I 4 driver che stanno spingendo nuovi modelli di consumo

La pandemia continua a influenzare l'evoluzione degli approcci al mondo retail (online compreso). Il punto da un'indagine globale di Pwc

Continua il nostro monitoraggio dei cambiamenti di modelli ed esigenze di consumo spinti a livello globale dalla pandemia. A tracciare un nuovo quadro della situazione è la Global Consumer Insights Pulse Survey di marzo 2021 di PwC, che coinvolge con un doppio sondaggio un totale di 22 territori.

Il Covid, come ormai chiaro anche ai più conservatori, ha spinto tutti i target trasversalmente ad essere più attenti alla sostenibilità e alle implicazioni ambientali, sociali e di governance nelle proprie scelte di acquisto. Una sensibilità che, sebbene ancora fatichi a discernere tra green-socialwashing e azioni rilevanti, è destinata ad affinarsi, aspettandosi da industria e gdo un ruolo più responsabile e di guida.

Intanto, l'approccio alla pandemia evolve segnando un passaggio, anche lato shopping, da un atteggiamento più attendista a uno più attivo e che "fa virtù della nuova normalità". In questo contesto, lo studio di PwC delinea in particolare 4 fattori e modelli di consumo che influenzeranno nel prossimo futuro i comportamenti di acquisto nei vari canali retail. Vediamoli a seguire.

1. I consumatori che lavorano in smart working preferiscono uno stile di vita più digitale ed ecologico rispetto a chi lavora generalmente fuori casa. Secondo le analisi PwC, chi lavora da casa prevede in generale di spendere di più in tutte le categorie di prodotto incluse nel sondaggio. Il 64% dei consumatori che lavora da casa preferisce fare la spesa online, rispetto al 55% di chi lavora fuori. Come sottolinea il report, "nel caso in cui lo smart working dovesse proseguire, le implicazioni per i grandi centri commerciali o i negozi nelle città più urbanizzate potrebbero essere notevoli, considerato che, in base alle previsioni, la preferenza per gli acquisti di persona continuerà a scendere e si focalizzerà sui negozi più vicini al luogo di lavoro. Si ipotizza una ripresa del commercio nelle città più periferiche dove risiede il lavoratore".

2. I giovani consumatori hanno più propensione ad acquistare online rispetto alle fasce di età più avanzata. Il 35% degli shopper della generazione Z (nati dopo il 2000) e il 43% dei millennial (1980-2000) sono più propensi a fare acquisti quotidiani o settimanali tramite il proprio cellulare rispetto alle controparti di età maggiore. Secondo l’analisi PwC, il Covid-19 non ha avuto un impatto sulle abitudini di acquisto delle generazioni più giovani: in base alle previsioni, queste spenderanno di più nei prossimi mesi rispetto ai consumatori meno giovani.

3. I consumatori che danno priorità a salute e sicurezza comprano meno frequentemente nei negozi rispetto a chi non presta altrettanta attenzione a questi aspetti. Il 23% degli oltre 8.700 consumatori intervistati nella survey di PwC indica le “maggiori misure di salute e sicurezza” come fattori determinanti per gli acquisti in negozio. Questi stessi consumatori sono disposti anche a pagare di più per avere un prodotto più sano e più ecologico e svolgono più attività fra le mura domestiche.

4. Le tematiche ambientali e sociali segnano un punto di non ritorno a livello globale.
Il 55% dei consumatori dichiara di acquistare da aziende che tutelano il pianeta, mentre il 54% preferisce prodotti con imballaggi eco-friendly. I consumatori, come anticipato, si confermano disposti a pagare di più per prodotti più salutari, locali e imballaggi sostenibili, a prescindere che l’acquisto avvenga online o in negozio. Curiosità: nella propria esperienza in negozio, i consumatori della Grande Cina risultano secondo il report più interessati alla sostenibilità e meno a salute e sicurezza. Il 45% di loro acquista in negozio più di frequente rispetto all’occidente e i consumatori della Grande Cina e del Medio Oriente sono più interessati alle tematiche green rispetto ad altre parti del mondo. Il 60% dei consumatori della Grande Cina e il 61% di quelli in Africa/Medio Oriente acquistano appositamente prodotti con imballaggi ridotti o ecologici, un dato che si prevede aumenterà con la crescita globale della consapevolezza di questi Paesi in tema di ambiente e sostenibilità.

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