Nel presentare - alla Fondazione Feltrinelli, a Milano, il nuovo CirFood District, centro dedicato alla ricerca e alla sperimentazione per l’innovazione in ambito nutrizionale e food service, che aprirà a Reggio Emilia nel 2020, CirFood, uno dei massimi gruppi italiani di ristorazione pluricanale con un giro d'affari complessivo di quasi 680 milioni di euro, ha promosso una sessione plenaria molto interessante per gli spunti emersi. Troppo spesso si parla nei diversi media oggi disponibili di cucina, food, cibo, locali nuovi o tradizionali, e via ristorando/gustando, ma ancora poco (o in maniera non sufficiente o inadeguata) della gravità dei problemi sottesi all'alimentazione come moda e business. A fornire spunti e dati utili a una riflessione più consapevole, ci hanno pensato soprattutto Roberto Cingolani (direttore scientifico Istituto Italiano Tecnologia) e il Colonnello Luigi Cortellessa, Comandante dei Carabinieri per la tutela dell'agroalimentare.
Fra 30 anni la popolazione mondiale ammonterà a 10 miliardi di persone: "Per una nutrizione completa ogni individuo dovrebbe disporre di 2 ettari -ha ricordato Cingolani- oggi siamo a 1,6. Viviamo da tempo in una società basata sugli squilibri e siamo così folli da pensare che lo squilibrio senza conseguenze irreparabili sia una realtà cronica. Non è così: a fronte del miliardo di persone che soffrono la fame, abbiamo 2 miliardi di obesi e un sistema che permette di sprecare 1 miliardo di tonnellate di cibo all'anno. E che il cibo inteso nella totalità della sua filiera sia un tema con forti impatti sull'etica e sulla sostenibilità ambientale, lo dimostra il fatto che il 30% delle emissioni di Co2 nel 2018 vengono dalla zootecnia".
Cogliamo il suggerimento di Cingolani che invita ad andare sul sito Wordometers (statistiche mondiali) dal quale apprendiamo che nel 2050 i 10 paesi più popolati al mondo saranno nell'ordine:
- India 1,658,978,162
- Cina 1,364,456,723
- Nigeria 410,677,868
- Usa 389,591,663
- Indonesia 321,550,686
- Pakistan 306,940,443
- Brasile 232,688,044
- Bangladesh 201,926,816
- DR Congo 197,404,202
- Etiopia 190,869,632
Fonte: Wordometers
L'urgente necessità dei controlli
Il secondo ambito di cui si tiene poco conto nell'entusiasmo esperienziale, nel circo multicolore e multisapore del food-loving, rimanda ai casi -crescenti- di contraffazione e frode alimentare. Di entrambe si occupano i Carabinieri, l'unico corpo/istituzione militare e di pubblica sicurezza al mondo ad avere un nucleo specializzato nella individuazione e repressione delle frodi alimentari. "In questi primi mesi del 2019 -ha detto il Colonnello Luigi Cortellessa- abbiamo visitato 630 aziende e disposto sequestri per 5.000 tonnellate di prodotto, un quantitativo 3 volte superiore a quello del 2018 (stesso periodo). Questi sequestri sono avvenuti soprattutto nelle strutture di stoccaggio intermedie e presso la Gdo".
Ma quali sono le infrazioni più frequenti? "Prodotti convenzionali venduti come biologici; contraffazione a livello di Dop/Igt e prodotti con marchio di tutela ma che non hanno rispettato in qualche punto i capitolati di produzione: per esempio il caso del Prosciutto di un famoso consorzio, prodotto con cosce di suini che non sono stati nutriti come previsto dai capitolati consortili".
La frode commerciale più diffusa vede come protagonista la mozzarella di bufala, vantata da molti ristoranti, anche titolati, del nord come ingrediente genuino, quando trattasi spesso di mozzarella di latte vaccino. "Il problema non è tanto di natura qualitativa e igienico-sanitaria -aggiunge Cortellessa- quanto di correttezza nei confronti dei consumatori e dei turisti che finiscono per pagare un sovrapprezzo non corrispondente alla realtà di quanto consumano. Ed è triste che in queste frodi compaiano nomi eccellenti della ristorazione italiana".
Natura e obiettivi di CirFood District
Cirfood District sarà un punto di riferimento nel panorama italiano e internazionale per l’open innovation nel campo dell’alimentazione. Sarà un luogo dove l’impresa svolgerà le proprie attività di ricerca e sviluppo, in termini di prodotto, processo e servizio e dove si concretizzerà la collaborazione tra sistema pubblico e settore privato, con l’obiettivo di favorire la contaminazione tra istituzioni, aziende, start-up, enti di ricerca, università, terzo settore e produttori coinvolti a vario titolo nello sviluppo di soluzioni innovative per le sfide locali e globali sul futuro del cibo e della nutrizione.
"CirFood District è l’espressione più contemporanea della nostra cultura d’impresa che si basa sui tre valori: cibo, cultura, persone -aggiunge Chiara Nasi, Presidente di CirFood-. Questo progetto ci consentirà non solo di arricchire la nostra organizzazione cooperativa di una prospettiva concreta per l’innovazione condivisa, ma di contribuire allo sviluppo di nuove idee e progetti in grado di migliorare lo stile di vita e il benessere delle persone".
CirFood District è il primo tassello di un progetto chiamato Nutrition Valley che accoglierà e sosterrà progetti, opportunità di confronto e sperimentazione, grazie a un concept architettonico open e a una piattaforma di eventi variegata e adatta a diversi pubblici. Lo scambio di idee ed esperienze troveranno nel CirFood District uno spazio polifunzionale per co-progettare e condividere idee e best practice.
"Cirfood District è l’esito della capacità di CirFood di cogliere i cambiamenti e sintonizzarsi con un contesto in forte e rapido movimento, mettendo le persone e le loro idee al centro di un processo evolutivo fondamentale per lo sviluppo del food service -aggiunge Giordano Curti, Direttore generale di CirFood-. Ci poniamo l’obiettivo di creare connessioni con tutte le realtà italiane e del mondo che fanno ricerca sul cibo, valorizzando la cultura del territorio in cui la nostra impresa è profondamente radicata per esprimere la propria vocazione all’innovazione".
Sostenibile e circondato da Food Forest
L'edificio che ospiterà Cirfood District -costruito secondo principi di sostenibilità ambientale, con particolare attenzione all’efficienza energetica, grazie anche all’adozione di una copertura verde, e alla produzione di energia rinnovabile con pannelli fotovoltaici- è progettato dallo Studio di Architettura Iotti + Pavarani Architetti e da Lauro Sacchetti Associati: sarà il primo edificio a Reggio Emilia con livello Gold di certificazione secondo il protocollo internazionale di sostenibilità Leed.
Il progetto prevede l'integrazione tra edificio e paesaggio circostante, caratterizzato da una foresta edibile (Food Forest) di specie autoctone della Pianura Padana, che offrirà ai visitatori percorsi di scoperta e approfondimento sulle origini del cibo, i metodi di produzione, trasformazione, consumo, recupero e l’importanza della difesa della biodiversità.
Area di progetto: 15.200 mq
CIRFOOD DISTRICT: 1.600 mq
Area a verde: 8.800 mq,
di cui:
Food Forest 1.800 mq
Area orti 500 mq
Area a cereali 3.500 mq
Area copertura verde: 850 mq
Progetto: Iotti+Pavarani Architetti; Lauro Sacchetti Associati
Progetto Paesaggio: Iotti+Pavarani Architetti con Francesco Vanotti
Exhibit design: Giò Forma Milano
Brand Strategy and Identity: FutureBrand Milano