Da Centromarca cautela sulle previsioni troppo ottimistiche

Secondo l'Osservatorio Centromarca e Ref Ricerche, solo il 23% del campione attende un aumento dei profitti, mentre il 51% prevede i livelli 2022

L'industria di marca, alimentare e non, rappresentata da Centromarca resta cauta, per non dire scettica, di fronte alle previsioni ottimistiche sulla redditività indotte da alcuni segnali, di per sé positivi, come la minor pressione sui costi di produzione. Prudenza, quindi. Sulla base anche di quanto evidenzia l’Osservatorio Congiunturale Centromarca redatto a fine marzo dall’associazione, con il supporto di Ref Ricerche, su un campione di 145 manager (amministratori delegati e direttori di funzione) attivi nelle aziende associate. Solo il 23% attende un aumento dei profitti, mentre il 51% li prevede sui livelli dell’anno precedente.
Nel 2022 il marcato aumento dei costi di produzione ha portato il 6% delle industrie associate a produrre in perdita e il 43% a registrare profitti in calo (in misura superiore al 10% nel 22% dei casi). La dinamica dei prezzi registrata in questi mesi è dovuta all’esigenza di scaricare a valle gli extracosti sostenuti. Nuove tensioni sui costi di produzione potrebbero creare difficoltà alle aziende, anche alla luce del fatto che il ricorso al credito è più oneroso per effetto dell’aumento dei tassi di interesse. In positivo l’indagine non evidenzia problemi di liquidità, ritenuta adeguata alle esigenze dell’attività corrente dal 75% delle aziende.

L’Osservatorio Congiunturale Centromarca conferma l’andamento debole della dinamica dei consumi nei primi mesi del 2023. A confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente aumenta infatti la percentuale di quanti segnalano un arretramento delle vendite (dal 21% al 34%), mentre si riducono coloro che registrano un aumento (dal 53% al 41%). Le scorte si mantengono “nella norma” per il 67% delle aziende, “troppo alte” per il 16% e “troppo basse” per il 17%. Le prospettive appaiono prudentemente positive: la percentuale del campione che ritiene probabile un aumento delle vendite nei prossimi sei mesi passa dal 17% al 36% e dal 39% al 28% quella di coloro che considerano possibile una riduzione. Per il 96% degli intervistati i livelli occupazionali dovrebbero mantenersi stabili. Restano sotto stretta osservazione i prezzi dell’energia: l’84% del campione afferma che la fase più intensa delle tensioni è superata, ma considera che i costi si attesteranno su livelli superiori rispetto a quelli prevalenti prima del conflitto in Ucraina.

Centromarca valuta positivamente la scelta del governo di tagliare i contributi a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, per un valore di oltre tre miliardi di euro a valere sul periodo maggio-dicembre 2023. "È un contributo al sostegno del potere d’acquisto -rileva Vittorio Cino, direttore generale di Centromarca-. Ed è un’ulteriore risposta alle richieste avanzate dalle aziende industriali e distributive in una fase di particolare debolezza della domanda. Ora auspichiamo la concretizzazione di altri interventi a sostegno delle famiglie e delle imprese. Per esempio, il taglio della pressione fiscale e il varo di provvedimenti che favoriscano gli investimenti e la crescita dimensionale delle aziende".

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