La Torre Velasca è oggetto di un’opera di riqualificazione sviluppata da Hines, società globale di investimento, sviluppo e gestione immobiliare

Con i suoi 106 metri di altezza, la Torre Velasca è stata, prima della Torre Galfa e del Pirellone, il grattacielo più alto di Milano. Siamo nel 1958. E se pensate che ancora oggi, nonostante l'arrivo dei nuovi ciclopi che si stagliano sullo skyline milanese, intendo il nuovo Palazzo Lombardia, sede della Regione, la Torre Unicredit in piazza Gae Aulenti e i tre grattacieli di CityLife, la Torre Velasca spicca per la sua figura inconfondibile svettando ancora oggi sul centro storico milanese: pensa te, lettore, quanto erano avanti nel 1958. La Torre Velasca non è mai stata aperta al pubblico: grave errore dal punto di vista del marketing urbanistico; occupata da appartamenti solo agli ultimi 8 piani, gli altri 18 erano uffici. Ma questo è niente: volete mettere la terrazza dell'ultimo piano mai utilizzata? Dopo la riqualificazione in corso anche questa pecca sarà emendata. Al momento dell'apertura del ristorante al 18° piano, questo inedito spazio panoramico, frutto di un cambio di destinazione d'uso e storicamente non accessibile in quanto dedicato agli impianti tecnici della struttura, offrirà a Milano e ai suoi cittadini una terrazza con una vista unica a 360° su Milano: dal tradizionale marmo del Duomo allo skyline contemporaneo tra Porta Nuova e CityLife.

A riprova che la Torre Velasca non è solo parte preziosa della storia dell'architettura moderna, ma anche protagonista del costume e della cultura italiana, ricordiamo che l'iconico edificio progettato tra il 1955 e il 1957 dallo studio BBPR ospitava l'appartamento della coppia al fulmicotone rappresentata da Alberto Nardi (interpretato da Alberto Sordi) ed Elvira Almiraghi (Franca Valeri), la moglie ricchissima di Nardi, nel film il Vedovo (1959), di Dino Risi. Le ragioni per cui la Torre Velasca fu, ed è criticata, sono anche alla base della sua "iconicità": la bizzarria della sua forma ha generato il soprannome "grattacielo con le bretelle", per via delle travature che sostengono la parte aggettante e più elevata dell'edificio.

La Torre Velasca è oggetto di un’opera di riqualificazione sviluppata da Hines, società globale di investimento, sviluppo e gestione immobiliare. Hines European Value Fund (HEVF) è proprietario di Torre Velasca attraverso HEVF Milan 1, un fondo gestito da Prelios, con Hines Italy in qualità di development manager. La riqualificazione si apre con i primi accordi stipulati nella ristorazione, che evidenziano la capacità di attrarre brand internazionali, non ancora presenti in Italia (SushiSamba), e di creare esperienze uniche valorizzando edifici storici e proiettandoli in una dimensione contemporanea. Dopo aver concluso i lavori delle facciate, è in corso il restauro degli interni, che trasformerà questo simbolo di una Milano un tempo grande e viva, in una destinazione d’eccellenza per vivere esperienze di respiro internazionale, aprendo le porte di un edificio prima esclusivamente privato e contribuendo a ridare nuova luce alla piazza Velasca, che diventerà luogo di incontro e di aggregazione sociale per la città. I due nuovi ristoranti, tra cui SushiSamba al 1° piano, copriranno una superficie totale di quasi 1.500 metri quadrati suddivisa su due piani. Per la prima volta, la Torre infatti ospiterà un ristorante al 18° piano, introducendo una soluzione inedita per questo prestigioso spazio, che diventerà la location più alta con vista sull’intera città di Milano.

Quando abbiamo iniziato i lavori di restauro, avevamo ben chiaro l’obiettivo: restituire alla città una torre rinnovata e riqualificata in ottica di sostenibilità, di sicurezza e di vivibilità degli spazi nel rispetto del suo inestimabile valore storico -commenta Mario Abbadessa, senior managing director & country head di Hines Italy-. Si tratta di un passo importante per Torre Velasca destinata ad attrarre brand internazionali e a far vivere un’esperienza unica per Milano, i suoi cittadini e visitatori, che non dovranno più limitarsi ad ammirare l’iconico monumento dall’esterno, ma avranno invece la possibilità di godere di tutto ciò che offre".

Il progetto di rigenerazione di Torre Velasca è curato dallo studio Asti Architetti, in collaborazione con ARS, lo studio CEAS, ESA Enginering e con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, mentre advisor dell’operazione sono Cbre, Colliers e Dils, che si stanno occupando della commercializzazione degli spazi.

 

 

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