Editoriale: Agrofuturo

Cristina Lazzati
Tecnologie all’avanguardia, nuovi approcci... la trasformazione digitale è ormai approdata all’agricoltura. Per l’agroindustria italiana è il momento di raccogliere la sfida e vincerla (da mark up 321)

I settori agroalimentare e agricolo stanno affrontando una trasformazione senza precedenti grazie ai cambiamenti tecnologici in arrivo. L’Intelligenza Artificiale, la blockchain, l’agricoltura verticale e di precisione stanno apportando benefici significativi, migliorando l’efficienza, la sostenibilità e la sicurezza alimentare. Nuove tecnologie che trasformeranno, e lo stanno già facendo, radicalmente la produzione, la distribuzione e il consumo di cibo, creando opportunità economiche e occupazionali. Una sfida che, se vinta, potrà garantire un futuro promettente per il settore, contribuendo al benessere delle persone e al progresso economico. L’agricoltura di precisione sta riscrivendo le regole del gioco. Grazie all’uso di sensori avanzati, Gps, droni e mappe satellitari, è possibile analizzare accuratamente il suolo, il clima e le condizioni delle colture. Questa conoscenza dettagliata consente di adottare un approccio mirato, applicando quantità precise di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci. Inoltre, questo metodo d’intervento non solo ci permette di massimizzare le rese e ridurre gli sprechi ma fa bene all’ambiente.

La domanda sarebbe: se è tutto così profittevole perché in Italia non assistiamo a una corsa del mondo agricolo verso questi nuovi sistemi? La crescita è a doppia cifra per chi li applica, ma per superfici gestite in modalità 4.0 (8%) c’è ancora grande spazio di crescita. Adesso sarebbe il momento del mainstream ma ... c’è sempre un ma.
Come in altri settori “confinanti”, l’eccessiva polverizzazione agricola rende difficile l’accesso a investimenti che, inizialmente, sono importanti e non necessariamente cominciano a dare risultati il giorno successivo. Un problema che si attorciglia con un altro: l’accesso al credito, mai facile in Italia e oggi reso ancora più complicato dall’aumento dei tassi; il Pnrr potrebbe essere d’aiuto ma per accedervi sono necessarie competenze che spesso mancano, forse questo potrebbe essere un compito per consorzi e associazioni.

Inoltre, il tema delle competenze è ancora più problematico in questo settore. Infatti, le competenze tech sono oggi tra le più ricercate e l’agricoltura si aggiungerebbe all’appello come buona ultima tra i settori con sete di talenti ma ritenuti poco attrattivi.
Rimane il fatto che non c’è tempo da perdere e il coraggio di affrontare il nuovo è l’unica arma per non farsi sconfiggere. Siamo sulla soglia di una nuova era per l’agricoltura italiana, queste innovazioni ci porrebbero al centro di una crescita economica sostenibile, creando nuove opportunità di business e occupazione. L’Italia, con il suo patrimonio agricolo di qualità, potrebbe così diventare un punto di riferimento unico al mondo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome