L'agricoltura del futuro dovrà "nutrire la salute e il benessere, ricamare paesaggi, intessere comunità, produrre biomateriali, conservare biodiversità e tradizioni, custodire semi, coltivare foreste, fornire fitoterapici, ristabilire equilibri naturali". Questa la visione di etica del produrre presentata da Pina Terenzi, presidente nazionale di Donne in Campo, ovvero l'associazione al femminile di Cia-Agricoltori Italiani.
L'occasione è l'assemblea annuale svoltasi a Pompei, le protagoniste oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane che rappresentano il 40% della forza lavoro del comparto. Un momento di ritrovo per rilanciare "un’alleanza fortissima tra le donne di tutto il mondo per la vita, l’ambiente e la pace, per costruire un mondo migliore. Perché oggi, dopo una pandemia globale e alle soglie di grandi cambiamenti e nuove sfide, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, le donne devono essere là dove si decide. Ѐ un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”.
A concretizzare questo obiettivo la creazione da parte dell'associazione di un “Manifesto delle donne per la Terra”, una carta dei valori che è anche un documento programmatico. Il documento è liberamente ispirato dalle parole di Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi e madrina dell’assemblea delle Donne in Campo: “Vogliamo ricucire gli strappi tra passato e futuro -ha dichiarato- figlie di un’epoca di donne che ha fatto la storia, ma anche madri di una nuova generazione, che dovrà conservare la forza dei nostri valori”.
La prospettiva alta è quella di "dare forza alle donne perché guidino culturalmente e democraticamente le prospettive comuni", ribadisce Terenzi: "le sfide non sono distinguibili: la battaglia per un’agricoltura competente, quella per la sopravvivenza dell’umanità, per i diritti dei più deboli, per la giustizia, la nutrizione, la salute e l’educazione. Per questo le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.