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Emerge un nuovo concetto di “valore” in questa fase di profondo cambiamento, di human value rappresentato fortemente dalla dimensione femminile. Un valore che non ha un costo e nemmeno un prezzo, ma incarna la forza della cura, dei legami, del coltivare, dell'allevare, dell'accudire: la forza della vera crescita. Una recente ricerca di Banca d'Italia dedicata a Divari di genere e accesso al credito, curata da Maria Lucia Stefani, dimostra il drammatico ritardo dell'Italia in questa dimensione: le donne vengono mortificate nell'accesso al credito ma anche nel riconoscimento delle loro capacità imprenditoriali.
La chiavi della svolta
Al contrario bisognerebbe impiegare la sensibilità femminile per elaborare un originale modello economico e produttivo di sviluppo, senza sottrarsi alla sfida della crescita e anzi imparando a misurarla in modo nuovo. Ponendo al centro la capacità psicologica di aggregazione, testimoniata ad esempio in modo potente e inaspettato da Papa Francesco nella sua bellissima riflessione tra crescita e condivisione. In questa prospettiva, crescita significa tornare a «legare» le persone, costruire un'architettura di relazioni stabili e forti. Come spesso avviene nel mondo femminile.
La relazione viene oggi favorita dalle tecnologie, grazie al web e ai social network come nuova religione (sistemi che creano legami...) che ha reso accessibile e semplice la volontà e il desiderio di condividere. Possiamo definirla: una costruzione di nuovi legami a costo zero e a “chilometro infinito”. Su questo potenziale bisognerebbe imparare a investire ripartendo dalle sfumature del crescere: l'educazione, l'impresa, la coltura e la cultura. Non solo vicinanza, territorio, sentimento ma anche pensieri e relazioni lunghe, espanse nel tempo e nello spazio. Componenti essenziali per la nuova crescita.
