Il futuro che c’è: i trend nel mondo del vino 2020

Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 285)

Come ogni anno, la vendemmia rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo e influenza i trend evolutivi di domanda e offerta anche a livello internazionale, il vino è infatti uno dei prodotti più globalizzati. La vendemmia 2019, secondo le ultime stime di Assoenologi, Unione Italiana Vini e Ismea, risulta inferiore a quantità di un 16% rispetto al 2018, mentre le esportazioni di vino italiano continuano a crescere. Il calo produttivo, che riguarda tutte le regioni, a eccezione della Toscana, è da imputarsi essenzialmente alle condizioni climatiche meno favorevoli, che hanno determinato un rallentamento del ciclo produttivo, senza inficiare il livello qualitativo. L’Italia, rispetto a Francia e Spagna, mantiene la propria leadership produttiva e il vino italiano consolida un importante percorso di internazionalizzazione tramite la concentrazione e la riorganizzazione dell’offerta verso prodotti di maggiore qualità e gradimento nei mercati esteri. A livello internazionale permangono le incertezze legate alla Brexit, laddove il Regno Unito è il primo mercato di esportazione del prosecco e al nuovo assetto geopolitico mondiale, mentre le dinamiche dei mercati saranno sempre più difficili da leggere e imporranno strategie sempre più complesse e differenziate. Ne sono un esempio i dazi di Trump che hanno risparmiato i vini italiani, ma non quelli francesi. Basti pensare al boom che hanno avuto, negli ultimi anni negli Usa, i vini rosati francesi, creando una vera e propria moda del Rosè, e alle nuove opportunità che avranno i vini rosati californiani a discapito di quelli internazionali.

Anche per il 2020 il prosecco continuerà a guidare il trend crescente della bollicina, affiancandosi a cuvèè di qualità e a un “ritorno” del Metodo Classico, dal Trento Doc a denominazioni minori: una bollicina per far festa, ma anche per un consumo tutto pasto, dall’aperitivo al dessert. Il “Movimento Greta” e il veganesimo, uno dei trend alimentari a più rapida crescita, hanno portato a una maggiore attenzione alla salute, al benessere e al consumo equilibrato e responsabile. Il consumatore è più consapevole dell’origine e dei metodi di produzione del vino, privilegiando i vini bio come simbolo di qualità superiore, e i vini più rispettosi per il Pianeta, semplificando le informazioni in etichetta. Si osserva un crescente interesse per i vini a bassa gradazione alcolica e la comparsa di biotecnologie volte a diminuire il tenore alcolico, privilegiandone il gusto fresco e fruttato.

La nuova geografia delle produzioni e la migrazione dei consumi dai Paesi produttori al cosiddetto “Nuovo Mondo” (Stati Uniti, Australia, Argentina, Nuova Zelanda ...) hanno impresso una forte spinta alla globalizzazione del comparto e ci portano a considerare nuovi trend di consumo che stanno partendo dal Nordamerica e forse arriveranno anche in Europa. In termini di packaging, bag in box e vino in lattina, dominano la scena sui mercati nordamericani e le etichette smart sono considerate un mezzo per comunicare con un consumatore finale sempre in rete e, allo stesso tempo, un sistema di garanzia per i clienti che chiedono informazioni sull’autenticità del prodotto. Infine i cocktail ready to drink a base di vino, birra e spirits, ma con flavour di tendenza, freschi e fruttati, imbottigliati e pronti per essere bevuti dove si vuole, quando si vuole, rappresentano la nuova frontiera che, negli Stati Uniti, sta avendo un vero e proprio boom, soprattutto in lattina.Un 2020 dove l’export, quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni, continuerà a svilupparsi e dove il mercato interno sta mostrando un trend in leggera crescita, seppur in un contesto di deciso cambiamento che porta a modificare le strategie di innovazione, dovendo fronteggiare un mercato mondiale sempre più competitivo e in continua evoluzione.

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