Retail e ristorazione, smart working e assenza di turisti affondano i ricavi

Lo registra la rilevazione dell'Ufficio studi Confimprese, relativa alle due settimane dal 15 al 30 luglio: particolarmente negativo (-40%) il trend della ristorazione

Ancora un luglio negativo a distanza di oltre due mesi dalla fine della clausura (lockdown). La ristorazione si conferma maglia nera del commercio con un totale vendite che nelle ultime due settimane di luglio procede a capofitto in doppia cifra negativa:-40% a conferma dei ritmi cachettici del mese precedente. Male anche il non food (abbigliamento, accessori, beauty, cura persona) che chiude a -23%. 

"Il commercio è in grave difficoltà -conferma Mario Resca, presidente Confimprese-. Alla mancanza di liquidità e alla paura del contagio si aggiunge un terzo freno a mano a bloccare gli acquisti: il perdurare dello smart working, che tiene le persone lontane dagli uffici e cambia le abitudini di acquisto. Ma a pesare è anche l’ostacolo della burocrazia che, secondo l’indice annuale della Banca Mondiale, relega l’Italia al 58° posto su 190 Paesi. La riforma della burocrazia promessa da decenni non arriva. Ci aspettiamo dal Governo una svolta seria in tal senso".

Ristorazione: seconda settimana di luglio peggiore della prima

La ristorazione continua a risentire del mancato afflusso dei consumatori italiani e dei turisti stranieri, e va addirittura peggio dei primi 15 giorni di luglio, passando da -37% a -39,6%. Vanno bene, invece, consegne (delivery, +24%) e asporto (take away, +17%), anche se non riescono a compensare la perdita delle vendite in store.

Centri città in maggior sofferenza rispetto alla periferia. Male centri commerciali e outlet con cali fino al 70%, performance altamente negative per il canale travel soprattutto aeroporti, stazioni, autostrade,  anch’esso inabissato a -70%. 

Le regioni un po' più brillanti rispetto a questi dati (nel senso che perdono meno) sono Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. Risultati deludenti per Friuli e Piemonte.

NON FOOD: negativo ma stabile

Il settore non food chiude gli ultimi 15 giorni di luglio a -23% sullo stesso periodo 2019, in sostanziale parità rispetto alla prima quindicina di luglio 2020. Uniche eccezioni: abbigliamento kids (+4,7%) e pet shop (+2%). A pesare sul trend negativo non è solo il mancato avvio dei saldi il 1 luglio, ma anche la minore frequentazione dei negozi, al pari della ristorazione.  Manca l’esperienza d’acquisto diretta/fisica, non solo perché gli italiani si sono disabituati a frequentare i punti di vendita, ma anche perché lo smart working incide pesantemente sulle abitudini d’acquisto, aumentando forzatamente la quota di chi ordina online: l'eCommerce chiude il mese con +12%.

Nei canali di vendita tengono meglio i centri città, male centri commerciali e retail park. Il quadro, dunque, non evidenzia alcune tendenza positiva, nonostante l’anticipo dei saldi al 25 luglio adottato da alcune regioni italiane.

Nelle regioni, a parità di dati negativi, la Lombardia è indicata come meglio performante dal 31% delle catene, seguita da Piemonte (19%), Sicilia ed Emilia Romagna (11%); male le altre regioni come Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Toscana, Veneto, che si fermano al 4%. 

Quanto ai settori merceologici, abbigliamento e accessori confermano l'andamento medio delle vendite in store: -25%, con un calo generalizzato dell’affluenza in negozio.

Nel settore bellezza l'andamento medio delle vendite nei negozi (-20%) è compensato positivamente dallo scontrino medio.

 

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