L’aumento dei prezzi traina i ricavi di Henkel

L’azienda ha chiuso il primo trimestre con il fatturato in progresso del 6,4% sul medesimo periodo dello scorso anno. Cedute le attività in Russia

Il primo trimestre è andato in archivio con i ricavi in crescita per Henkel, trainati dall’incremento a doppia cifra dei prezzi. Il fatturato ha infatti segnato un progresso nell’ordine del 6,4%, arrivando a circa 5,6 miliardi di euro.

Quanto ai diversi filoni del business, il comparto adhesive technologies (adesivi e tecnologie per l’industria) è cresciuto del 6,8% in termini organici a 2,79 miliardi, mentre la divisione consumer brands (prodotti per il bucato, la pulizia della casa e la cura dei capelli) ha messo a segno un +7,0%,

con un incremento a doppia cifra dei prezzi e un calo dei volumi per effetto dell’ottimizzazione del portafoglio. Il segmento laundry & home care è cresciuto del 6,3% in termini organici e quello hair, che include il business professional, del 9,9%.

La chiave di lettura del ceo

“Abbiamo cominciato bene l’anno fiscale, nonostante lo scenario competitivo resti molto complesso. L’importante aumento del fatturato di entrambe le divisioni conferma la solidità del nostro portafoglio che comprende marchi di successo e tecnologie innovative. Nel primo trimestre abbiamo dovuto intervenire ulteriormente sui prezzi per compensare le oscillazioni legate a materie prime e costi logistici – segnala in una nota il ceo di Henkel, Carsten Knobel -. Confermiamo le nostre stime per il 2023 e, considerati i risultati incoraggianti del primo trimestre, siamo fiduciosi rispetto all’andamento del resto dell’anno”.

Addio alla Russia

Lo scorso anno Henkel ha lanciato per la prima volta un programma di riacquisto delle proprie azioni, che è stato completato con successo nel primo trimestre 2023. Alla fine di marzo, l’azienda aveva riacquistato azioni per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro.

Tra le novità, a fine aprile Henkel ha annunciato la firma di un accordo per cedere le proprie attività in Russia a un consorzio di investitori locali. La decisione di dismettere le attività in Russia era stata già resa nota lo scorso anno a seguito dell’attacco dell’Ucraina. La transazione è stata conclusa per 54 miliardi di rubli (circa 600 milioni di euro).

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