Sette idee foodtech per rivoluzionare l’agroalimentare

Sono state sviluppate da start up premiate a Verona per la prima edizione dell’acceleratore FoodSeed, il programma promosso da Cdp Venture Capital

Dopo il latte che non è latte, il vino dealcolato, l’ultimo approdo del trend free from si chiama Freecao, un cioccolato cacao free. L’idea è quella di promuovere la filiera della carruba, più sostenibile (che ha sapore similare), di cui l’Italia è tra i maggiori produttori mondiali. La proposta arriva da Foreverland tra le sette start up italiane selezionate e premiate a Verona per la prima edizione dell’acceleratore FoodSeed, il programma incentrato su tecnologie innovative per l’alimentazione, promosso da Cdp Venture Capital.

Uno screening tra oltre 250 candidature

Lanciato a marzo 2023 (la call delle candidature per la seconda edizione si aprirà a febbraio 2024), e aperto anche a start up straniere con l’intento di aprire una filiale in Italia, ha avuto il sostegno di partner promotori e co-investitori, Fondazione Cariverona, UniCredit e Eatable Adventures. E il contributo di corporate partner, Amadori, Cattolica Business Unit di Generali Italia, Axxelera, Veronafiere e il partner scientifico Università degli Studi di Verona.

Le sette start up hanno superato un rigoroso screening di oltre 250 candidature (10 mila le start up al mondo attive nell’agrifoodtech) hanno beneficiato di un investimento iniziale di 170 mila euro (con possibilità di incremento fino a ulteriori 500mila euro per le più performanti) e di un percorso di accelerazione di 6 mesi. E sono pronte a portare sul mercato soluzioni a forte impatto innovativo.

“Nel 2022, come venture capital, sono stati investiti a livello globale circa 20 miliardi sulle start up nel settore agrifood: non è un settore di nicchia, ma grande su cui ha senso investire” ha sottolineato Stefano Molino, responsabile del fondo acceleratori Cdp Venture Capital.

“Collaborare con start up significa avere un contatto più diretto con tecnologie all’avanguardia -ha ricordato Iacopo Alberti, innovation specialist Amadori-. In Amadori abbiamo abbracciato il concetto di company innovation e facciamo interazione collaborando anche esternamente cercando benefici per la corporate ma anche per la startup. Ci sono nuovi trend influenzati da congiunture economiche ma anche da nuovi gusti, preferenze nutrizionali che vanno alla maggiore funzionalità del prodotto, questioni etiche: sfide importanti”.

Il cioccolato non cioccolato a basso impatto ambientale, onde sonore per la fermentazione, un bollino per triplicare la shelf-life in ortofrutta

C’è una filiera agrolimentare sotto pressione. “Quattro i macroproblemi -ha ricordato Alberto Barbari, program director Eatable adventures per FoodSeed-: sicurezza alimentare (la popolazione salirà da 8 a 10 miliardi nel 2050; il riscaldamento globale (la filiera agroalimentare è responsabile di circa 25% del gas serra emessi); la crisi idrica ed energetica e l’instabilità geopolitica che porta a improvvise impennate dai prezzi. “La call verteva su migliori progetti in alcuni ambiti sistemici, sei aree connesse a questi macroproblemi, che coprano le filiere, deep tech, nuovi ingredienti, nuovi processi biotecnologici, packaging, logistica più intelligente”.

Le proposte delle start up foodtech selezionate

Le  proposte delle sette start up sono assolutamente innovative, alcune disruptive. Come il primo cioccolato italiano senza cacao con carruba italiana, utilizzando la parte esterna, quasi uno scarto alimentare.  Un prodotto vegano, senza glutine, allergeni e nichel, che si presenta con una prima referenza al latte (con polvere di riso e avena e grassi buoni come il burro di karite) e una prossima fondente. L’obiettivo è il B2B. “Lo venderemo come semilavorato alle aziende dolciarie interessate a un prodotto più sostenibile.  La carruba ha alto potere dolcificante naturale e sulla referenza latte riusciamo ad avere un 50% in meno di zuccheri aggiunti -ha ricordato Massimimo Sabatini, ceo e co founder di Foreverland-. La carruba è un superfood e stiamo studiando i benefici nurtaceutici . Abbiamo lavorato con l’Università di Wageningen e stiamo studiando i benefici della funzionalità del nostro cioccolato con l’Università di Bari”.

