Vegetariani e vegani due élite controcorrente

Consumi – Riflettere sull’attrazione - repulsione esercitata dal vegetarianesimo ci porta a considerare gli aspetti simbolici che sottendono all’atto alimentare

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Salutismo, etica, ambientalismo sono le ragioni valoriali poste alla base della scelta vegetariana e vegana. Una scelta che se da una parte è in relativo aumento - in Italia si parla di una scelta che coinvolgerebbe “solo” il 6%, della popolazione, però in crescita nell'ultimo anno del 2% (dati Eurispes)- dall'altra stenta a decollare nonostante l'esempio di star internazionali e lo sviluppo di un'offerta dedicata sia nella distribuzione, sia nella ristorazione.
Si mangia anche con la testa. Che non sia solo per fame o per soddisfare i bisogni primari è del tutto evidente: in miseria come in povertà si è sazi solo quando il cervello e non la pancia dice basta (tranne ovviamente che per situazioni estreme).
Ci nutriamo di simboli, immaginari, repertori valoriali. Pensiamo all'importanza della preparazione della tavola, alla scelta di un ristorante e della sua atmosfera, alle tradizioni nelle festività. Di fronte al cibo l'uomo esprime una succosa varietà di atteggiamenti difficilmente inscrivibili all'interno di una cornice di razionalità. Si mangia sempre per colmare un vuoto e sempre il vuoto si colma introducendo qualcosa che è “altro da noi”. Attraverso l'atto alimentare non solo gustiamo e conosciamo o riconosciamo “l'altro da noi”, ma anche lo assimiliamo e lo facciamo nostro.

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