Ferrarelle, il nuovo spot mescola diverse tecniche di esecuzione

Ferrarelle con il nuovo spot "Sete di piacere" in onda dal 19 marzo fa evolvere la narrazione del suo marchio con un'impronta non convenzionale

Ferrarelle torna in comunicazione con il nuovo spot Sete di Piacere in onda a partire dal 19 marzo fino ad agosto sulle principali emittenti televisive nazionali. La campagna, firmata Auge, rompe gli schemi rinnovando la storia/tradizione (heritage) del marchio e racconta l'effetto piacere di Ferrarelle: "un piacere che parte dal gusto e arriva al benessere, grazie alle microbollicine 100% naturali e al prezioso mix di minerali che fa bene all’organismo". Sete di Piacere nasce dall’unione di diverse tecniche di esecuzione con la live action alternata a un mix di tecniche di animazione, dall’illustrazione anni ’70 al 3D. Allo spettatore non sfuggirà (o non deve sfuggire) la musica scelta per accompagnare le immagini: rimanda a I Feel Free dei mitici Cream (il trio formato da Eric Clapton, Ginger Baker e il cantante Jack Bruce; ndr) eseguito dalla music agency Sizzer. La pianificazione, curata da EssenceMediacom, è prevista su tutte le emittenti nazionali e digitali oltre al presidio dei canali social. La live action è girata a Napoli e a Milano, con la casa di produzione Mercurio e il regista svedese Maceo Frost, mentre lo studio londinese Strange Beast ha curato le animazioni.

Ferrarelle, il nuovo spot mescola diverse tecniche di esecuzioneAttraverso questa nuova campagna, Ferrarelle punta a un’evoluzione nel racconto del brand che si esprime attraverso il concetto di piacere: un piacere che nasce dalla naturalità e da un gusto distintivo e arriva al benessere -commenta Gabriele Monda, Head of marketing di Ferrarelle Società Benefit-. Lo spot mantiene lo spirito iconico e identitario di Ferrarelle, raccontando la storia di un consumatore sempre più consapevole ed esigente, alla ricerca del piacere, anche nel gesto più semplice di bere un bicchiere d’acqua, in un mondo da sempre contraddistinto da messaggi funzionali. Non raccontiamo la sete d’acqua, ma la sete di Ferrarelle”.

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