L’eCommerce nel vino attrae investimenti

La trasformazione digitale non introduce solo nuovi canali di vendita, ma cambia le dinamiche complessive dei settori. L’esperienza di Vitale & Co nel merge e acquisition del settore viti-vinicolo oggi rilevante grazie alle piattaforme digitali


Tradizionalmente i canali di vendita del settore vinicolo sono gdo, Lsp, il retail specializzato (enoteche), l’horeca e i distributori internazionali. Con la pandemia, uno di questi, l’horeca è stato “spento” riducendo il sellout delle imprese di settore. Nonostante ciò, il fenomeno dominante di crescita attivo da qualche anno, non si è spento ma ha accelerato. Le piattaforme di eCommerce stanno rinforzando i consumi grazie a un linguaggio comune con i nuovi consumatori, millennials in primis, integrati con le modalità digitali. Inoltre, l’eCommerce vinicolo è in grado di offrire un assortimento impensabile per un’enoteca fisica, raggiungendo nei casi più estremi fino a 12 mila etichette. A questo si somma un impianto di marketing particolarmente efficace con un sistema di comunicazione digitale e una promozione che tiene conto del profilo utente. L’interesse da parte degli investitori sul mercato delle piattaforme digitali per la vendita del vino ha tassi di crescita a tre cifre grazie anche all’effetto pandemia. Mark Up ha incontrato Alberto Gennarini, managing partner di Vitale&Co, società leader in Italia nel settore dell’investment banking (ndr: dichiarato dall’azienda), che ha gestito numerose operazioni di M&A nel settori food & beverage.

Alberto Gennraini managing partner di Vitale&Co
Qual è la dinamica attuale in termini di m&a nel settore vitivinicolo?

Il settore vitivinicolo storicamente ha sempre avuto un numero di transazioni basso rispetto alla numerosità delle aziende nel settore e, in particolare, è stato poco attrattivo per gli investitori finanziari ed è “difficile” per il tema “valore della terra”, valore difficilmente gestibile in termini di ritorni sul business. Di fatto, pochi ettari di terreno con vitigni di pregio hanno un valore così importante rispetto ai volumi prodotti che rendono le operazioni difficoltose nel settore. Questo da sempre ha determinato una certa staticità del mercato dell’m&a con una presenza sul mercato di moltissimi produttori di dimensioni piccole. Tuttavia, il mondo del vino sta cambiando molto velocemente. Oggi ci sono aziende di distribuzione/imbottigliamento che cominciano ad avere dei fatturati molto significativi e che vendono vino in tutto il mondo realizzando un servizio molto importante per la grande distribuzione internazionale con il vino italiano che è diventato un prodotto di interesse strategico.

Negli ultimi anni come sono cambiante le dinamiche di m&a?

Il mondo delle fusioni e acquisizioni è stato molto dinamico negli ultimi anni. Sono entrati i fondi di Private Equity su alcune importanti operazioni. Farnese Vino è stata prima acquisita da Neuberger e oggi è di proprietà di Platinum mentre Botter è stata acquisita prima da Idea Taste of Italy e oggi è di proprietà di Clessidra. Clessidra attraverso la piattaforma Botter realizzerà altre acquisizioni.

A questo trend si affiancano le operazioni tra interlocutori industriali, recentemente il Gruppo Antinori ha acquisito Jermann, azienda leader nei vini bianchi del collio friulano. Anche il settore on line nel vino, in termini di m&a, nel 2020 ha riscontrato una grandissima vivacità da parte degli investitori. Le piattaforme on line oggi sviluppano numeri sempre più significativi con delle percentuali di crescita, di anno in anno, a tre cifre anche grazie alla pandemia.

Tannico, società leader del settore, è stata acquisita per il 49% da Campari mentre la maggioranza di Call Me Wine è stata acquisita da Italmobiliare. I prezzi di queste operazioni sono stati dei multipli del fatturato e non della marginalità!

Le piattaforme hanno creato nuovo business o solo spostato i consumatori?

Hanno attratto nuovi consumatori basti pensare ai millennials, da una parte sempre più appassionati di vino e dall’altra con una forte propensione all’interazione digitale e all’e-Commerce . A ciò si aggiunge il fatto che le piattaforme di eCommerce hanno consentito al consumatore, ubicato in qualsiasi parte d’Italia, di accedere ad una cantina virtuale con migliaia di etichette allargando ulteriormente la platea dei consumatori stessi. La pandemia poi ha giocato un ruolo di fortissima accelerazione nella crescita di queste piattaforme andando a modificare stabilmente gli stili di acquisto.

Quali i tipi di servizio B2b le piattaforme offrono?

Le piattaforme più evolute come Tannico forniscono servizi B2b per le aziende in termini di analisi di marketing sul profilo del consumatore in merito, ad esempio, alla tipologia dei consumi in particolari zone geografica o su una certa categoria di età. Ma non solo. Possono fornire un servizio di vendita del prodotto in tutto il mondo adempiendo ad una serie di servizi sui mercati di destinazione: dazi doganali, regole e normative ecc. Lo svolgimento di questi servizi è un grande vantaggio per le piccole cantine che hanno difficoltà, per un tema di costi, ad organizzare servizi di questo genere.

Qual è l’impatto delle piattaforme digitali sul settore produttivo?

L’impatto è molto importante sia per le grandi aziende che per le piccole aziende soprattutto grazie all’ampliamento della base dei consumatori. Mi piace segnalare, in particolare un vantaggio per le piccole cantine ovvero la possibilità attraverso l’online di poter beneficiare di una visibilità e di una conoscenza del loro prodotto sul consumatore che diversamente non avrebbero mai potuto avere.

La crescita del settore alimentare

anno Ipermercati Supermercati Prossimità Lsp Discount Specialisti casa-persona eCommerce generalisti
2019 vs 2018 -3,2 % 2,9 % 0,6 % 6,2 % 8,5 % 38,8 %
2020 vs 2019 -5,2 % 8,9 % 5,7 % 12,2 % 11 % 119,4 %

Fonte: Iri

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