Persi dal retail italiano 32 miliardi causa frodi nei pagamenti

Secondo il report Adyen solo nell’ultimo anno il 32% delle aziende retail in Italia è stata vittima di un attacco cyber o ha subito una perdita di dati

Nel 2023 il settore retail in Italia avrebbe perso circa 32,2 miliardi di euro a causa delle frodi nei pagamenti, la cifra più alta registrata in Europa lo scorso anno. A dare questo numero sono le rilevazioni che Adyen ha condotto in collaborazione con il Centre for Economic Business and Research (Cebr).
In media, le imprese italiane avrebbero perso 1,77 milioni di euro in seguito ad attacchi fraudolenti, mentre i retailer dell’ambito luxury fashion e i brand del food retail, nello specifico, avrebbero perso rispettivamente 3,11 milioni e 2,58 milioni.

I numeri delle frodi nei pagamenti

Il report evidenzia che, complessivamente, il 32% delle aziende italiane è stato vittima di attività fraudolente, attacchi cyber o ha subito fughe di dati negli ultimi 12 mesi, con un aumento del 19% rispetto al 2022. Le imprese che hanno previsto una crescita dei ricavi pari o superiore al 100% nel 2024, sono anche quelle che hanno perso la somma più alta a causa di attacchi fraudolenti negli ultimi 12 mesi (pari a 13,9 miliardi di euro).
Le attività fraudolente hanno un impatto anche sul portafoglio degli acquirenti. Più precisamente, lo scorso anno il 31% dei consumatori italiani è stato vittima di frodi nei pagamenti, in aumento rispetto al 16% del 2022. I consumatori vittime di frodi nei pagamenti nel 2023 hanno perso in media 494,58 euro ciascuno in Italia, un valore che è aumentato del 225% rispetto all’ultima indagine condotta da Adyen per il 2022.
Nonostante l’aumento significativo delle attività fraudolente, poco più della metà delle aziende (il 59%) ha dichiarato di disporre di sistemi efficaci di prevenzione delle frodi, con un incremento di soli 3 punti percentuali rispetto ai dati del 2022 (56%).

Reazioni ed azioni

Il rischio di frode ha influenzato il comportamento dei consumatori durante gli acquisti, sia in negozio che online. Infatti, il 18% dei consumatori dichiara di sentirsi meno sicuro quando acquista rispetto a 10 anni fa. Di conseguenza, il 19% degli stessi sceglie attivamente di comprare nei punti di vendita che hanno misure di sicurezza più elevate e, quando si tratta di acquisti online, il 19% gradisce che i retailer chiedano loro di verificare la propria identità in almeno due modi diversi prima di effettuare l’acquisto, nonostante il disagio che l'iter possa causare.
In risposta, il 35% delle aziende ha preso in considerazione la possibilità di cambiare il proprio fornitore di servizi di pagamento con uno in grado di offrire migliori meccanismi di difesa dalle frodi. Inoltre, il 49% ha iniziato a valutare come la propria azienda possa essere conforme alla Payment Services Directive 3 (Psd3), una Direttiva dell’Ue che stabilisce regole più severe per tutelare i diritti e i dati personali dei consumatori nel settore finanziario.

Nota metodologica. Sono 38.151 gli adulti intervistati in Regno Unito, Giappone, Francia, Stati Uniti, Brasile, Portogallo, Polonia, Italia (2mila adulti), Germania, Australia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Canada, Messico, Singapore, Malesia, Hong Kong, India, Austria, Svizzera, Belgio, Norvegia, Danimarca, Emirati Arabi e Cina. Il sondaggio è stato condotto tra il 15 e il 29 gennaio 2024.

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