In Italia è boom di startup innovative

Lo scorso anno sono state ben 14 mila, di cui il 70% ubicata al Nord, ma spicca il dato della Campania, terza nella classifica per regioni

Nonostante tutto, tra gli italiani non viene meno la voglia di fare impresa e sono sempre più numerosi coloro che scelgono di avviare un’attività economica in un settore che cavalca le nuove frontiere della ricerca.

I numeri del settore nella Penisola

Lo scorso anno le startup hanno raggiunto quota 14mila unità, con una maggiore concentrazione al centro-nord, dove risiedono 7 imprese su 10. Al Sud, con oltre 1.400 imprese, ovvero il 9,7% del totale nazionale, è la Campania a guidare il settore, terza regione italiana per numero di startup dopo Lombardia e Lazio.

Tutto questo nonostante un crollo verticale degli investimenti da parte del venture capital, frenato dall’aumento dei tassi d’interesse e dall’andamento debole della congiuntura. Secondo l’EY Venture Capital Barometer, lo scorso anno le somme iniettate dai fondi specializzati nelle giovani aziende si sono fermati a 1,048 miliardi di euro, il 49,6% in meno rispetto al 2022, a fronte di un calo dei deal, da 326 a 263. L’Italia è la maglia nera tra le grandi economie del Vecchio Continente, capitanate dalla Gran Bretagna, con investimenti pro-capite di 227 euro contro i 28 della Spagna e i 17 del nostro Paese.

 

La soluzione ammazza-code

I capitali sono importanti, ma ancor più lo sono le idee e questo spiega la crescita di numerose aziende innovative pur in un contesto complicato come quello appena descritto. È il caso di Qurami, startup che ha messo a punto una soluzione ammazza-code e che a sua volta – tramite la startup factory Wda - ha creato tre fondi di venture capital (quelli aziendali vengono identificati come corporate venture), raccogliendo 1,8 milioni di euro e offrendo servizi a valore aggiunto a ben 56 startup.

Tra le altre cose, Wda ha stretto una partnership con Tds, azienda campana che offre servizi innovativi alle società attive nel settore terziario e dei servizi, in particolare nei comparti automotive, trasporti e agroalimentare.

“Fornire know-how significa moltiplicare le possibilità di crescita di un'azienda, consentirle di sviluppare nuove forme di business o semplicemente rafforzare quello in cui hanno già competenze ed esperienza”, sottolinea Roberto Macina, founder di Wda.

 

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