Le quotazioni del cacao alle stelle mettono sotto pressione il cioccolato

Dal meteo alle dinamiche finanziarie, passando per le nuove normative europeo. Un mix micidiale per trasformatori e consumatori

Non poteva capitare in un momento peggiore. Il cioccolato, simbolo degli omaggi pasquali, si trova a fare i conti con l’impennata dei prezzi del cacao, che mette sotto pressione i margini dei trasformatori e le tasche dei consumatori. Creando le condizioni per una spirale negativa dalla quale potrebbe diventare difficile uscire.

Le ragioni dietro il boom dei prezzi

Partendo dai numeri, nel corso dell’ultimo anno le quotazioni del cacao sono quasi quadruplicate (arrivando a 10 mila dollari a tonnellata, circa 9.200 euro) principalmente a causa dei cattivi raccolti registrati dai principali Paesi produttori, vale a dire Costa d'Avorio e Ghana, colpiti da fenomeni atmosferici penalizzati come il caldo estremo. In più, l’aumento dei prezzi di pesticidi e fertilizzanti ha messo sotto pressione gli agricoltori, rendendo difficile l’acquisto di questi componenti vitali per le colture, con il risultato di lasciare maggiore spazio ai parassiti.

Inoltre gli hedge fund, fondi d’investimento che scommettono sui prezzi futuri anche comprando asset allo scoperto, hanno amplificato il trend.

Allarme prezzi sullo scaffale

Così, dai gelati alle barrette di cioccolato, dalle bevande a base di cacao fino alle merendine, sono tanti i prodotti sullo scaffale alle prese con questo scenario. Grandi nomi del settore come Lindt e Nestlè hanno annunciato rialzi dei listini, anche da conseguire attraverso una riduzione del peso dei cioccolatini e simili. Va detto, comunque, che finora l’impatto è stato limitato, dato che le aziende della distribuzione – nelle maggior parte dei casi - si sono assicurate in passato prezzi stabili attraverso contratti a lungo termine e hanno anche aumentato le proprie scorte.

“Un esempio degli effetti del caro-cacao è già immediatamente riscontrabile nei negozi italiani – lamenta tuttavia il Codacons -. La crescita delle quotazioni registrata nell’ultimo anno ha infatti determinato rincari generalizzati per le uova di Pasqua, con i marchi più noti che hanno aumentano i listini al pubblico tra il 16% e il 24% rispetto allo scorso anno, con punte in alcune catene commerciali del 40%”.

L’impatto della normativa

Ai fattori già citati si aggiunge poi il regolamento comunitario sulla deforestazione, che imporrà severi controlli all’approvvigionamento delle materie agricole con l’obiettivo di evitare l’abbattimento di alberi per far posto a colture come quella del cacao. Prima che entri in vigore, alcuni operatori della trasformazione hanno deciso di fare incetta delle fave di cacao già presenti nei magazzini europei e quindi esenti dal nuovo regolamento, dando un’altra spinta ai prezzi.

Il rischio è di alimentare ulteriormente la spirale negativa, complicando il ritorno alla normalità.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome