Un master per formare esperti doganali

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L’export made in Italy continua a segnare nuovi record, ma si trova a fare i conti con la disponibilità limitata di professionisti

La carenza di esperti doganali rischia di frenare il made in Italy, che pure sta vivendo una fase d’oro con ricavi che nel 2022 hanno raggiunto quota 625 miliardi di euro, oltre 100 in più rispetto al 2021.

Corso specialistico ad hoc

Per formare queste nuove professionalità nel 2020 è nato il primo master in “Commercio Internazionale e Dogane” riconosciuto dall’Agenzia dei Monopoli e delle dogane (Adm) e organizzato da ARcom Formazione in collaborazione con Assocad (Associazione nazionale dei Centri di Assistenza Doganale). Ad oggi sono nati altri sei percorsi analoghi.

“Abbiamo concepito un progetto didattico per formare specialisti con molteplici competenze nell’ambito doganale adattabili a vari contesti aziendali – sottolinea l’avvocato Sara Armella, direttore scientifico di ARcom -. Il progetto poi è confluito in un corso di specializzazione post-laurea di alta formazione da 200 ore per conseguire la qualifica professionale di responsabile delle questioni doganali aziendali Aeo (Operatore Economico Autorizzato) e che a ottobre inaugura la quarta edizione dopo aver formato oltre 200 persone”.

La figura professionale

Il responsabile delle questioni doganali aziendali è una nuova figura professionale, prevista dal codice doganale dell’Unione europea del 2016 allo scopo di rafforzare, all’interno delle aziende, la capacità di gestire le operazioni internazionali da molti punti di vista, non solo a livello di contrattualistica ma anche rispetto ad eventuali barriere linguistico-culturali. Professionalità importanti per un Paese come l’Italia che costituisce la sesta economia esportatrice del mondo e che conta oltre 120 mila imprese esportatrici.

Intervento decisivo sui mercati più distanti

“Ad esempio, se vendo verso un Paese con il quale vi è un accordo di libero scambio (come Regno Unito, Canada, Giappone) – aggiunge Armella – e rispetto gli standard dell’accordo, il mio prodotto sarà avvantaggiato rispetto ai concorrenti che non possono fruirne. Per rispettare gli standard degli accordi è necessario conoscere regole molto tecniche. La formazione di questo aspetto può costituire un vantaggio competitivo formidabile per le aziende italiane”.

Il programma formativo

In 40 settimane, 30 docenti, tra i maggiori esperti del settore a livello internazionale, cercano di trasferire competenze su divieti ed embarghi, l’identificazione di agevolazioni per i prodotti esportati, l’opportunità di partnership con imprese estere senza tassazione alla frontiera, ecc. Il corso si rivolge a commercialisti e avvocati ma anche a imprenditori, dirigenti, manager, responsabili legali e amministrativi, customs ed export manager, addetti alla supply chain, consulenti per l’estero e neolaureati.

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