Che cosa rappresenta l’area del Mediterraneo per le imprese italiane? Secondo il 42% è il primo naturale sbocco all’internazionalizzazione, mentre per il 22% è l’opportunità di business più prossima. Non solo. Il 14% ritiene la reputa il territorio dove integrare i sistemi produttivi tra corridoi logistici e piattaforme.
Qual è allora il principale ostacolo agli investimenti in questa zona? Gli imprenditori sembrano non avere dubbi: la discriminazione commerciale a favore degli operatori locali e il mancato rispetto dei patti (58%), che spingono il proliferare delle controversie giuridiche e all’allontanamento dai Paesi coinvolti.
A tracciare questo quadro è stata l’indagine promossa da K&L Gates Legal Observatory in occasione del convegno Doing Business in the Mediterranean Area - Challenges and Opportunities.
Tra le asset class che più riscontrano interesse e al contempo criticità si trovano al primo posto le risorse naturali come petrolio, gas, carbone (25% delle imprese). Seguono metalli preziosi (20%), immobiliare (19%), liquidità e strumenti assimilati (13%), beni di lusso (12%) e divise estere (9%).
Le richieste e le direzioni da seguire. Secondo il 20% delle imprese dovrebbero essere sviluppati modelli formativi per gli operatori economici e la forza lavoro dei Paesi partner, mentre il 18% vorrebbe dare più spazio al settore privato. Il 16% auspica poi una cooperazione transfrontaliera tra Italia e i Paesi dell’area, mentre il 15% indica la necessità di rafforzare le infrastrutture socio-economiche e il 17% si aspetta una semplificazione delle procedure. Il 12%, infine, preme per un consolidamento dei partenariati.
