Quello fra Coldiretti e Princes è un accordo di filiera apripista?

La sigla dell’accordo tra Coldiretti e Princes
Pomodoro italiano ma solo se sostenibile: parte dalla Puglia e arriva nel Regno Unito tracciabile e al giusto prezzo. Quale? Viene garantito almeno il costo di produzione, per un periodo di tre anni

Equità lungo la filiera anche dopo Brexit: Coldiretti ci arriva con il bilaterale d'impresa. Sostegno del Made in Italy, sviluppo dell’etica nel lavoro, della sostenibilità ambientale e sociale: sono questi i valori che animano la sigla dell’accordo tra Coldiretti e Princes. È industria impegnata in Italia nella trasformazione del pomodoro sotto l’egida dell’omonimo gruppo internazionale specializzato in food & beverage del Regno Unito. Lo stabilimento di Foggia è nello specifico il più grande in Europa.

Contratti triennali

In base a questo accordo, Princes offre agli imprenditori agricoli aderenti a Coldiretti la possibilità di sottoscrivere contratti di fornitura triennali. Venderanno così, nella Gran Bretagna dell’era Brexit, a un prezzo equo. Ovvero basandosi sugli effettivi costi sostenuti dalle imprese, le quali hanno coltivato il pomodoro seguendo le regole di questo accordo di filiera del tutto nuovo. Si garantisce la qualità del prodotto italiano, la sostenibilità ambientale e quella sociale. Si combatte l’annosa piaga del caporalato dando al lavoro delle regole certe. E si agisce sulla tracciabilità applicando la Blockchain.

Princes offre ai soci Coldiretti contratti di fornitura triennali
La blockchain

Verrà infatti sviluppata una piattaforma digitale basata sulla tecnologia Blockchain. Per la prima volta in Italia, sarà impiegata per un prodotto agricolo trasformato industrialmente. “Abbiamo sempre lavorato per la valorizzazione della produzione del pomodoro pugliese. Rappresenta il 30% della produzione nazionale e il 60% di quella del Centro Sud”. Così Gianmarco Laviola, Ad di Princes Industrie Alimentari. “Tuttavia – ha aggiunto - la necessità di accesso alle tecnologie per le imprese agricole e la lotta al caporalato necessitavano dell’impegno di ogni attore delle filiera. Mi auguro che questo sia solo il primo esempio da seguire anche per altri prodotti agricoli trasformati”.

L'ottica di Coldiretti

Una pietra miliare anche per Ettore Prandini, presidente Coldiretti. “Abbiamo oggi segnato la traiettoria per un futuro diverso. Avremo un contratto di filiera che non andrà mai al di sotto di quelli che sono i costi di produzione. Un principio semplice, ma che ci pone tutti di fronte alla necessità di una riflessione sullo sfruttamento del lavoro. Sui percorsi da affrontare in materia ambientale, di garanzia del Made in Italy e della salute al consumatore”.

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