Le direttrici future dello sviluppo sostenibile per il retail

La sostenibilità è un tema strategico di business che richiede elevati livelli di ambizione per raggiungere i traguardi (estratto da Mark Up 300 - giugno 2021)

Come le aziende possono generare valore per sé e per il mondo circostante? Come implementare strategie di sviluppo sostenibile? Secondo un recente studio di Bain la sostenibilità è il tema strategico centrale di questo decennio e chiunque deve confrontarsi, in qualunque settore, con tematiche trasversali quali l'aumento della popolazione mondiale proiettata a raggiungere i 10 miliardi di persone entro fine secolo; l’esistenza di profonde disuguaglianze che porta alla ricerca di un equilibrio diverso tra sviluppo economico e sua sostenibilità, dato che il pianeta viene già sfruttato oltre le sue capacità di utilizzo, su molti assi. Il cambiamento necessario per preservare il pianeta da un punto di vista climatico è enorme ed urgente. Per questo, sono stati individuati diciassette Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) per guidare la «diplomazia economica» della prossima generazione, coprendo questioni ambientali, sociali e di governance, come riportato nella grafica a pagina 14.

Il ruolo del retail

In particolare, il retail grocery si trova in mezzo a due forze che spingono verso una trasformazione ESG, con propri rischi e opportunità. Da una parte, ci sono i produttori di marca, la maggior parte dei quali ha già da tempo la sostenibilità al centro dell’agenda strategica; dall’altra i consumatori, con aspettative e comportamenti d’acquisto in evoluzione, soprattutto con le nuove generazioni, in grado di influenzare fortemente modelli di business e risultati economici. Da quanto dichiarato da alcuni retailer internazionali quotati (Tesco, Carrefour, Metro, Walmart, Coles, Ahold Delhaize) sono già in essere piani importanti con alcuni risultati intermedi già centrati. Anzi, molti di questi retailer, si sono posti obiettivi ambiziosi per il futuro, «agganciandosi» a sistemi di misurazione dei loro commitment tramite adesione ad iniziative internazionali, come SBTi per emissioni e Ellen MacArthur per Circular Economy e Plastiche.
Anche in Italia le strategie hanno permesso già oggi di raggiungere alcuni risultati, sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga. Serve un più alto livello di ambizione sui diversi temi in agenda. Il livello di commitment e la forte volontà dei retailer internazionali quotati è maggiore rispetto a quello dei player nazionali: mentre operatori come CRF, Metro e Tesco hanno già sottoscritto SBTi, in Italia manca ancora un commitment formale e ufficiale. Si procede in ordine sparso: alcuni sottoscrivono alleanze per impegnarsi nella lotta alle plastiche, molti si impegnano a ridurre il food waste, mentre certificazioni delle filiere produttive (soprattutto sulle materie prime chiave) e rispetto per il benessere animale sono obiettivi condivisi da tutti i principali retailer. Allo stesso tempo la maggior parte si impegna ad educare il consumatore a una sana e corretta alimentazione scegliendo prodotti a marchio formulati in ottica healthy. Forte anche l’attenzione a un'equa distribuzione dei benefici per attirare e trattenere i talenti. Cresce l’attenzione verso una cultura inclusiva, in particolare fra i retailer stranieri, così come si diffonde una forte sensibilità al tema sociale, con l'avvio di iniziative a supporto di progetti di solidarietà o della ricerca scientifica. Eppure, nonostante l’impegno, i risultati ad oggi sono limitati: mediamente solo 1/3 dei retailer risulta essere on-track rispetto agli obiettivi, laddove definiti. Di fatto, esiste ancora una certa difficoltà nell’approcciare al meglio tematiche cruciali di sostenibilità in modo da raggiungere al meglio i target prefissati, una difficoltà dovuta spesso alla carenza di piani strategici integrati e coerenti con i temi ed obiettivi ESG, oltre che a gap di competenze, una problematica che coinvolge solo la gdo, ma anche molti altri settori industriali.

Le aree di lavoro future

Risultati concreti e coerenti con gli obiettivi societari potranno essere raggiunti solo attraverso una strategia ESG 2030 strutturata e ambiziosa, altrimenti il ritorno sull’investimento sarà insufficiente. Auspicabile evitare azioni tattiche o non ben inquadrate nel loro insieme, con milestone conseguibili nel tempo e ben “priorizzate”, accompagnate anche da un’attenta valutazione economica e finanziaria. Per questo suggeriamo che occorre progettare 3 motori per indirizzare al meglio il conseguimento degli obiettivi ESG. Le tre aree individuate, esplicitate nella grafica a fianco, riguardano:

  1. Il miglioramento della performance ESG;
  2. La commercializzazione ESG;
  3. Il modello operativo ESG.

A questo proposito, va specificato che non esiste un solo modello, ma tanti in funzione delle caratteristiche delle singole aziende. L'importante è che il top management lo possa calare nelle attività quotidiane delle aziende, coinvolgendo tutti i dipendenti e gli stockholder. In questo senso, Bain sta sviluppando molteplici esperienze nell’affiancare primarie aziende in tutti i settori per la pianificazione e generazione di valore dalla strategia ESG grazie a competenze specifiche e conoscenza approfondita del settore.

Nell'articolo integrale pubblicato su Mark Up 300, giugno 2021 gli obiettivi da raggiungere in termini di: Emissioni, Spreco, Equo Approvvigionamento, Salute, Lavoro, Comunità di:

Ahold Delhaize, Carrefour, Coles, Metro, Tesco, Walmart

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