Crescita no stop per la moda di Altagamma ma sul 2024 l’ombra del rallentamento

Se nel 2023 la crescita della moda di Altagamma sfiora il 10%, inflazione, l’incognita Cina e il rallentamento dell’economia fanno temere il rallentamento l’anno prossimo

Un 2023 con il turbo per la moda d’Altagamma -grazie ancora alla ripresa dei consumi post-covid, spinti soprattutto dal dinamismo del segmento alto-spendente- fa da preambolo alle incertezze del quarto trimestre e del 2024.

Non sono nubi fosche quelle che si muovono sopra i cieli della moda di Altagamma, ma previsioni di rallentamento nella crescita di un comparto che vale oltre 1.500 miliardi di euro.

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Altagamma, il mercato globale del lusso registra nel 2023 una crescita dell’8-10% sull’anno precedente. È un record quello messo a segno a tre anni dalla pandemia.

Altagamma Consensus 2024: ecco come la moda vincerà le sfide future

Sull’anno prossimo però pesano incertezze. I motivi? Presto detti: scarsa fiducia dei consumatori, inflazione, tassi alti, debolezza dell’economia cinese, la complessa situazione internazionale. Le case europee hanno visto sparire turisti e compratori dalla Russia, mentre la ripresa della Cina dopo i lockdown è solo parziale, con un’economia in affanno. Marginalità prevista aumentare del 4% per le imprese del settore, secondo l'Altagamma Consensus 2024.

Matteo Lunelli, presidente di Altagamma

Il tutto senza dimenticare le sfide più volte affermate: “L’industria deve consolidare la propria heritage ma continuare ad investire in digitalizzazione, formazione e sostenibilità”, dice Matteo Lunelli, presidente di Altagamma.

Sullo sfondo della sfida della creazione di un polo del lusso italiano, resta il problema della dimensione, di fronte a giganti francesi che non smettono di crescere: “Per rimanere in gioco, sarà fondamentale che i player prendano decisioni coraggiose per conto dei propri clienti, sfruttando anche m&a strategiche per ridefinire i confini del settore. Questi saranno fattori fondanti della crescita futura”, spiegano Claudia D'Arpizio e Federica Levato, senior partner di Bain & Company e autrici dello studio.

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