La casa si consacra centro gravitazionale della nostra vita

Sta nascendo una nuova privatizzazione mobile. Servizi di delivery e tecnologia trasformano il consumo in attività sociale at home (da Mark Up n. 255)

Una delle più grandi contraddizioni del nostro tempo è quella di fare previsioni,  progetti  e  investimenti  di  lungo  periodo  benché  tutto  intorno  a  noi  sia  divenuto  precario  ed  effimero  a  causa  dell’accelerazione che le tecnologie della comunicazione hanno imposto alla vita ordinaria. La rapidità  di  un  acquisto  online,  di  un  movimento finanziario, di un “mi piace”,  di  un  tweet,  di  un  cambio  di  canale,  sono  tutti  segnali di una temporalità  accelerata  che tende a rifiutare ogni genere di programmazione, vivendo, invece, della forza dell’istante. Ogni giorno produttori e consumatori seguono il flusso delle circostanze,  transitando  dal  regime  della  visione a quello della vista. Vale a dire che se un tempo era legittimo  avere  visioni su un futuro più spostato in avanti, oggi è preferibile rivolgere lo  sguardo  ai  piccoli  cambiamenti  che  quotidianamente si susseguono. Nonostante questa difficoltà di previsione, vi sono comunque delle tendenze di lungo periodo che possono trovare compimento in tempi brevi. Una di queste è sicuramente  quella  che  il  sociologo  inglese  Raymond  Williams  chiamava  “privatizzazione mobile”, grazie alla quale la casa si consacrerà come centro gravitazionale della vita di ciascuno, divenendo un piccolo nodo di una rete sterminata e globale. Parliamo di un fenomeno  nato  con  la  diffusione  di  massa  dell’automobile  e  della  televisione,  ovvero di due dispositivi molto diversi tra loro che condividevano tuttavia la funzione  di  consentire  ad  un  individuo  di  rimanere  isolato  e  protetto  all’interno  del proprio spazio privato, conferendogli parallelamente la possibilità di muoversi accedendo al mondo esterno.

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