Baino

La riduzione dei residui dei prodotti utilizzati per la difesa del riso  migliora la qualità dell’acqua. “Aderire a questo progetto di agricoltura rigenerativa permetterà alla mia azienda di migliorare l’efficienza produttiva e la sostenibilità ambientale della produzione del riso -.” racconta Marco Baino, di Baino Martino e Marco Società Agricola, aderente al progetto-. Con l’adozione di processi innovativi come ad esempio l’introduzione delle colture da sovescio e di sistemi di precision farming  mi sarà possibile contenere i costi di produzione e limitare i possibili effetti sfavorevoli sulla natura, migliorando anche la qualità del riso, che è ovviamente una delle nostre priorità”. 

“Come Unilever riteniamo che l’impatto ambientale sia una nostra responsabilità e quindi ne abbiamo fatto la nostra missione -commenta Barbara Cavicchia, General Manager Nutrition Italy Unilever-. L’obiettivo del percorso intrapreso va nella direzione di promuovere e sensibilizzare i consumatori e gli operatori verso scelte più sane e sostenibili per gettare le basi di un futuro migliore per noi e per le prossime generazioni È un impegno che portiamo avanti in tutto il mondo e che in Italia prende forma attraverso il progetto BuonCibo Knorr che, in soli 4 anni, ha raggiunto importanti traguardi. Un percorso che vuole dare agli italiani il modo per portare in tavola piatti sempre migliori per se stessi e per il nostro pianeta, attraverso consigli, ricette, e prodotti sempre più responsabili. È un programma possibile grazie alle partnership, ormai collaudate, con enti istituzionali e accademici, società scientifiche e professionisti accreditati, che tra le altre cose ci hanno supportato nel creare le ricette del Buon Cibo, aiutandoci a mangiare con gusto e semplicità un po’ più verdure e proteine vegetali, e selezionare gli alimenti che possono fare la differenza”.

 

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