Gruppo VéGé – Arena: contro l’inflazione ci vuole senso di responsabilità

Giovanni Arena - Presidente Gruppo VéGé
Il 2024 sarà un anno duro, che richiederà una collaborazione finora inesistente tra tutti gli attori

Gli ultimi anni hanno messo a dura prova società e sistema economico. Il futuro si guarda con cautela: mentre qualcuno prova a sfoderare una punta di ottimismo, c’è chi ipotizza periodi ancora più difficili soprattutto nel rapporto, già complicato e delicato, tra retail e industria.
Un rapporto che si trova al centro delle preoccupazioni di Giovanni Arena, presidente di Gruppo VéGé e Ad di Gruppo Arena, attivo in Sicilia con Decò e Super Conveniente, che ci racconta il suo punto di vista sul 2024.

Partiamo dall’inflazione. Come pensa inciderà nel 2024 sull’andamento del carrello e sulle performance delle aziende?
Su questa tema possiamo procedere per ipotesi. Ammesso che scenda e tenda a zero nel 2024, va valutata l’incidenza dell’inflazione indotta, una sorta di effetto a cascata con cui dover fare i conti. Ma il punto nodale è un altro: come mai l’industria di marca continua ad avere un senso di irresponsabilità e non sostiene il potere di acquisto dei consumatori in un momento così difficile e delicato in cui il dato che si rileva maggiormente è il decremento dei volumi? Dal mio punto di vista questa logica irresponsabile porta a due conseguenze ben precise: da un lato favorisce, l’incremento del canale discount che infatti continua a registrare una crescita a doppia cifra; dall’altro, dà un ulteriore slancio alla marca privata del distributore che continua a registrare ottime performance, destinate a crescere ulteriormente.

E l’industria di marca che ruolo gioca in questo contesto?
Si tratta di un rapporto sempre più critico, che non mi rende molto ottimista rispetto alle prospettive future. Se nel 2023 il rapporto è stato litigioso, nel 2024 tenderà a incrinarsi ulteriormente a causa degli aumenti di listino ingiustificati che ci continuano a comunicare e che non intendiamo accettare, a costo di stravolgere le nostre politiche commerciali e assortimentali. Noi diciamo basta. Stiamo vivendo una situazione difficile con rischi, reali e tangibili, legati alla perdita dei volumi che stiamo registrando. Alla fine dei conti rischiamo di subire noi i costi dell’inflazione con un’ulteriore riduzione dei margini. Il rischio serio è quello di bilanci che non saranno, in alcun modo, più sostenibili. Per nessuna azienda. Non solo, ma c’è la possibilità che si inneschi un meccanismo psicologico pericoloso: il calo dei volumi e dei fatturati determineranno un aumento anche dei costi fissi dell’industria con effetti anche sui prezzi finali al consumatore che opterà per format all’insegna della convenienza.

Formato nel quale anche voi siete presenti da qualche tempo.
È vero: in tempi non sospetti, abbiamo lanciato l’insegna SuperConveniente, che potenziamo di anno in anno con risultati che consideriamo ottimi. Ma dobbiamo rendere più competitivi e redditizi anche le altre formule di vendita, come supermercati e superstore. E, come altri competitor, abbiamo scelto di farlo rafforzando la politica sulla marca privata. In questo senso, abbiamo affrontato l’operazione relativa al carrello anti inflazione riposizionando verso il basso la nostra mdd e facendo investimenti importanti sia per fidelizzare i clienti sia per mantenere i fatturati. In questo rafforzamento della mdd, centrale, ovviamente, il ruolo di Decò Italia, che in poco più di tre anni, ha favorito il raddoppio della quota di mercato della marca privata. Quota che, durante il trimestre anti inflazione, è aumentata di cinque punti.

A proposito del carrello anti inflazione, come è andata? Pronti a rifarlo se il Governo chiama?
Come dicevo, abbiamo incrementato la quota delle nostre mdd. Ma non ci auguriamo di replicare le misure fin qui adottate: non riusciremmo a sostenerlo anche perché, come ho già detto, l’industria tende ancora a presentare nuovi aumenti di listino. Il Governo ha già dichiarato che rifinanzierà la carta Dedicata a te per 600 milioni di euro: noi non ci sottrarremo, ma sarà un ulteriore macigno sulle spalle di noi retailer.

Quali previsioni sull’andamento delle promozioni? Al consumatore piacciono ancora?
Quando si lavora in modo così netto sul posizionamento della mdd, le promozioni diventano meno interessanti e il consumatore, che di fatto ha stravolto le sue abitudini di acquisto, tende a mettere meno prodotti nel carrello ma con una profondità maggiore.

Insomma, il 2024 sarà ancora un anno difficile...
Sarà un anno complesso che vedrà le imprese con fondamenta solide superare questa tempesta, mentre le piccole e medie imprese, tanto nel retail quanto nell’industria, non strutturate in maniera adeguata, rischiano in maniera concreta di sparire. Per questo, auspico che si lavori per la realizzazione di aggregazioni tra imprese piccole e medio grandi per creare almeno aziende interregionali, con l’obiettivo di diventare nazionali e poter così affrontare il mercato e le relative sfide che ci attendono. In più serviranno investimenti in innovazione, transizione energetica, inclusione digitalizzazione.
Bisogna saper stare al passo con i tempi e intercettare i consumatori del futuro. Gli investimenti sull’innovazione consentiranno di indirizzare le imprese verso la specializzazione che è la direzione verso cui stiamo andando. Oggi parliamo tanto di aziende sostenibili, ma questa parola dovrebbe racchiudere in sé anche valori. In un momento storico e sociale come quello che stiamo vivendo, non bisognerebbe guardare solo al profitto, ma lavorare sodo per la tenuta del sistema Paese, a sostegno di famiglie e imprese lungo tutta la filiera, senza egoismi di nessun tipo.

Cosa chiederebbe al Governo?
Prima di tutto chiederei di non entrare nelle politiche commerciali delle imprese perché condizionarle significa non aiutare aziende e famiglie. Bisogna dare reali incentivi ai cittadini per aumentare il loro potere di acquisto, ma non utilizzando noi. Per questo, vorrei soprattutto tavoli di confronto con tutte le parti interessate nelle nostre filiere. Se proprio devo fare una richiesta, proporrei al Governo di risistemare e normare meglio la legge 198 che, a mio parere, presenta ancora alcune lacune.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome