Food & Retail alla ricerca dei trend per competere domani

La complessità ha travolto le dinamiche tradizionali e occorre riorientare le scelte in funzione di un ecosistema sostenibile e flessibile (da Mark Up 324)

La sfida alla complessità è una grande opportunità e non deve essere vissuta negativamente. Capire come funziona realmente un sistema o un’organizzazione costituita da numerosi elementi interconnessi e molto diversi fra loro può essere impegnativo sotto il profilo cognitivo, sfidante per le conoscenze, per le abitudini, per la “routine” ma è obbligatorio per aggiornare le sicurezze e ripetitività. Spesso si dimentica di essere in divenire e si assolutizza quei momenti di pausa necessari per trovare un assetto ma che in effetti devono intendersi solo come soste temporanee. Lo si fa lasciandosi indebitamente condizionare dalla logica astratta della matematica, che appunto va in senso opposto rispetto a quella storico-filosofica. Il conoscere è movimento interno e continuo ed il fatto che tali sistemi ed organizzazioni siano difficili da capire non li rende di per sé inefficienti. La complessità apporta vantaggi cruciali, soprattutto in ambienti caratterizzati da dinamismo e incertezza. Con l’aumentare della complessità, la comprensibilità sembra diminuire (ma non lo è per i sistemi naturali) ma solo per i leader aziendali che potrebbero avere difficoltà a capire il sistema ed a orientarsi al suo interno. La scarsa comprensibilità può portare alla ingestibilità: con l’aumentare della complessità diventa sempre più difficile stabilire importanza e funzione di ogni singolo elemento (dove e come gestire per intervenire per gestire le prestazioni). Questo a sua volta determina imprevedibilità: il sistema può comportarsi in modo spontaneo e inatteso e gli interventi possono provocare effetti non voluti. Per contenere e gestire la crescita della complessità alcune organizzazioni hanno messo a punto strategie ad hoc ed anche i settori economici iniziano a rispondere ridefinendosi.

Trend monitoring

A tutti gli effetti l’industry del food and beverage è stata travolta ed assimilata dalla complessità. Per questo motivo è necessario monitorare costantemente i trend (mega, macro, micro e scansione continua degli scenari) per trarne un vantaggio competitivo. È necessario osservare non solo il proprio settore ma assumere una prospettiva a 360 gradi dell’intero ecosistema. Alcuni dei trend emergenti sono la produzione flessibile e la circular economy, entrambi valutati molto chiaramente e all’unanimità come rilevanti (source TrendOne, panel di esperti composto da 300 professionisti). Per la Food Industry, i due principali aspetti delle Circular Economy sono la riduzione e il riciclo dei materiali del packaging, oltre ad evitare lo spreco di cibo. In accordo con una agenzia tedesca “non profit” Welthungerhilfe, circa un terzo del cibo prodotto nel mondo viene distrutto. In Germania il 60% del cibo eliminato viene smaltito nella catena di approvvigionamento (supply chain) ed il 40% dal consumatore finale. L’alta valutazione di influenza del trend Flexible Production potrebbe essere spiegato dagli esperti che hanno dato maggiore considerazione all’aspetto della “fast adoption”, ovvero della soluzione di veloce produzione alimentare, questo per rispondere al cambiamento della domanda, piuttosto che alla possibilità di stampaggi tridimensionale (3D) del cibo. Proseguendo con altri trend, abbiamo Internet of Things, che è stato valutato uniformemente da tutto il panel, come alto in termini di rilevanza e come particolarmente efficiente quando si devono osservare la conformità alle direttive delle varie organizzazioni per la Food Regulation e delle agenzie governative. Una valutazio-ne relativamente deludente è stata data alla tendenza del registro distribuito (distributed ledger). Dopo tutto la blockchain è considerata essere la portatrice di speranza per uno strumento di trasparenza e a prova di manipolazione nella catena di approvvigionamento. In futuro, la tendenza del Genoma Editing, diventerà rilevante per rendere le materie prime, ad esempio, più robuste e durevoli o per poter personalizzare gli integratori alimentari sui genomi. Proseguendo nell’esplorazione dei trend, troviamo il Digital Twins: sostanzialmente una copia esatta di qualcosa di reale sul quale fare test, in modo da evitare errori che potrebbero causare inefficiente e ritardi, una replica virtuale di una risorsa fisica. Vengono utilizzati per molti scopi, ad esempio: produzione, manutenzione predittiva, Plm (product life cycle), test e comprensione di come si comporteranno prodotti e servizi, valutazione di benefici in termini di filiera, potenziamento delle capacità di ascolto del cliente finale e implementazione di un circolo virtuoso della produzione basata sulla personalizzazione.

La food industry nel retail

L’alto tasso degli sviluppi ricerca e sviluppo nelle industrie Food&Beverage di prodotto può consentire di portare molti beni sul mercato business to consumer. Al di là del tasso di insuccesso intrinseco dei prodotti, le reti commerciali sono un fattore critico di successo, con forte impatto sul business, sia nel b2b che b2c. Il macro settore F&B può essere rappresentato come un pentagono, composto da cliente finale, distribuzione, industria, ecosistema e brand. La tecnologia, la globalizzazione, le generazioni e l’economia hanno dato una forte spinta dalla pluricanalità alla multicanalità ed ora si sta fortemente puntando all’omnicanalità (con frontiera l’Unified Commerce). In termini sistemici il mercato F&B e le relative reti commerciali, si troveranno a fare i conti con fattori notevoli che trasformeranno le dinamiche del pentagono sopra descritto in modo sostanziale. Questi varieranno l’equilibrio tra i canali e all’interno dei canali e a questi si aggiungerà l’ecosistema che modificherà il canale stesso come lo vediamo oggi. In sintesi: il retail industry aumenterà i prodotti, i servizi, i format ed l’ecosistema e customer centricity; l’industria punterà su open innovation, R&D, ecosistema, brand e anch’essa customer centricy. L’ecosistema si evolverà verso un aumento degli elementi presenti nel sistema, in diverse modalità: organica e inorganica, culturale e distribuita, tech savvy, predittiva, advisor. Il cliente finale sarà sempre più indipendente, tech skilled e nomade. A tutto questo si accosteranno i brand che acquisiranno sempre più una nitidezza di identità, di purpose di inspiring brands (da inspired by a inspired to), prossima al cliente finale.

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