Luce emozionale, tra arte e innovazione

"Un'industria artigianale nata per sfida, al passo con la più avanzata tecnologia": così Enzo Catellani descrive la sua "creatura", oggi una delle più interessanti realtà dell'illuminazione contemporanea (da Mark Up n. 257)

Gli uffici in un vecchio mulino ristrutturato con vista sulle colline; la produzione divisa in due spazi: uno lungo il fiume, il secondo in un nuovo capannone nella zona industriale, grandi volumi luminosi con terrazzi coperti da gelsomini. Catellani & Smith si presenta a progettisti e distributori di tutto il mondo come un’officina artigiana 3.0, dove creatività e tecnologia sperimentale vanno di pari passo. A fondarla, 25anni fa, un appassionato autodidatta: Enzo Catellani, origini parmensi, un ricercatore tra arte, design e artigianato. Tra le installazioni e produzioni recenti, oltre a gallerie e festival di musica e arte: l’atelier Aldo Coppola a Milano (con l’architetto Anton Kobrinetz), l’opera site-specific Alma Mater per Expo2015 in dialogo con Il terzo paradiso di Michelangelo Pistoletto, la mostra Hallucinations alla Casa della Luce per il Fuorisalone 2016, poi alla Abc Home Gallery di New York.
Come interpreta il rapporto tra tecnologia, artigianato e natura?
Le mie lampade nascono dall’idea di trasformare le sensazioni vissute in oggetti. Prediligo i materiali naturali: il ferro grezzo appena trattato con un sottile strato di cera d’api steso a mano, l’ottone che invecchiando acquista sfumature scure, l’alluminio naturale, il filo d’argento. L’integrazione con la natura è fondamentale e si percepisce negli ambienti lavorativi immersi nel verde. La lavorazione artigianale rende ogni nostro prodotto un pezzo unico.
Non partecipate a Euroluce. Come presentate oggi le novità?
Attraverso canali diversi dalle fiere di settore per privilegiare location più adatte alla tipologia dei nostri prodotti. La scelta di aprire al pubblico, durante il Fuorisalone, il nostro spazio a Ventura Lambrate si è rivelata vincente, per la possibilità di personalizzare l’esibizione degli oggetti senza le limitazioni di uno stand fieristico, fondamentale per la luce. Il grande afflusso di addetti ai lavori e pubblico ci confermano nella scelta.
Può fare un bilancio economico dell’ultimo decennio?
Positivo, perché l’azienda ha un mercato internazionale e si rivolge a un target medio-alto. Altro fattore è la flessibilità, la possibilità di realizzare oggetti su misura per piccoli ambienti o per importanti progetti di design.
Una vostra cifra è il laboratorio dei prototipi e delle idee ...
Quando creo una nuova lampada, parto dal prototipo; il nostro laboratorio è uno spazio-officina dove accumulo materiali, componenti, oggetti; lì nasce tutto. Assemblo, saldo, piego, plasmo: ho bisogno di sentire i materiali, vedere come giocano con la luce. In questa prima fase, non esiste una vera progettazione: l’idea deve prendere forma, diventare oggetto. Solo dopo passo allo studio di fattibilità: sono una certa idea di luce e il desiderio di raccontarla a guidarmi. Un percorso che si sente nel prodotto Catellani & Smith. Tutte le produzioni sono interne e molti pezzi richiedono una lavorazione artigianale; l’intervento manuale crea l’imperfezione che rende l’oggetto unico.
Come nascono le vostre installazioni?
Il percorso iniziato con la versione da esterno delle lampade Fil de Fer si è completato con la creazione di collezioni dedicate all’outdoor, per rispondere alle tendenze di apertura degli spazi abitativi verso l’esterno. Quest’anno, abbiamo realizzato nel giardino di Casa Tresoldi -Città Alta a Bergamo- uno spazio di luce e suono per creare un luogo inatteso che si risvegliasse al calar del sole, svelando la bellezza della natura quando la luce naturale inizia a nasconderla. Le nuove lampade nel verde si sono mimetizzate, emulando le forme della natura e valorizzandola. Abbiamo introdotto due specchi d’acqua, con un fondo scuro, per ribaltare il panorama riflesso e aprire nuove dimensioni allo sguardo. I suoni diffusi dai moduli di Architettura Sonora hanno sorpreso i visitatori, con un effetto avvolgente e suggestivo.
Dà più soddisfazione creare allestimenti luminosi in spazi pubblici o privati?
Abbiamo progettato interventi per alberghi e ristoranti di tutto il mondo, sedi bancarie, residenze, atelier, musei come la Triennale di Milano e il Victoria &Albert Museum di Londra, edifici storici come Casa Batllò a Barcellona. I nostri oggetti esprimono un concetto di luce diverso dalla produzione seriale e questo conquista clienti privati, architetti, ma anche i committenti pubblici, per i cui interventi il segreto è la personalizzazione.
Come cambia il rapporto con i clienti ai tempi del web?
Privilegiamo il web, per presentare prodotti, la filosofia di progetto e le caratteristiche del sistema produttivo. Attraverso il sito, veicoliamo anche la newsletter. La comunicazione offline ha sempre avuto un’importanza fondamentale e ancora realizziamo una documentazione cartacea con lo stile del marchio. Contano passaparola ed esposizione negli show-room, dove i clienti possono apprezzare dettagli di lavorazione ed effetti di luce.
Quali saranno, a suo parere, le prossime frontiere della luce?
Il cambiamento tecnico richiede attenzione e capacità di captare le novità. Il Led sarà sempre più protagonista: con il suo avvento abbiamo indirizzato la produzione verso un maggiore risparmio energetico, oltre ad essere stati tra i primi a intuirne il potenziale per lampade decorative e non tecniche. Stiamo aggiornando tutte le collezioni precedenti e con Outdoor abbiamo interpretato la natura in modo che l’elemento umano si integri, un invito a esplorarla.

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