Agroalimentare: nasce il polo commerciale italo-cinese

La città di Tianjin, vista su parte della Free Trade Zone
La città di Tianjin, vista su parte della Free Trade Zone

Le due città collegate sono Firenze e Tianjin, terzo centro dell’economia cinese. A fare da ponte e a investire nel progetto, realizzato attraverso la società Ta Italy, è stata la famiglia italo-cinese Zheng, proprietaria dell’attività nel capoluogo toscano.

Così è nata l’iniziativa Ta Italy - Italian Food District, che ha dato vita a un inedito polo commerciale tra i due Paesi, dedicato alle eccellenze alimentari Made in Italy. Si tratta di una piattaforma distributiva pensata per agevolare le nostre aziende nell’affrontare le dinamiche del mercato cinese e dell’import-export, a partire da servizi doganali e di marketing.

Tianjin_Free Trade Zone_CinaCome esordio, è in programma dal 14 al 16 novembre una prima missione esplorativa di 100 imprese italiane, che visiteranno la struttura in fase di ultimazione a Tianjin. Quest’ultima occupa una superficie di 22mila metri quadrati, di cui 8mila adibiti a Cash & Carry, che coinvolgono l’area logistica all’interno della Free Trade Zone istituita lo scorso aprile in loco.

Il progetto si indirizza a tre diverse componenti di business, con un’area b2b, una orientata al consumatore, e una terza adibita a ristorazione e scuola professionale di cucina territoriale.

Lorenzo Zheng_Ta Italy“Ta Italy è in grado di far superare alle aziende italiane le difficoltà che la mia famiglia ha vissuto in prima persona”, spiega Lorenzo Guo Sheng Zheng (in foto), Ad di Ta Italy Srl, che prosegue sottolineando come il momento risulti particolarmente propizio: “Expo 2015 sta innescando un aumento delle esportazioni italiane e il governo cinese ha deciso di favorire una seconda fase di sviluppo, con una crescita economica più equilibrata, basata sull’aumento dei consumi interni. Le straordinarie tradizioni italiane nell’agroalimentare hanno la possibilità di recuperare terreno e di dominare il mercato cinese, come hanno già fatto i prodotti francesi e americani: non è solo una questione di profitto e di crescita economica, ma anche di prestigio.”

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