Pernigotti e Walcor hanno vinto in tribunale, ottenendo ristoro per un’imitazione delle confezioni delle barre di cioccolato “Pepitas”. Il Tribunale di Roma ha infatti accolto le domande d’urgenza promosse dalle due società, recentemente acquisite da JP Morgan, contro un noto operatore italiano del settore dell’industria dolciaria. Quest’ultimo era accusato di aver prodotto e messo in commercio confezioni di barre di cioccolato con nocciole intere (rispettivamente di cioccolato fondente e di gianduia al latte) con una veste grafica confondibile con quella dei prodotti originali a marchio “Pepitas Pernigotti”.
Inibizione all’uso dei prodotti simili
Per questo motivo, con provvedimento in via cautelare, il giudice Laura Centofanti ha inibito all’operatore in questione l’uso delle confezioni dei prodotti dolciari oggetto di contestazione e di confezioni similari. Inoltre, il tribunale ha ordinato il ritiro dal commercio del relativo materiale promozionale. Per ogni prodotto eventualmente commercializzato, in violazione del provvedimento inibitorio, l’ordinanza impone anche una penale.
La condotta anticoncorrenziale
Pur in assenza di una contestuale contraffazione del marchio, il Tribunale di Roma ha ritenuto integrata la condotta anticoncorrenziale rispetto ai prodotti a marchio “Pepitas Pernigotti”. Il packaging del concorrente, secondo quanto concluso dal giudice Centofanti, presentava infatti caratteri di evidente similitudine e con caratteristiche del tutto analoghe, tali da far ritenere che costituisse un’imitazione servile e potesse creare confusione tra i rispettivi prodotti delle parti. Il provvedimento non è stato oggetto di reclamo nei termini di legge da parte dell’operatore coinvolto. “Siamo molto soddisfatti dall’esito di questo procedimento, che ha posto un freno alla condotta anticoncorrenziale perpetrata ai nostri danni -, commenta Luigi Leonetti, direttore commerciale di Pernigotti e Walcor -.“Anche per il futuro, la nostra strategia sarà di tutelare e difendere in ogni sede, sempre e ovunque, i nostri brand e asset commerciali, con tolleranza zero rispetto ad ogni tentativo di emulazione o plagio in Italia e all’estero”.
