Digital transformation e innovazione nelle aziende italiane

Ridefinire struttura, business model, sistema di engagement, processi e offerta. I dati dei settori che hanno investito di più da Iconsulting

Una micro-innovazione digitale eleva esponenzialmente il potenziale per delle successive. Difatti, ogni effetto della trasformazione alimenta nuovi desideri e bisogni che si convertono in prodotti e servizi, che il digitale agevola in una molteplicità di aspetti. Sebbene sia un’ovvietà, si tende spesso a dimenticare che la trasformazione (e quella digitale non fa eccezione) non si sviluppa in modo uniforme. Sussistono variabili socioeconomiche che devono essere riconosciute in primis dai decision maker di un’organizzazione perché si inneschi un cambiamento capace di impattare sulla cultura, l’ambito trasversale e fondamentale perché la trasformazione digitale sia effettiva. Per far sì che la trasformazione digitale si concretizzi è necessario rivedere lo status quo del proprio modello operativo, abbattendo eventuali silos aziendali, a favore do una flessibilità strutturale, che molto benefici può trarre dai cosiddetti “agile models”, arrivando anche, e fortunatamente non solo, all’obiettivo che per troppo tempo è stato l’unico a contare nei processi decisionali, ovvero la riduzione dei costi. Secondo gli esperti di innovazione e organizzazione aziendale, tentare di far sopravvivere una struttura refrattaria al cambiamento e radicata in una cultura della non collaborazione equivale a condurre all’anticamera del fallimento. A ciò va aggiunto che ormai è effettivamente il cliente ad avere aspettative tali che dovrebbero rendere l’attrazione delle componenti digital inesorabili. I clienti stessi, infatti, si aspettano di poter entrare in contatto digitalmente in ottica omnichannel, con un servizio veloce e personalizzato. L’ultimo tool disponibile, l’apertura di un nuovo canale sono elementi che aiutano ad esercitare una sorta di fascino e curiosità utili anche per la brand reputation. Ciò fa emergere come la trasformazione digitale non riguardi solo la tecnologia ma prenda forma nella sua intersezione con il mercato e le persone.

Quali settori

La variabile impazzita che ha accelerato, con più o meno consapevolezza, i processi di trasformazione digitale è stata indubbiamente la pandemia da Coronavirus. Questo aspetto permette di leggere i dati a questa legati con un attenzione particolare. A questo proposito, Iconsulting, azienda di consulenza italiana focalizzata sulla creazione di valore strategico partendo dai dati, lo scorso 23 febbraio 2022 ha presentato il suo primo barometro della digital transformation in Italia. Analizzando l’accelerazione digitale imposta dalla pandemia e i progetti attivi sul proprio portafoglio clienti, l’azienda bolognese ha mostrato, tramite uno studio ad hoc, come il mondo industriale italiano ha risposto nel 2021 al cambiamento adottando soluzioni e processi tecnologici all’avanguardia, avendo come perimetro di indagine i settori merceologici interessati, i progetti richiesti e le business unit coinvolte. Esaminando lo studio di Iconsulting, quindi, il settore su cui le aziende coinvolte hanno maggiormente investito, rispetto al 2020, destinando il maggiore incremento di budget nella digital transformation nel 2021, è stato il Fashion &Luxury, registrando un +1.154%. L’importante crescita dell’industry si erge a prova tangibile del valore della digitalizzazione per lo sviluppo e la ripresa economica. Al secondo posto in classifica troviamo il settore dei Trasporti con un +546% sul 2020, mentre viene premiato con la medaglia di bronzo il Pharma con un +162%. Al contrario, Iconsulting elenca tra i settori che hanno diminuito gli investimenti il Facility Management (-49% rispetto al 2020), seguito con ampio distacco da Energy & Utilities (-7%) e Media (-5%), che tuttavia mantengono un elevato numero di progetti legati all'innovazione tecnologica. Analizzando più nel dettaglio le tecnologie richieste dai primi 3 settori in termini di aumento dell’investimento effettuato, la domanda si concentra nella Customer Data Platform per il Fashion &Luxury che consente una Customer Experience sempre più strategica e differenziante. Determinanti invece per il Pharma e i Trasporti progetti di Data Strategy e Data Platform che puntano ad un accesso semplificato e rapido ai dati su cui applicare modelli di advancedanalytics rendendo le aziende pienamente data driven. Anche il settore dei Trasporti si sta muovendo verso processi di Data Governance per garantire che la spinta di digitalizzazione sia adeguatamente governata. Lo studio, inoltre, mette in luce come, in termini assoluti, i settori a maggiore investimento si confermano Banking e Manufacturing che puntano su servizi di trasformazione digitale con particolare attenzione rispettivamente alla data virtualization e all’analitica avanzata per l’efficientamento della fabbrica nel suo insieme, migliorando la supply chain attraverso l’unione di informazioni: ad esempio i dati della domanda del mercato e i dati specifici dei diversi processi, dalla produzione alla logistica.

...E quali soluzioni

Passando alle soluzioni più richieste nel complesso nell’anno appena concluso, le prime tre posizioni del podio presente nello studio di Iconsulting sono occupate da progetti inerenti alla Big Data Analytics con integrazione di una Data Platform (50%); seguita dalla Data Strategy (25%) e, infine, Data Governance (12%). La crescita di quest'ultima rispetto ai 12 mesi precedenti conferma la volontà delle aziende di acquisire sempre maggiore consapevolezza in merito alla gestione dei dati, dalla necessità di garantire le regole per il loro accesso e utilizzo fino al controllo dei dati in termini di pianificazione, esecuzione e monitoraggio. Osservando l’organizzazione delle imprese, una forte predisposizione alla trasformazione digitale è emersa in gran parte delle aree aziendali, mirando al superamento delle rigidità strutturali ed organizzative. L’impatto tecnologico è particolarmente elevato nei reparti marketing, a dimostrazione della volontà di rispondere al meglio alle nuove abitudini di consumo maturate rapidamente in pandemia, confermando la centralità del cliente che detta di fatto un po’ la linea da seguire, imponendo strategie digitali sempre più centrate sulle persone e multicanali. Lo sforzo ad abbracciare un’autentica e genuina cultura aziendale collaborativa e aperta all’innovazione è quindi la condizione essenziale per il radicamento positivo della trasformazione digitale.

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