5 macro-trend per restare competitivi nel 2024 secondo Accenture

Da un’indagine condotta in 21 Paesi emergono 5 tendenze culturali che incideranno sul rapporto tra aziende e clienti nell’immediato futuro

Inutile ribadire per l'ennesima volta quanto gli ultimi anni abbiano stravolto il panorama non solo di business, ma sociale e culturale nella suo sistema di credenze e relazioni. Assodiamo che il rapido cambiamento sia ormai una costante e facciamone uno standard di riferimento interno all'azienda e al nostro approccio cognitivo-psicologico. Non che sia facile, per esseri umani che, come insegna proprio la psicologia cognitiva, tendono in modo innato al conservatorismo mentale e a leggere la moltitudine riducendola ad esperienza personale. Anche per questo è utile il supporto di ricerche e studi che offrano uno sguardo allargato e più oggettivo, come nel caso del nuovo Accenture Life Trends 2024.
Il report è frutto di un’indagine condotta in 21 paesi e identifica cinque tendenze macro-culturali che si prevede incideranno sul rapporto tra brand e consumatori nell’immediato futuro. Uno spunto utile per crescere ma anche per mantenere la leadership già acquisita, perché come conferma lo stesso ranking 2023 di Interbrand la stagnazione arriva anche per i big, che non possono più limitarsi alla rendita di posizione. Vediamo a seguire i 5 trend rilevati da Accenture Song.

  1. Chi aumenta i prezzi oggi (ma non il livello di prodotto/servizio) perderà il cliente domani
    Nell’attuale scenario economico le aziende sono portate ad aumentare la loro efficienza attuando tagli da un lato e aumentando i prezzi dall'altro, ma gli incrementi molto spesso non sono compensati da un miglioramento della qualità del servizio offerto. Queste scelte complesse si traducono in una mancanza di fiducia da parte dei consumatori e in un loro distaccamento dai brand: il 37% dei consumatori pensa che molte aziende diano priorità all'aumento dei profitti, piuttosto che a fornire una migliore esperienza di servizio. Quasi la metà dei clienti si sente meno apprezzata quando ha difficoltà a raggiungere o a parlare con un servizio clienti non all'altezza. Per riaccendere la fiducia e fedeltà dei clienti, le aziende devono mettere (o per alcuni rimettere) al centro l’esperienza del consumatore, concependola come via per la crescita e la competitività aziendale. Nella teoria non è una novità, ma nella pratica c'è ancora molto da fare.
  2. Intelligenza Artificiale Generativa: nuove interfacce e mediatori
    Il 77% dei consumatori dichiara di conoscere l'IA conversazionale, e i brand possono sfruttare questa consapevolezza per rivoluzionare l’esperienza online degli utenti, trasformandola da transazionale a personale. Quasi la metà (42%) dei consumatori dice che si sentirebbe a proprio agio nell'utilizzare l'intelligenza artificiale conversazionale come ChatGPT per farsi raccomandare prodotti, completare attività lavorative (44%) e ricevere consigli su tematiche legate al benessere e all’assistenza sanitaria (33%). I brand possono sfruttare questa attitudine dei consumatori per dare forma a prodotti, servizi ed esperienze iper-rilevanti, verso una sempre maggiore personalizzazione dell’esperienza dell’utente.
  3. Originalità tecno-creativa
    Il successo dei marchi si basa da tempo sulla loro capacità di differenziarsi dalla concorrenza, offrendo prodotti, servizi e contenuti migliori, più convenienti o più creativi. Oggi, gli algoritmi e la tecnologia si frappongono spesso tra il creatore e il pubblico, generando contenuti simili, poco innovativi, portando a una sensazione generale di stagnazione culturale. Nel settore dell'intrattenimento, sequel, spin-off e remakes sono aumentati dal 16% del 1981 all’ 80% del 2019. Il 35% degli intervistati ritiene che il design delle app sia indistinguibile tra i vari marchi, una percezione che sale a quasi il 40% nella fascia 18-24 anni. La sfida alla poca originalità non si risolverà da sola e potrebbe addirittura peggiorare man mano che l'intelligenza artificiale generativa diventerà sempre più protagonista dei processi creativi. Le aziende che saranno disposte a investire in innovazione e talenti creativi, usando in modo profittevole le tecnologie a disposizione avranno l’opportunità di distinguersi.
  4. Errore 429: “Sovraccarico Cognitivo”
    L'interazione uomo-tecnologia si trova a un punto cruciale: il 47% dei consumatori si sente sopraffatto dalla velocità del cambiamento tecnologico; quasi un terzo afferma che la tecnologia ha complicato la vita piuttosto che semplificarla, mentre Il 35% dichiara che è essenziale promuovere un dibattito sull’uso responsabile della tecnologia. Per contrastare questi condizionamenti, i consumatori stringono le redini del loro utilizzo tecnologico: un terzo elimina le notifiche, uno su cinque stabilisce dei limiti al tempo trascorso davanti allo schermo e un quarto elimina del tutto app e dispositivi. Questa tensione indica che la tecnologia sta assorbendo troppa parte del tempo delle persone e che c’è il desiderio di mettere al primo posto il proprio benessere mentale e fisico. I brand devono riflettere su come l'uso della tecnologia si inserirà nella vita delle persone e su cosa richiederà loro. Le aziende e i brand che offrono ai consumatori una maggiore possibilità di scelta su come utilizzare (o non utilizzare) la tecnologia per interagire con loro diventeranno partner fidati, perché i clienti saranno in grado di riacquistare quel senso di autonomia di cui hanno bisogno.
  5. Il decennio della “decostruzione” e la scelta di strade alternative
    Fino a pochi anni fa una vita considerata “di successo” era spesso definita da parametri e obiettivi ben definiti e comuni per tutti. Oggi, i percorsi di vita tradizionali sono stati modificati da nuovi limiti, necessità e opportunità. Per esempio, il 48% fa piani per la propria vita con meno di un anno di anticipo, o non ne fa affatto. Negli ultimi tre anni si è assistito anche a un calo del valore attribuito alle tappe tradizionali della vita adulta, tra cui il matrimonio (dal 30% al 21%), la laurea (dal 30% al 24%) e l’inizio di una vita adulta e autonoma (dal 23% al 17%).

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