Regolamento imballaggi, nel nuovo testo meno riuso e più tutela per il riciclo

Gli oltre 500 emendamenti votati hanno dato un nuovo volto al testo iniziale, esultano le associazioni (e molti settori) in Italia

Se non è una marcia indietro poco ci manca. Il Parlamento Europeo ha corretto la prima proposta della Commissione sul nuovo regolamento sugli imballaggi, addolcendo le imposizioni sul riuso e tutelando maggiormente il riciclo. Ora la parola passa al Consiglio Ue che definirà la sua posizione il 18 dicembre e ai negoziati del Trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento). Teoricamente le cose potrebbero ancora cambiare.

Gli oltre 500 emendamenti votati hanno dato un nuovo volto al testo iniziale. Ci si è accorti che il riuso spinto (meno sicuro) non è poi così conveniente per l’industria, dati i maggiori costi per acqua ed energia, senza dimenticare quelli aggiuntivi per i nuovi modelli produttivi. La gran parte degli imballaggi monouso a contatto con gli alimenti resterà pertanto sul mercato unico europeo.

Esenzioni per i prodotti che sarebbero stati pesantemente penalizzati

Si è cercato così di tutelare il modello del riciclo, con diverse esenzioni per i prodotti. Una vittoria che fa bene all’Italia dove il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030.  Chi raggiungerà l’85% di quota di riciclo degli imballaggi interessati sarà comunque esentato dall’obbligo di riuso. Tra i divieti, eliminato quello, molto sentito dall’ortofrutta, dello stop al confezionamento sotto 1,5 kg di frutta e verdura freschi. Canta vittoria anche il settore vini e spirits, per cui non c’è obbligo del riuso.

Giro di vite invece contro l'inquinamento delle acque da sostanze chimiche Pfas e bisfenolo A. Gli eurodeputati hanno chiesto di vietare l'uso delle cosiddette "sostanze chimiche per sempre" aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o Pfas) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.  Richiesto anche il divieto della vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi.

I nuovi obiettivi per la riduzione degli imballaggi

Il regolamento sostiene obiettivi generali moderati di riduzione degli imballaggi: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. Indicati anche gli obiettivi specifici per la riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Una misura che dovrebbe contrastare una crescita del fenomeno: nel 2021 ogni europeo ha generato 188,7 kg di rifiuti di packaging, cifra che si prevede aumenterà a 209 kg nel 2030 in assenza di misure.

Diverse associazioni d’impresa e sindacali, che si erano battute per un cambio di visione, hanno salutato il via libera come una vittoria anche italiana. Tra le tante, Coldiretti, Confagricoltura, Areflh, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, Federvini, AssoDistil, Unionplast, Anfima e Assografici.

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