Hypesound ha invece sviluppato una tecnologia, So'Sweep, che aumenta la produttività dei fermentatori e bioreattori del 300% grazie all’utilizzo di onde sonore. “Studi di settore dicono che lo scarto tra domanda  e offerta è di 100 volte -ha ricordato Giovanni Veroni, cbdo-. Il campo è enorme, quello della bioproduzione vale triliardi di euro: cosmetica, farmaceutica, nutraceutica, biocarburanti, birra, vino. Noi ci concentreremo su prodotti a base di microalghe, iniziamo dall’Italia con alga spirulina prodotta nei bioreattori a sacco, poi biocarburanti e fermentazione della birra”.

E ancora la sostenibilità a guidare l’innovazione di Agreenet che affronta il contrasto allo spreco dell’ortofrutta. Biotag è un semplice bollino, da applicare all’interno delle confezioni nella fase di logistica e distribuzione.  Di materiale biodegradabile rilascia principi attivi ricavati per esempio dai sottoprodotti della soia, oli essenziali di pino o limone, che riducono  lo sviluppo muffe e batteri.  “I competitor propongono  prodotti che agiscono su frutti climaterici, noi l’applichiamo all’intera gamma con aumento della shelf-life che arriva fino a 3 volte come nel caso degli agrumi. Ci concentriamo su agrumi, uva da tavola, ciliegie e frutti di bosco: questi frutti target valgono 1,1 mld di euro in Italia” ha raccontato il founder e ceo Gustavo Gonzalez.

Olio ozonizzato, Ai e blockhain

Tra le soluzioni in ambito agricolo, un olio ozonizzato a concentrazione variabile che agisce per contatti fisico sui patogeni, come funghi, batteri, virus, acari, insetti, con “efficacia paragonabile a quella dei prodotti chimici”. Multitarget, prodotto su scala industriale, è applicabile a diverse colture, vite, mele, pere, pomodoro, basilico.  L’intento è andare a registrarlo prima come biostimolante e poi come sostanza attiva per il biocontrollo. “Possiamo ridurre del 50% il tempo di produzione rispetto agli altri sistemi produttivi in commercio riducendo di due terzi i costi di produzione. Dal 2024 lo introdurremo in Italia tramite partnership con un’azienda agrochimica italiana” ha fatto sapere Enrico Montanaro, ceo e co-founder di Agreen.

Soonapse guarda invece soprattutto al mondo dei vino (“la vendemmia di questa stagione è stata la peggiore vendemmia dal 1961”) e punta sui sistemi di Ai,  proponendo un Decision Support System (Dss) che raccoglie dati da sensori nel suolo, stazioni meteo e immagini satellitari per fornire predizioni in base allo scenario climatico su una serie di fattori, stress idrico, nutrienti, operazioni di campo. “Garantiamo il 99% di precisione nel riconoscere i livelli di stress idrico nei 5 giorni succesivi in qualsiasi suolo/coltura” ha dichiarato il founde e ceo Marco Ciarletti.

Sempre basata sull’intelligenza artificiale è la soluzione di Plf (precision livestock farming) ovvero di tracciamento dell’animale di Regrouth per monitoraree il livello di benessere, individuare precocemente la malattia, come nel caso di allevamenti intensivi, diminuendo l’uso di antibiotici. Sarebbe in grado di ridurre di circa il 60% le perdite.

Si basa invece sulla blockchain Trusty marketplace, piattaforma focalizzata nelle filiere del cacao e caffè per renderle più sostenibili e portare direttamente gli agricoltori sul mercato tramite una vetrina che li sponsorizza. “Lavoriamo in 7 Paesi e verifichiamo la filiera, fornendo tracciabilità in blockhain. Le importazioni di caffè e cacao in Europa valgono 15,2 miliardi e per i primi anni vogliamo aggredire il mercato del bio che vale 700 milioni, il 5%” ha detto Alessandro Chelli, ceo di Trusty.

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