Caro bollette: l’appello del retail

Confindustria Intellect chiede al Governo un intervento urgente per frenare la corsa dei prezzi energetici. Giovanni Arena e Giorgio Santambrogio lanciano un appello per uno sforzo condiviso

Il caro-bollette spinge il mondo del retail a chiedere uno sforzo condiviso per salvaguardare le finanze delle famiglie italiane, come dimostrano le prese di posizione di associazioni ed esponenti di spicco del settore.

Gdo: appello al Governo

“Da sostenitrici del Paese a vittime del sistema: la gdo denuncia il silenzio del Governo di fronte alla gravissima crisi che rischia di portare il settore al default a causa dei costi - ormai insostenibili - delle bollette energetiche”, si legge in un comunicato di Confindustria Intellect, la federazione confindustriale che rappresenta oltre alle Imprese della ricerca e della comunicazione (Assirm e Una-Aziende della comunicazione Unite) e che comprende Retail Institute, l’associazione che raccoglie i principali retailer italiani e le imprese che ne curano i servizi come marketing e promozione.

“Nei due anni appena trascorsi le imprese della distribuzione moderna sono state al fianco degli italiani senza mai risparmiarsi”, sottolinea il presidente della federazione Saverio Addante. E, ancora, nei primi mesi della crisi bellica che ha causato il rincaro dei costi delle materie prime, la gdo ha scelto di tutelare le famiglie italiane assorbendo gli aumenti con il supporto dell’indotto che la stessa Confindustria Intellect vive e rappresenta. Parliamo di fornitori ma anche di partner che svolgono servizi di merchandising, promozione, comunicazione e marketing. Perché per tutti vale una consapevolezza: scaricare i costi sui consumatori significa mandare in default un sistema e più ancora un Paese: l’Italia.”

L’energia, ricorda ancora Addante, è una priorità per le imprese che, allo stato attuale, non sono più in grado di sostenerne i costi. “Ignorare il problema oggi significa lasciarle chiudere definitivamente e condurre il Paese verso la paralisi del sistema di imprese commerciali e industriali. Un rischio che non possiamo permetterci”. Quindi la richiesta: “Occorrono interventi massivi e diretti sulla bolletta energetica nella fase di transizione fino al calmieramento dei prezzi dell’energia, questa la priorità per l’Italia e la precondizione per la sostenibilità economica delle imprese e sociale per le persone”.

Uno sforzo condiviso

Intanto il presidente del gruppo VéGé, Giovanni Arena, lancia un appello via LinkedIn. “Bisogna e con estrema urgenza che tutte le organizzazioni sindacali più rappresentative da Confindustria a Federdistribuzione a Confcommercio-Imprese per l’Italia, ad Adm, a CentroMarca, che rappresentano buona parte del Pil del nostro paese, condividano e firmino un documento comune con delle proposte chiare e puntuali, da far inserire nei programmi elettorali, delle diverse coalizioni politiche, affinché si possa ricostruire veramente un paese sano e produttivo per #tutti e non per #pochifurbi”, scrive il manager. Che promette: “Mi attiverò personalmente in qualunque qualità necessaria affinché questo possa avvenire. Quindi si appella al presidente della Repubblica chiedendogli di “intervenire immediatamente anche tramite il governo uscente, al fine di trovare delle soluzioni che possano accompagnarci per affrontare questi altri quattro mesi del 2022. Diversamente”, avverte, “non ce la faremo ad attendere, le elezioni del 25 Settembre e il successivo insediamento del nuovo governo”.

Giorgio Santambrogio, Ad di Végé

L’allarme di Santambrogio

A questo proposito va segnalato l’allarme lanciato Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di VéGé e vicepresidente di Federdistribuzione, l’associazione che rappresenta oltre 16mila punti vendita della distribuzione moderna, alimentare e non. “Lo tsunami dell’aumento dei costi energetici è arrivato ed è fino a troppo facile prevedere un autunno rovente all’insegna dell’austerity, con un’impennata ulteriore dei prezzi dei prodotti alimentari e molti fallimenti per le catene di supermercati”, sottolinea in un’intervista a Il Sole 24 Ore. “Sono drammaticamente e seriamente preoccupato per la sorte di molte insegne della distribuzione moderna, sia che si tratti di grandi supermercati che di piccoli negozi di quartiere e discount. Non ce la fanno più”, sottolinea l’esperto.

Santambrogio sottolinea che i punti di vendita non possono certo risparmiare: “Energia significa conservazione e mantenimento della catena del freddo, sicurezza alimentare, benessere dei clienti e dei collaboratori con orari di apertura prolungati per venire incontro alle esigenze dei clienti) e segnala che inevitabilmente questa situazione spinge gli operatori a scaricare i maggiori costi sui prezzi allo scaffale. “Aumenteranno i prezzi di tutti i prodotti: dalla pasta al pane, dal latte alla carne. Occorre però evitare ripercussioni sociali drammatiche e la paralisi del sistema di imprese commerciali e industriali nel Paese”, sottolinea.

Quindi chiude con una proposta: “Se il Governo ci considerasse un settore energivoro, come in realtà siamo, potremmo usufruire di agevolazioni al fine di tentare di raffreddare i futuri rincari dei generi alimentari. Non possiamo più ignorare la centralità dei punti di vendita all’interno del tessuto economico e sociale del Paese”.

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