Cncc sollecita interventi concreti per l’industria dei centri commerciali

Roberto Zoia, presidente del Cncc, ha fatto il punto in Commissione attività produttive della Camera, sulle proposte che da mesi impegnano Cncc per il rilancio del settore

Roberto Zoia, presidente del Consiglio nazionale dei centri commerciali (Cncc), ha partecipato all’audizione convocata dalla X Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, occasione di confronto sulle proposte che da mesi impegnano l’Associazione per sostenere e rilanciare il settore del commercio.

Cncc ha sottolineato anche in questa occasione l’apprezzamento per gli sforzi compiuti dal Governo in questi mesi, ribadendo al contempo la necessità di promuovere una doppia tipologia di interventi: iniziative concrete per rilanciare i consumi immediatamente dopo le riaperture, soprattutto in vista dell’imminente periodo natalizio che rappresenta normalmente il 40% delle vendite annuali dei centri commerciali; e sostegno economico di un settore in sofferenza, con adeguati ristori considerando che quello dei centri commerciali è stato uno dei segmenti del commercio più colpiti in assoluto. 

Riduzione temporanea dell'Iva

In sede di Commissione, tra le varie proposte, il Cncc ha richiesto nuovamente l’introduzione di una temporanea misura di riduzione dell’Iva su alcuni prodotti (dalla riapertura e per almeno i tre mesi successivi) per incentivare la vendita di prodotti fisici nei negozi e i servizi con somministrazione.

Un ulteriore slancio ai consumi sarebbe garantito dalla semplificazione delle procedure per l’avvio di vendite straordinarie, dando libertà all’esercente di organizzare in qualunque momento dell’anno le vendite promozionali (con sconti del 20-30% su prodotti della stagione di riferimento) e di prevedere come misura temporanea la liberalizzazione delle vendite di liquidazione di fine stagione per consentire agli operatori di gestire le vendite in modo flessibile, in funzione delle misure di contenimento della pandemia, come già accade nel commercio elettronico.

Superare il limite imposto dall'Ue agli aiuti

In un contesto aggravato dalle recenti misure restrittive imposte dalle Regioni e dal Governo sui centri commerciali, Cncc ritiene necessario intervenire sulle altre disparità tra commercio fisico ed elettronico, "eliminando i vantaggi competitivi (in particolare in termini di costi e tassazione) di cui attualmente gode l’eCommerce senza contare che online la vendita di beni non essenziali non è mai venuta meno".

Infine, ricordando tra le misure adottate in sede europea a sostegno dell’economia anche l’adozione di norme più flessibili in materia di aiuti di Stato per consentire agli Stati membri di aiutare finanziariamente il tessuto economico, Cncc appoggia l’impegno del Mef (Ministero economia e finanze) a fianco della Commissione europea, auspicando che il limite attualmente imposto di 800.000 euro lordi di aiuti per impresa possa essere  superato almeno finché non sia terminato lo stato d’emergenza.

Tema affitti: parificazione del credito d'imposta

Con riferimento agli aiuti governativi, nei giorni scorsi Cncc ha anche avanzato alcune proposte di miglioramento del Decreto Ristori bis, per eliminare criticità e incoerenze.

Per evitare un’ingiustificata disparità di trattamento, è stato proposto di parificare la percentuale di credito d’imposta già previsto per i canoni di locazione anche agli affitti d’azienda. Cncc auspica, inoltre, una revisione del requisito della riduzione del 50% del fatturato sul mese di riferimento quale presupposto per accedere al credito d’imposta, considerando che le attività commerciali stanno affrontando la seconda ondata di pandemia dovendo ancora recuperare i gravi effetti economici della prima.

Cncc ha richiesto il riconoscimento del credito d’imposta per tutti i centri commerciali, non solo quelli presenti nelle zone rosse. Le strutture situate nelle zone gialle e arancioni, pur non essendo soggette a chiusura totale, hanno l’obbligo di chiudere nei giorni festivi e prefestivi, giornate in cui si registra mediamente il maggior fatturato (pari a circa il 30% dell’intera settimana), oltre a dover scontare un inevitabile calo degli afflussi e delle vendite anche nei giorni infrasettimanali, a causa dell’introduzione di misure restrittive, tra le quali la limitazione alla mobilità con riferimento a Regioni e Comuni stessi che accrescono i timori sulla sicurezza dei centri commerciali.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome