L’Ai non sostituirà le professioni del marketing ma ne creerà di nuove

Formazione e reskilling alla base di un nuovo scenario professionale con più spazio per creatività e human touch. Uno studio Stranger Skills di Phd Italia

“L’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?” è una delle domande più diffuse. Rilanciata periodicamente, ha recuperato terreno dal momento in cui ChatGPT è diventato mainstream. La tecno-ansia riguardo il futuro delle professioni non è infondata, ma allo stesso tempo rappresenta un’opportunità per rilanciare la formazione e ripensare le soft skills. Se infatti tra meno di cinque anni smetteranno di esistere 83 milioni di posti di lavoro che verranno svolti da macchine e robot (il dato viene dall’ultimo rapporto del World Economic Forum) ci saranno, però, 69 milioni di nuovi impieghi che popoleranno la nostra società. Come questa può diventare una sfida positiva e proattiva per il mondo delle imprese? Per rispondere facciamo una considerazione con un passo indietro nel tempo.

Automatizzazione e creatività

A cavallo tra Otto e Novecento l’illustrazione francesce Villemard immaginò come sarebbe stato l’anno 2000 con 25 illustrazioni. Ognuna di queste rifletteva una meccanizzazione del lavoro: macchinari per la cucina, barbieri supportati da bracci robotici, ma anche antesignani degli audio libri e dei moderni smartphone. En l’an 2000, questo il titolo della raccolta, rimarca come la nostra tendenza a immaginare il futuro sia spesso legata alla capacità da parte delle nuove tecnologie di sollevarci dallo sforzo fisico per permetterci di dedicarci meglio a quanto concerne l’aspetto creativo. Un concetto rimarcato anche nel fitto dialogo sulle possibilità offerte dalle evoluzioni dell’intelligenza artificiale. La stessa scrittrice e matematica Chiara Valerio ha auspicato questa possibilità. Ma cosa succede se a essere messo in discussione è proprio l’aspetto creativo, tra i pilastri delle professioni della comunicazione e del marketing?

Reskilling

Come emerge dalla ricerca Stranger Skills, dell’agenzia media PHD Italia, per il marketing del futuro si prospetta la creazione di nuove abitudini che incentivino la creatività e rendano le aziende learning institutions. Nella linea di confine tra tecno ansia e tecno entusiasmo c’è una consapevolezza: i lavori che richiedono competenze interdisciplinari e la messa in opera delle soft skills saranno quelli difficilmente sostituibili e dove invece la componente umana sarà ancora più fondamentale, a patto che vengano supportati da un reskilling professionale efficace (la formazione continua è un aspetto rilevante per più della metà delle persone intervistate da PHD e per il 72% è l’azienda a dover provvedere all’aggiornamento professionale).

Nuove professioni

La formazione sarà fondamentale per migliorare, far crescere e creare competenze in dialogo con la tecnologia ma, al contempo, in armonia con l’idea di umanesimo digitale.
Phd Italia ha individuato 12 professioni del futuro, che saranno strategiche per il mondo del marketing e della comunicazione e che andranno ad automatizzare alcuni processi, utilizzando l’AI ma, al contempo, generando maggiori interazioni e momenti creativi tra aziende e persone. Alcune di queste figure esistono già, come Sustainability, Diversity, Equity & Inclusion Manager o chi si occupa di “addestrare” gli algorimi a prendere decisioni di marketing e scegliere l’asset pubblicitario da mostrare, altre si stanno affacciando sul mondo del lavoro e richiedono un nuovo approccio alla formazione e all’analisi di mercato.

Ne abbiamo estrapolate tre dalla ricerca Stranger Skills:

  • ML Creative Producer: attraverso i futuri innovativi software di produzione creativa sarà̀ possibile creare sempre più̀ rapidamente e automaticamente nuove creatività, riducendo drasticamente il tempo di produzione e sviluppando modelli predittivi che ne miglioreranno le performance. Il MLCP supervisionerà̀ il lavoro dei sofware e con il suo human touch ottimizzerà̀ ulteriormente il risultato finale e le sue performance.
  • Technology Orchestration: Ha la capacità di collegare attività molto diverse tra loro: da quelle off-site a quelle on-site e attraverso il CRM in un unico ecosistema sinergico e connesso. Ciò richiede un’elevata capacità tecnica, per creare e facilitare l’interoperabilità tra tecnologie diverse, ma anche una forte capacità empatica per portare alla collaborazione team con interessi economici spesso in conflitto.
  • Conversational AI Developer: utilizzerà diverse tecnologie per creare comunicazioni 100% interattive. Gli utenti potranno interrompere il flusso della comunicazione e iniziare una conversazione con uno dei personaggi dello spot per fare domande sul prodotto/servizio e anche acquistarlo direttamente.

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