Aumenta la platea dei consumatori italiani di vino, quasi 30 milioni il 55% della popolazione adulta. Si beve, tuttavia, meno vino in quantità

Si beve meno vino in quantità, ma aumenta la platea degli enoconsumatori italiani, quasi 30 milioni che rappresentano il 55% della popolazione adulta nazionale, il 66% di quella maschile e il 44% delle donne. Lo rileva l’Osservatorio dell’Unione italiana vini (Uiv), che ha elaborato gli ultimi, inediti, dati Istat sui consumi di alcolici nel 2021.

Il vino italiano genera un fatturato di 14,5 miliardi di euro l’anno, con il solo l’export che vale 7,1 miliardi (+12,4% la crescita nel 2021) e una bilancia commerciale attiva per circa 6,7 miliardi di euro.

Secondo l’analisi Uiv, negli ultimi 10 anni il numero di consumatori (oltre 29 milioni) è leggermente aumentato (+2,3%, +9% le donne), mentre i maggiori cambiamenti si registrano nelle abitudini dei cluster demografici che li compongono. A sorpresa, rispetto al 2011, perdono poco in numerosità i giovani tra 18 e 34 anni (-2,9%, ma in lieve crescita negli ultimi 5 anni), mentre la contrazione più rilevante riguarda la fascia 35-44 anni (-23%). A incrementare sono le classi di età più mature: +11,4% dai 55 ai 64 anni e +19,3% dai 65 anni in su. In diminuzione, inoltre, il dato sui consumatori quotidiani che nel decennio passano da 14,9 milioni a 12,4 milioni (-16,8%) con un crollo del 31,3% per chi beve più di mezzo litro al giorno.

Rispetto a trent’anni fa, quando il vino era una sorta di companatico, si è evoluto moltissimo il rapporto con i consumatori –commenta Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini–. Oggi in Italia il vino, che definire moda risulta riduttivo, è uno status culturale; conoscerlo vuol dire essere una persona interessata, culturalmente preparata e curiosa. Perché ad attrarre non è solo il prodotto ma anche ciò che sta dietro: il territorio, le storie, il contesto sociale; un approccio moderato che non ha nulla a che fare con lo sballo. Per questo riteniamo sbagliato che la Commissione europea nei suoi programmi di prevenzione accomuni il vino con altre bevande utilizzate per i consumi compulsivi”.

Tra le regioni, è l’Umbria che vanta la maggiore quota di consumatori rispetto alla popolazione (62%), seguita dalle Marche (60%) e – a pari merito con il 59% - Veneto, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. Poi troviamo le 2 regioni rossiste per eccellenza, Toscana e Piemonte, con il 58%, mentre in coda ci sono le Isole: Sardegna (48%) e Sicilia (45%). Con quasi 1/5 degli user, la Lombardia è in testa alla ripartizione dei consumatori per regione, seguita dal Lazio (10%) e dal Veneto (9%). Tra i giovani (18-34 anni), rileva infine l’Osservatorio Uiv, sono in calo (-10%) i consumatori quotidiani.

 

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