Chi sono i top brand in Europa e perché la loro crescita è a rischio

Secondo Brand Finance l'incremento dei marchi di maggior valore è legato all'inflazione, che mette però a rischio la capacità di tenere agganciato il cliente

I 100 brand europei di maggior valore sono cresciuti anno su anno del 15%, quelli italiani del 12% e quelli di maggiore valore al mondo (per metà americani) sono cresciuti dell’8%. Dietro i numeri positivi riportati da Brand Finance, però, ci sono anche le ombre. Come rileva infatti la società di analisi, parliamo di un incremento dovuto soprattutto all'aumento dei prezzi legato all'inflazione, non di un miglioramento della forza attrattiva dei marchi, che risulta invece stabile. "Il mancato rafforzamento e il contestuale aumento di valore medio dei brand presenti nella Global 500, nella Europe 500 e nella Italy 100 deve suonare come un campanello di allarme per le marche, che rischiano di perdere attrattività se non sono sufficientemente forti da tenere agganciati i clienti in fase di aumento dei prezzi", evidenzia il senior consultant di Brand Finance Massimo Pizzo.

Nespresso è il brand europeo che cresce più velocemente, seguito da Lamborghini. Tra i 10 brand europei che crescono maggiormente c’è anche A2a che ha aumentato il valore generato da immagine & reputazione del 92%. Crescono molto bene, tra i principali marchi presenti in Italia anche Unicredit, Prada, Decathlon, Rolex, Chanel, Armani, Maserati e Conad.
Gucci, Enel ed Eni sono tra i primi 50 brand presenti nella classifica europea. In classifica troviamo 42 brand italiani, per un valore complessivo che pesa il 7% della classifica.
Continua Massimo Pizzo: “La presenza relativamente ridotta dei brand italiani nelle classifiche internazionali di Brand Finance dipende dalla dimensione medio piccola delle nostre imprese e quindi dalla ridotta capacità di investire sul branding e di generare business comparabile con quello delle altre nazioni con cui ci confrontiamo normalmente.”.
L'investimento sul branding si conferma dunque, anche stando ai risultati sopracitati, un asset imprescindibile ancor più in tempi di inflazione, dove i brand possono diventare punti di riferimento stabili e importanti grazie a un purpose solido, ben raccontato e altrettanto ben agito. E all'interno di progetti di branding ci stanno linguaggi più "safe" e tradizionali o sperimentazioni più ardite in stile "pesca Esselunga", con tutti i rischi ed eventuali vantaggi  ai tempi della comunicazione circolare.

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