Esselunga e la responsabilità (sociale)di essere impresa

Barbara Abate, head of corporate sustainability di Esselunga
I progetti e le realizzazioni in ambito Csr raccontati da Barbara Abate, head of corporate sustainability di Esselunga. Clienti, persone, ambiente, fornitori e comunità sono i macro pilastri su cui si orientano vision e strategie dell’azienda

L’impegno di Esselunga in termini di Csr è diventato pubblico da qualche anno con la pubblicazione del bilancio di sostenibilità. Con Barbara Abate, head of corporate sustainability, andiamo a capire linee guida e progetti in corso...

Su quali pilastri si muove la Csr di Esselunga?
La strategia di sostenibilità di Esselunga si articola in 5 macro-pilastri: clienti, persone, ambiente, fornitori e comunità, che costituiscono i principali stakeholder dell’azienda e che, in quanto tali, devono fungere da bussola di tutte le decisioni quotidiane. Per ciascun pillars ci sono degli obiettivi ben precisi che vengono monitorati nel tempo per essere in linea con il contesto esterno e le strategie di business

Quali sono le azioni che avete messo in campo?
Esselunga si è posta l’obiettivo di ridurre il food waste, migliorando la percentuale di eccedenza alimentare avviata a donazione, recupero e riciclo. Nell’educazione alimentare, Esselunga sviluppa proposte commerciali e piani di comunicazione con l’obiettivo di sensibilizzare e diffondere scelte alimentari consapevoli. Tra queste, per esempio, la linea Naturama, Bio ed Equilibrio e la realizzazione del progetto “Impariamo a mangiare bene”.

Parlando di persone… quali attività avete introdotto?
Le persone sono il motore della crescita e dell’innovazione per Esselunga. A tal proposito, l’azienda supporta i propri dipendenti in un processo di continua crescita professionale e personale tramite percorsi formativi online e in presenza. È prerogativa di Esselunga garantire la sicurezza sul lavoro all’interno dell’organizzazione, assicurando i più alti standard di salute e sicurezza per i lavoratori. Partecipa, inoltre, al programma volontario Whp (Workplace Health Promotion), il quale offre l’opportunità di migliorare la salute dei dipendenti, riducendo i fattori di rischio che possono far emergere malattie croniche. L’azienda, infine, promuove iniziative di assistenza e prevenzione: ne sono un esempio la collaborazione con Lilt o l’accompagnamento in alcuni momenti chiave della vita delle persone, tra cui la genitorialità.

Andando nello specifico: quali percorsi prevedete per i giovani talenti? E per il sostegno all’occupazione femminile?
I percorsi formativi accompagnano i collaboratori nello sviluppo continuo delle competenze lungo tutta la vita lavorativa. Il learning center è dedicato a fornire e aggiornare le competenze tecniche e specialistiche delle persone nei diversi ruoli, dai reparti dei negozi, ai bar e alle profumerie. Esselunga prevede anche piani di sviluppo individuale e l’analisi dei percorsi di carriera attraverso un processo strutturato di valutazione, basato sulla cultura del confronto e del feedback costante. Riguardo al sostegno all’occupazione femminile, Esselunga è impegnata a incrementare la presenza delle donne in ruoli chiave e a tal proposito ha promosso diverse iniziative di empowerment femminile, come per esempio programmi di mentoring dedicati e workshop tematici in collaborazione con Valore D.

E quali politiche di D&I avete implementato?
Esselunga considera l’inclusione un valore imprescindibile e promuove la diversità come opportunità per migliorare il clima di lavoro e permettere a ogni talento di esprimersi. L’azienda si impegna a tutelare la pluralità di genere, di origine e di età, sviluppando azioni e strategie di inclusione con l’obiettivo di garantire ai dipendenti l’uguaglianza sul luogo di lavoro e pari opportunità di crescita professionale. Come prova di ciò, nel 2022, Esselunga ha sottoscritto i principi internazionali Women’s Empowerment Principles (WEPs) stabiliti dall’UN Global Compact e dall’UN Women, che si basano su norme internazionali in materia di lavoro e di diritti umani, sottolineando il ruolo delle imprese nel promuovere la parità di genere e l’emancipazione femminile sia nei luoghi di lavoro che nelle comunità.

Come si immagina che si evolverà la figura del Csr manager?
La responsabilità sociale d’impresa deve diventare sempre di più parte integrante della visione e della strategia aziendale. Tutti i dipendenti devono sentirsi responsabili, la sostenibilità deve diventare un meccanismo automatico che ci accompagna nelle decisioni lavorative quotidiane. Il Csr Manager deve essere il facilitatore di questo processo, lavorando su cultura, comprensione del business e supporto nella messa a terra delle strategie.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome