Logistica del farmaco: cosa ci ha insegnato il Covid 19

La crisi ha messo il comparto di fronte all’urgenza di ottimizzare i processi, concorrendo a favorire l’accelerazione di fenomeni già in essere (da Mark Up n. 290)

Efficientamento delle operazioni logistiche, razionalizzazione del numero di consegne giornaliere dei medicinali in farmacia, semplificazione delle procedure di erogazione dei farmaci, grazie alla ricetta elettronica e, infine, potenziamento della cosiddetta ‘distribuzione per conto’, per permettere al paziente di ritirare in farmacia i medicinali in confezione ospedaliera, sgravando parzialmente di questa incombenza le strutture sanitarie, che in questo modo possono concentrarsi meglio sulla programmazione dei riordini e impattare meno sulla logistica del farmaco. Sono, queste, alcune delle proposte per favorire una miglior organizzazione della distribuzione del farmaco e risolvere le principali problematiche emerse, in tutta la loro evidenza, durante le settimane di emergenza Coronavirus. Abbiamo approfondito il tema con Daniele Marazzi, consigliere delegato del Consorzio Dafne, community b2b no profit costituita da aziende farmaceutiche e distributori intermedi del farmaco, allo scopo di migliorare, attraverso l’evoluzione tech e digital, la gestione del processo di approvvigionamento e fornitura dei medicinali e del materiale sanitario.

Cosa ha imparato il settore della logistica e della distribuzione del farmaco dal periodo di emergenza sanitaria?

Prima di rispondere, una breve premessa. Dafne, per aiutare i propri consorziati nella gestione delle attività durante le settimane di crisi, dal primo di marzo ha attivato un monitoraggio sulla distribuzione farmaceutica e sulla logistica dei prodotti sanitari, in collaborazione con i principali trasportatori specializzati healthcare. Anche alla luce di questo lavoro, siamo riusciti sì a identificare una serie di criticità su cui lavorare, ma soprattutto nuove opportunità da cogliere. In primo luogo, nonostante la forte pressione cui è stato sottoposto in questi mesi, il segmento ha reagito piuttosto bene, garantendo la consegna regolare dei farmaci sia in ospedale sia in farmacia. Contestualmente è parso chiaro, in primis, che serve una diversa gestione della logistica ospedaliera, a partire da una miglior pianificazione dei riordini di medicinali e prodotti medicali da parte delle strutture sanitarie; senza una programmazione adeguata si rischia impattare sull’efficienza del sistema logistico e, a cascata, su quella dello stesso ospedale. Anche in quest’ottica, sarebbe auspicabile che il Servizio sanitario nazionale (Ssn) ricorresse maggiormente alla ‘distribuzione per conto’.

Il Servizio sanitario nazionale dovrebbe sfruttare di più il canale farmacia?

Esattamente: le farmacie, grazie alla loro capillarità territoriale, possono erogare medicinali al paziente senza che debba necessariamente recarsi in ospedale per riceverli. Appoggiarsi di più sulla ‘distribuzione per conto’ non solo alleggerirebbe l’attività degli enti ospedalieri, ma sarebbe più funzionale per gli stessi pazienti, poiché la farmacia è l’unico punto di riferimento sanitario realmente di prossimità che i cittadini hanno a disposizione.

Un secondo tema venuto alla ribalta negli ultimi mesi è l’accelerazione che l’emergenza Covid-19 ha impresso ad alcuni fenomeni che erano già in essere, in primis all’utilizzo del digitale.

Parliamo di eCommerce, quindi?

Non penso solo all’evidente crescita di formule come gli acquisti online o l’home delivery, ma anche all’introduzione di una soluzione come la ricetta elettronica, per comprare medicinali in farmacia senza passare dal proprio medico di base.

Non è poca cosa: la smaterializzazione delle prescrizioni mediche è tema noto da anni, ma il mondo sanitario italiano ha sempre messo un freno allo sviluppo di opzioni simili. Da questo punto di vista, le misure applicate per contenere l’epidemia hanno concorso in maniera determinante all’evoluzione digitale della filiera dell’health. Certo questo è un lascito positivo di questa crisi, che ha facilitato la relazione del cliente-paziente con il mondo sanitario.

Il nuovo impulso digitale andrà ad impattare sul sistema logistico. Cosa cambierà?

Certamente i grossisti hanno davanti una sfida importante, ma il comparto è ben strutturato e, nonostante il maggior flusso di lavoro, ha i mezzi per affrontarlo. Non dimentichiamo che già oggi i distributori intermedi consegnano in farmacia con tempi di risposta ben superiori a quelli della maggior parte dei settori commerciali. Soprattutto nelle città più grandi, il farmacista è abituato a fare l’ordine e a ricevere la merce nell’arco di 2-4 ore. I corrieri riescono a effettuare consegne nella stessa farmacia dalle 4 alle 6 volte al giorno.

Un livello di servizio notevole ... forse un po’ costoso ...

Senza dubbio lo standard assicurato è altissimo ma, dal punto di vista logistico, si tratta di un’inefficienza, dato che i capitali investiti per assicurarlo sono molto significativi. Oggi, i tempi potrebbero essere maturi per passare ad una riduzione del numero di consegne quotidiane, così da allocare le risorse economiche risparmiate in favore di una maggior robustezza della stessa filiera distributiva del farmaco.

Ridimensionare il numero di consegne non rischierebbe di ridurre anche la qualità del servizio?

Ritengo che non avrebbe alcun impatto reale sul livello di servizio percepito dal cliente-paziente, anche perché non sempre egli ha necessità di reperire un farmaco nell’immediato: anzi, in molti casi può attendere fino al giorno successivo.

Inoltre, la farmacia potrebbe strutturare i riordini nella logica in modo da avere in casa una mini scorta di prodotto. Un’organizzazione di questo tipo, associata per esempio anche a un maggior uso dell’home delivery, apparirebbe al cliente-paziente come un incremento dello standard qualitativo, e non certo come una sua diminuzione.

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