Raee nell’eCommerce, Erp fa un po’ di chiarezza

Anche gli operatori online sono soggetti agli obblighi della gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici, compreso il ritiro uno contro uno. Un ambito dove non è facile muoversi

La pandemia ha sicuramente contribuito alla crescita dell’eCommerce. Aziende hanno implementato il loro commercio elettronico e start up sono nate e si sono sviluppate grazie alla rete. Comprese le realtà che trattano apparecchi elettrici ed elettronici che a fine vita diventano Raee, cioè rifiuti. “C’è stata una crescita significativa di nuovi soggetti attivi nell’online -afferma Daniela Carriera, sales and business development director di Erp Italia-, lo vediamo nel numero di richieste di adesione al nostro consorzio. Per lo più sono start up, nuove aziende che attraverso diversi market place mettono in vendita i loro prodotti: dai giocattoli alle apparecchiature per il giardinaggio fino agli scanner per la temperatura.

Daniela Carriera

Queste realtà faticano, però, a capire la necessità di ritirare i Raee, un problema che trova maggiori difficoltà nei piccoli distributori soprattutto per il costo che devono sostenere. Si tratta chiaramente di un disincentivo al rispetto dell’obbligo ‘dell’uno contro uno’ (ritiro gratuito di un Raee a fronte dell’acquisto di un prodotto nuovo che svolge la stessa funzione). Mentre, essere conformi alla normativa può rappresentare un vantaggio per il rivenditore. Deve essere una leva di sviluppo per il proprio business e non, invece, un mero costo da sostenere o, peggio ancora, da evitare eludendo l’obbligo previsto dalla normativa”.
“Contrariamente a quanto si possa pensare -spiega Andrea Bizzi responsabile tecnico per Erp Italia-, l’uno contro uno non è previsto ovunque. In Danimarca, per esempio, la direttiva europea è stata recepita senza imporre tale obbligo all’eCommerce. Uno contro uno è un elemento fondante della normativa europea, però uno Stato membro può pensare a delle alternative che consentano comunque ai consumatori di conferire i loro Raee correttamente e senza oneri diversi rispetto all’acquisto in negozio. Naturalmente, l’uno contro uno è la soluzione che è stata adottata nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europa”.

Andrea Bizzi

Allo stesso modo uno Stato dell’Unione potrebbe introdurre l’uno contro zero (ritiro di un piccolo elettrodomestico senza acquisto di uno nuovo) anche per i rivenditori online. In base al principio che ogni Stato membro può aggiungere requisiti senza però escludere quelli fondamentali. Questo ci dice quanto la materia sia complessa. Secondo le stime, i Raee prodotti da eCommerce sono circa il 15% dei rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici di provenienza domestica.
Cosa deve sapere un’azienda per avviare un eCommerce che prevede Raee? “Prima di tutto -sottolinea Andrea Bizzi- serve un’attenta valutazione degli obblighi normativi in funzione del mercato, o dei mercati, in cui si vende. Se non si valuta attentamente il contesto normativo si rischiano sanzioni anche pesanti, di tipo amministrativo e perfino penale come avviene in Italia per specifiche violazioni. Attenzione poi agli oneri amministrativi. Nonostante la direttiva europea non ponga in capo ai rivenditori online la qualifica di gestori professionali di rifiuti in Italia, a questi soggetti è richiesta l’iscrizione all’albo dei gestori ambientali".
Si tratta di una posizione semplificata, ma ci sono dei costi di iscrizione e dei costi annuali: tempo e risorse che l’imprenditore deve dedicare per adempiere a questi obblighi. C’è poi il tema della tracciabilità del rifiuto che in caso di violazione comporta sanzioni anche penali. In Italia è obbligatorio segnalare nelle condizioni di vendita online la possibilità del ritiro dell’uno contro uno e si tratta di una condizione necessaria per la validità del contratto di vendita stesso, senza la quale il contratto è nullo e il prezzo eventualmente già pagato deve essere restituito. “Inoltre un soggetto estero che vende in Italia, con il proprio ecommerce -prosegue Bizzi- deve adempiere agli obblighi sui Raee tramite un rappresentante autorizzato, che deve tra l’altro, occuparsi dell’implementazione dell’uno contro uno”.

Consegna e ritiro

Nella realtà non è sempre possibile ritirare il Raee contestualmente alla consegna del prodotto nuovo. “Non si tratta di inefficienza del rivenditore online”, sottolinea Daniela Carriera di Erp Italia. Dipende dal fatto che l’operatore che effettua la consegna potrebbe non essere iscritto all’albo nazionale dei gestori ambientali per cui non può occuparsi anche del ritiro del Raee. Consegna e ritiro fanno parte di due filiere diverse che spesso non ‘dialogano’ tra loro. “È un punto che va chiarito: il ritiro contestuale non è sempre possibile perché deve subentrare un soggetto diverso, i Raee devono essere gestiti da operatori autorizzati. Naturalmente, tra consegna e ritiro non devono passare molti giorni perché non è possibile tenere in casa i vecchi elettrodomestici”.

Una finestra sull’attualità

Da quando è stato istituito il bonus Tv per la sostituzione dei televisori non compatibili con il nuovo digitale terrestre (DVB T2) è cresciuto il conferimento dei vecchi apparecchi che sono diventati Raee. “I centri di raggruppamento e gli impianti di trattamento -dichiara Daniela Carriera- sono stati organizzati per gestire determinati quantitativi mensili e all’improvviso si sono trovati a far fronte a quantità molto più elevate di televisori ritirati con un conseguente aggravamento dei cicli di lavoro e rallentamento dei tempi”. Agli occhi degli utenti si tratta di un limite della filiera dei Raee. In realtà, non è così, è la diretta conseguenza del contributo rottamazione. In un solo mese c’è stato un aumento di oltre il 50% dei televisori conferiti, che ha provocato anche un evidente impatto ambientale a causa del maggior numero di mezzi che si muovono per il recupero.

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