Ondata di licenziamenti per le big tech in Usa, ma non è ancora l’Ai

Continuano i licenziamenti nelle aziende di tutto il mondo. Tra le cause pesano sicuramente l’automazione e l'utilizzo di tool di intelligenza artificiale, ma anche la scarsa formazione

Anche il 2024 si sta aprendo con una notevole ondata di licenziamenti, principalmente tra le grandi società tecnologiche americane. Gli 8.000 licenziamenti annunciati da Sap hanno fatto eco ai 1.900 di Microsoft nella divisione Xbox Activision. Attualmente, si dà grande enfasi a qualsiasi licenziamento, anche se riguarda un numero ridotto di dipendenti. Questo perché veniamo da un biennio 2022-2023 disastroso, nel quale il numero complessivo di licenziamenti, secondo alcune stime, ha raggiunto le 240.000 unità, coinvolgendo molte aziende.

I dati aggiornati sul sito Layoffs permettono interessanti analisi anche per categorie merceologiche, tra le quali è interessante osservare le voci food e retail, con Amazon, big tech del retail, che svetta in quanto a numeri assoluti anche se percentualmente meno significativi di altri. Gli ultimi interventi in ordine di tempo sono arrivati dal ridimensionamento di Amazon Prime Studio e nel team che gestisce la piattaforma Twitch.

Associare questi licenziamenti direttamente ed unicamente agli effetti dell'intelligenza artificiale e alla sua adozione nelle aziende, che porterebbe a una maggiore organizzazione e quindi a una minore necessità di personale, non sembra l’analisi corretta. Non si può negare che anche l'intelligenza artificiale possa avere questo tipo di effetto, ma certamente non è l'unico elemento. Viviamo ancora un'economia post-Covid, nella quale una diversa visione della vita e soprattutto la necessità di stare a casa hanno impostato nuove dinamiche negli organigrammi delle aziende, nella mente delle persone e nella penetrazione dell’eCommerce.

retail licenziamenti 2024I cambiamenti dell’automazione e lo skill shortage

A causare gli effetti che vediamo è una generica ondata di automazione, necessaria sia per l'enorme complessità dei sistemi informativi, sempre più articolati o disarticolati per nuove componenti da aggiungere su ciò che già esisteva. Inoltre, soluzioni semplificate stanno raggiungendo le operations come fabbriche, sanità ed infrastrutture anche grazie a sensoristica fissa come l'IoT o in movimento come droni, robot e altre tecnologie.

Un altro elemento che contribuisce alla complessiva trasformazione è lo skill shortage. Il vecchio mondo ha bisogno di personale formato in maniera innovativa, che non trova perché il sistema di formazione non è adeguato. È frequente leggere di settori nei quali mancano dipendenti, un fenomeno che riguarda principalmente tutte le varie facce della rivoluzione energetica e della sicurezza informatica, ma anche molte altre. E se l’azienda non ha personale, piuttosto che chiudere rischia e cambia i processi in corso con altri che richiedono meno personale.

Certamente, l'intelligenza artificiale è un termine ombrello che comprende molte cose, più o meno attinenti a ciò che osserviamo. Ma per il tipo di intelligenza che stiamo sfruttando adesso, che stiamo iniettando nel nostro sistema organizzativo e produttivo, i suoi effetti è probabile che non si siano ancora visti. Il vero potenziale si manifesterà in negativo sul tipo e sulla composizione dei lavoratori prima che i suoi benefici effetti migliorino le condizioni di vita e prima che in qualche modo il sistema mondiale riorganizzi una formazione adeguata ai tempi.

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